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Status di rifugiata: l’imposizione a subire una mutilazione genitale e l’oppressione derivante da un matrimonio forzato costituiscono grave violazione dei diritti delle donne

Tribunale di Genova, ordinanza del 2 luglio 2019

Il Tribunale di Genova riconosce lo status di rifugiata ad un donna del Senegal costretta a lasciare il paese di origine. Il decreto risulta particolarmente interessante laddove espone le ragioni alla base della motivazione:
(…) il Collegio ritiene che sotto altro assorbente profilo la domanda della ricorrente meriti accoglimento, ovverosia le mutilazioni genitali subite in giovane età, trattandosi di atti di persecuzione che trovano ragione nella sua specifica condizione di genere, ovverosia di appartenenza al genere femminile. (…) E’ allora indubbio che la ricorrente appartenga al “gruppo sociale” delle donne, ed in quanto tale sia stata perseguitata, essendo stata costretta alla mutilazione genitale che costituisce una grave violazione dei diritti delle donne, oltraggiando il loro diritto all’integrità fisica e psicologica, oltre allo stesso diritto alla salute (le donne che hanno subito mutilazioni genitali sono soggette a cicatrizzazioni e altre complicanze che talvolta aumentano il rischio di situazioni ginecologiche critiche) nonché il diritto di essere libere da ogni forma di discriminazione“.

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Tribunale di Genova, ordinanza del 2 luglio 2019