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In Marocco la criminalizzazione della solidarietà colpisce chi difende i diritti umani

Intervista all’Association Marocaine des Droits Humains - Section Nador

Photo credit: Teresa Palomo (Frontera sur)

AMDH Nador è una sezione dell’Associazione marocchina per i diritti umani creata nel 1979 che conta attualmente 95 sezioni in Marocco e quasi 15.000 membri. 
AMDH NADOR è un’associazione di volontari, difende i diritti dei marocchini e dei migranti. Basandosi sul lavoro sul campo, individua le diverse violazioni commesse dalle autorità marocchine, pubblica rapporti che denunciano tali violazioni e fornisce assistenza legale e amministrativa alle vittime di tali violazioni. AMDH Nador partecipa anche a tutti i movimenti di protesta (movimento del 20 febbraio, Hirak Rif …). L’associazione organizza anche corsi di formazione, dibattiti e conferenze stampa, ma dal 2015 le loro attività nei luoghi pubblici sono illegalmente vietate dalle autorità.
Melting Pot ha intervistato Omar Naji, un attivista dell’associazione.

Photo credit: Antonio Sempere (Ceuta, territorio spagnolo in Marocco settembre 2019)
Photo credit: Antonio Sempere (Ceuta, territorio spagnolo in Marocco settembre 2019)

D: Dove e come vivono le persone che arrivano nel nord del Marocco per tentare di entrare nell’enclave spagnole di Ceuta e Melilla?
I migranti sub-sahariani che arrivano a Nador vivono in accampamenti nelle foreste a sud della città. Sono accampamenti di plastica costruiti dai migranti, senza acqua o elettricità e non ricevono nessun aiuto da parte delle autorità. Vi si trovano donne, bambini che vivono in condizioni difficilissime sia in inverno che in estate. La città di Nador rimane dunque preclusa ai migranti, i quali non possono lavorare o prendere una casa in affitto. La loro presenza è tollerata solo nella foresta.  

D: Dai vostri canali di comunicazione denunciate l’intensificarsi della repressione violenta delle autorità marocchine contro le persone di origine sub sahariana che arrivano a Nador per entrare a Melilla. Potete raccontarci cosa sta succedendo?
Dopo gli arresti massivi dove vengono portate le persone?

I migranti subiscono diverse violazioni nella foresta:
– attacchi negli accampamenti, persino di notte, e distruzione dei loro rifugi di plastica. Arresto massiccio di migranti, tra cui donne incinte e bambini, nonostante la legge marocchina 02-03 lo proibisca. Arresto di migranti anche con permesso di soggiorno.
violenze contro i migranti da parte delle forze ausiliarie che causano feriti e persino morti, come nel caso del giovane guineano Anssou Keita, deceduto il 7 settembre 2019 a seguito di un violento intervento delle forze ausiliarie.
– i migranti arrestati illegalmente sono rinchiusi in centri di detenzione illegali poiché i loro arresti non vengono effettuati su ordine di un giudice. Tale sequestro può durare diverse settimane.
– i migranti vengono successivamente respinti contro la loro volontà nel sud del Marocco o al confine con l’Algeria in aree desertiche senza fornire loro nessun tipo d’aiuto. Altri migranti vengono rimpatriati direttamente nel loro paese.

Photo credit: AMDH Nador
Photo credit: AMDH Nador

D: Voi denunciate anche l’uso di Forze ausiliarie, un corpo paramilitare alle dipendenze del Ministero dell’Interno marocchino….
All’interno di questo sistema repressivo, le autorità marocchine evitano di mobilitare in prima linea la polizia o la gendarmeria che possono arrestare legalmente delle persone solo su ordine di un giudice. Ecco perché vengono mobilitate le forze ausiliarie che appartengono al Ministero degli Interni e non hanno la competenza giuridica per arrestare le persone. Queste forze commettono le peggiori violazioni contro i migranti, compreso il furto di denaro e dei telefoni e non sono mai state indagate in riferimento a queste loro azioni.

D: Il Marocco si è fatto gendarme d’Europa e della Spagna. Potete parlarci del controverso accordo sulla pesca tra Unione europea (Ue) e Marocco?
Sì, il Marocco svolge il ruolo di gendarme da anni, ma non si deve pensare che il Marocco, ricoprendo questo ruolo, si limiti ad applicare le direttive proveniente dal nord. No, il Marocco sta sfruttando “molto intelligentemente” questa questione per ricavare il massimo degli interessi politici, economici e finanziari dall’Europa. Vi faccio un esempio: prima del 2015, le migrazioni avvenivano esclusivamente oltrepassando i confini di Melilla e Ceuta.
Ogni anno circa 4.000 migranti riuscivano a saltare.
L’UE e il Marocco hanno deciso di costruire delle barriere a lame trancianti a Ceuta e Melilla. È a partire da questo momento che i flussi migratori si sono spostati via mare con i gommoni.
Il numero delle partenze è aumentato vertiginosamente. Da 4.000 si è passati a 59.000 nel 2018 (secondo le statistiche spagnole). Questo aumento delle partenze è la conseguenza delle loro politiche migratorie, le quali hanno favorito, soprattutto, ulteriori partenze via mare dal momento in cui si è deciso di costruire le barriere. La domanda da porsi è: perché si è arrivati a questa situazione? In effetti il Marocco, nel tentativo di ottenere un mezzo per esercitare pressioni sull’Europa, aveva bisogno di un flusso di migranti più ampio rispetto ai 4.000 e in questo ci è riuscito. È ben ricompensato politicamente e finanziariamente (nessuna denuncia europea per esempio della repressione dell’Hirak Rif e di Jerada che ha portato all’arresto di oltre 1000 prigionieri politici oltre a 140 milioni di euro …). Lo stesso ragionamento vale per alcuni ambienti politici europei che avevano anche loro bisogno di un flusso più importante per alimentare il discorso della paura anti-migrante.

Photo credit: José Palazón
Photo credit: José Palazón

D: Sul soccorso in mare nello Stretto o nel mare di Amborán Spagna e Marocco sono giunti ad un accordo. Potete parlarcene?
Per quest’ultima domanda, non ho dati sufficienti su questo accordo. Tutto quello che posso dire è che sul campo non abbiamo rilevato nessun miglioramento dei mezzi di salvataggio in mare: il Marocco preferisce spendere i soldi ricevuti per rintracciare e reprimere i migranti piuttosto che per salvare vite in mare. La conseguenza è un aumento significativo del numero dei morti (l’ospedale di Nador ha ricevuto 244 cadaveri di migranti nel 2018). Un’altra osservazione che può essere collegata a questo accordo è che sempre più imbarcazioni di migranti vengono bloccate in mare dalla Marina spagnola o da Frontex fino all’arrivo della marina marocchina, che blocca i migranti e li rispedisce in Marocco (sulla nostra pagina facebook troverete delle testimonianze).

Photo credit: José Palazón
Photo credit: José Palazón

Sara Corsaro

Sono laureata in Mediazione linguistica e culturale a Siena e poi in Diritti umani all'Università degli Studi di Padova con una tesi su confini e cittadinanza. Sono una volontaria della scuola di italiano autogestita e gratuita "LiberaLaParola" che svolge le sue attività a Padova. "LiberaLaParola" è un progetto dell'Associazione Open Your Borders.
Per Melting Pot traduco dal francese e scrivo.