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Ruanda, un nuovo hotspot per i migranti che fuggono dall’inferno libico

Anne-Diandra Louarn, InfoMigrants - 11 settembre 2019

Rifugiati provenienti da Somalia, Siria ed Eritrea salgono a bordo di un autobus al centro di raccolta e partenza dell'UNHCR a Tripoli. Foto d'archivio, aprile 2019. Crediti: UNHCR / Mohamed Alalem

Nelle prossime settimane circa 500 rifugiati e richiedenti asilo attualmente chiusi in centri di detenzione in Libia saranno evacuati verso il Ruanda, in virtù di un accordo siglato martedì 10 settembre dal governo ruandese, dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e dall’Unione Africana (UA).

Si tratterà principalmente di persone originarie del Corno d’Africa che su base volontaria saranno evacuate in Ruanda. Quando scenderanno dall’aereo saranno prese in carico dall’UNHCR che li orienterà verso un centro d’accoglienza temporaneo dedicato.

Situato a 60 km da Kigali, la capitale ruandese, il centro di transito di Gashora era stato istituito nel 2015 “per far fronte, all’epoca, a un flusso di migranti del Burundi” che fuggivano dalle violenze del loro Paese, ha spiegato ad InfoMigrants Elise Villechalane, responsabile per le relazioni esterne dell’UNHCR in Ruanda.

L’edificio, con una capienza di 338 posti, è situato su un terreno di 26 ettari e ha già accolto negli anni un totale di 30.000 burundesi. “Sono in corso dei lavori per aumentare la capienza e arrivare a 500 persone”, ha precisato Elise Villechalane.

I primi voli con gli evacuati dovrebbero arrivare nelle prossime settimane e continueranno per diversi mesi. L’UNHCR stima che il centro funzionerà a pieno regime entro la fine dell’anno. In futuro, altri contingenti di sfollati potranno subentrare man mano che i primi 500 migranti avranno lasciato il posto.

Alcuni rifugiati “potranno ricevere l’autorizzazione a restare in Ruanda”
Una volta [che i migranti saranno] arrivati sul posto, procederemo alla valutazione dei loro bisogni di protezione al fine di trovare una soluzione caso per caso”, continua Elise Villechalane. “A seconda del loro percorso e della loro vulnerabilità potrà essere loro proposto un ricollocamento in un Paese terzo o in un Paese dove hanno già ottenuto l’asilo prima di recarsi in Libia, ma anche un ritorno volontario nel loro Paese d’origine qualora sussistano le condizioni per un rimpatrio sicuro e dignitoso.”

In casi più rari e qualora non venisse trovata alcuna soluzione, alcuni rifugiati “potranno ricevere l’autorizzazione a restare in Ruanda”, ha affermato Germaine Kamayirese, ministro incaricato per le misure di emergenza, nel corso di una dichiarazione alla stampa a Kigali.

Il Ruanda ha deciso di accogliere le persone evacuate dalla Libia in seguito a un discorso tenuto dal capo di Stato ruandese Paul Kagame il 23 novembre 2017, poco dopo la diffusione di un documento shock della CNN sui migranti africani ridotti in schiavitù in Libia. “Il presidente si è offerto generosamente di accogliere migranti e questa cosa è stata ampliata per includere rifugiati, richiedenti asilo e tutte le altre categorie di persone specificate nel memorandum d’intesa”, ha affermato Olivier Kayumba, segretario del ministero incaricato della gestione delle situazioni di emergenza, contattato da InfoMigrants.

Il Paese riconosce, inoltre, che attualmente in Libia esiste “una situazione sempre più complessa ed eccezionale che ha portato alla detenzione e ai maltrattamenti dei cittadini stranieri”, ha continuato Olivier Kayumba, il quale ricorda che il suo Paese si è sentito in dovere di agire in quanto firmatario della Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati.

Il Ruanda è pronto ad accogliere fino a 30000 africani evacuati
Più di 149.000 rifugiati, provenienti principalmente dal Burundi e dal Congo, vivono attualmente in Ruanda che conta una popolazione di 12 milioni di abitanti.

I ruandesi sono abituati a vivere in armonia con i rifugiati”, ha aggiunto Olivier Kayumba. “Grazie alla messa in campo di una strategia di inclusione, i figli dei rifugiati vanno a scuola con gli autoctoni, le comunità ospitanti includono i rifugiati anche nel sistema sanitario e nell’accesso al lavoro.

Il governo ruandese si dice pronto ad accogliere fino a 30.000 africani evacuati dalla Libia nel suo centro di transito, ma unicamente in gruppi di 500 persone, al fine di evitare la congestione del sistema di accoglienza.

È un momento storico perché degli africani tendono la mano ad altri africani”, si è rallegrata Amira Elfadil, commissario dell’Unione Africana (UA) per gli Affari sociali, in occasione di una conferenza stampa. “Sono convinta che questa sia una soluzione sostenibile nel lungo periodo”.

L’UA spera adesso che altri Paesi africani si affianchino al Ruanda offrendo un sostegno simile agli evacuati dalla Libia.