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Permesso di soggiorno UE di lungo periodo: come una sentenza della Corte di Giustizia dell’UE discrimina i minori dall’ottenimento di un diritto

di Marco Bacillieri e Monica Tiengo *

Prima di tutto bisogna partire dal cd. “decreto sicurezza Maroni“: fra le varie disposizioni introdusse dal 9 dicembre 2010 l’obbligo della conoscenza della lingua Italiana – livello A2 – per poter ottenere il “Permesso di soggiorno UE di lungo periodo” (l’ex carta di soggiorno).

Tale norma andrebbe ritenuta anticostituzionale in quanto discrimina le persone sulla base del livello culturale, ma in questi anni non è mai stata messa in discussione tanto da essere stata ancora riproposta con la legge Salvini per produrre un accesso ai diritti differenziato. Emblematiche le modifiche all’ottenimento della cittadinanza italiana (QUI la scheda pratica).
Va ricordato che prima del decreto Maroni, il familiare ricongiunto al coniuge/genitore già in possesso della carta di soggiorno, acquisiva lo stesso titolo. A livello di “buon senso” era una disposizione giustissima perché se lo Stato permette di ricongiungere una famiglia è assurdo che siano poi rilasciati permessi di durata diversa.

Per essere ancora più chiari il ricongiungimento familiare si può chiedere SOLO per coniuge, figli minori e genitori (ultra sessantacinquenni), bisogna essere in possesso dei requisiti richiesti (abitazione idonea, reddito sufficiente ecc.: QUI la scheda pratica) e molto spesso i tempi d’attesa, pur trovandoci di fronte a un diritto, sono vergognosamente lunghi (ad esempio la Prefettura di Milano impiega SEMPRE più di un anno solo per convocare il richiedente, in altre città i tempi sono addirittura più lunghi, mentre in altre si attestano sui 9-10 mesi).

Il “pacchetto sicurezza” di Maroni ottenne l’effetto sperato e cioè allungare i tempi e rendere molto più difficile l’acquisizione del permesso UE di lungo periodo; in particolare questa limitazione colpì molte donne che pertanto NON poterono più chiedere l’assegno di maternità in caso di nascita di un figlio.

Di fatto con l’introduzione del test di conoscenza della lingua italiana sono ancora colpite persone che magari NON hanno mai frequentato una scuola nemmeno nel loro Paese di origine e che impiegheranno anni per poter superare il livello A2.

Ottenere il “Permesso di soggiorno UE di lungo periodo” è sempre più importante perché ad esso vengono direttamente collegati alcuni diritti, ma va sottolineato che NON è automatico averlo dopo 5 anni di permanenza regolare in Italia, i requisiti richiesti sono rigidi:
– Idoneità alloggiativa in base al numero di persone che possono abitare in quel appartamento, e ovviamente la residenza;
– Tabella dei redditi minimi legate al numero delle persone componenti il nucleo familiare;
– Fedina penale immacolata [[La presenza di condanne non potrebbe comportare un automatico diniego del rilascio del pds. Ma sempre più spesso avviene il contrario e il – Essere in possesso di un qualsiasi regolare permesso di soggiorno da almeno 5 anni;
– Test di conoscenza della lingua italiana.

Alcuni di questi requisiti è bene ricordare non sono previsti in caso di titolari di protezione internazionale (status di rifugiato e protezione sussidiaria).

Con la nuova circolare emessa dal Ministero dell’Interno il 6 settembre 2019, che fanno riferimento ad una sentenza della Corte di Giustizia dell’UE rimasta nel cassetto per anni, ora si colpiscono le fasce più deboli: i minori di 14 anni arrivati con ricongiungimento familiari e soprattutto coloro che nasceranno in Italia, anche se entrambi i genitori sono in possesso di Permesso di soggiorno UE di lungo periodo.

Quest’ultimo caso è il più discriminatorio e già le organizzazioni sindacali e le associazioni antirazziste stanno predisponendo i primi ricorsi.

L’assenza del sopracitato titolo esclude i minori dall’ottenimento di una importante misura di sostegno al reddito, la cosiddetta “carta acquisti” che garantisce in base all’ISEE un importo di 40 euro mensili per i primi 3 anni di vita.

In pratica, è impossibile a un minore di 13/14 anni, ricongiunto con un genitore, ottenere tale permesso prima dei 18 anni.

E’ infine importante sapere che il figlio può richiedere il rilascio del PdS UE di lungo periodo con il reddito del genitore solo se è minorenne, se ha 18 ed un giorno, e non sta terminando il ciclo di studi, NON può chiedere il rilascio di questa tipologia, ma potrà farlo solo quando avrà un suo reddito e tutti gli altri requisiti.
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* Marco Baccilieri svolge attività come volontario presso un patronato in due comuni della provincia comasca.

* Monica Tiengo è la referente dello sportello immigrazione dell’ADL Cobas.