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In Tunisia “tutti i giovani hanno già provato ad andare in Europa, è quasi un passaggio obbligato”

Leslie Carretero, InfoMigrant - 5 novembre 2019

Photo credit: Mehdi Chebil per InfoMigrants

Marzouk, 28 anni, originario di Zarzis, ha lasciato il suo Paese per fuggire dal razzismo:
“Ho lasciato la Tunisia perché ero vittima di razzismo a causa del colore della mia pelle. Noi tunisini con la pelle nera non possiamo lavorare come i bianchi in Tunisia, i datori di lavoro non vogliono assumerci.

A lavoro alcuni capi non mi chiamavano mai per nome, mi dicevano: “Nero, vieni”. A volte dovevo fare tutti i lavori da solo mentre gli altri non avevano niente da fare.

Mi veniva detto continuamente che non potevo essere davvero di origini tunisine dato che sono nero.

Anche durante i miei studi, le cose erano complicate per me. I professori mi davano dei cattivi voti anche se lavoravo bene. Per gli altri era facile, ma per me era complicato.

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Marzouk e il suo amico sono fuggiti dalla Tunisia a causa del razzismo. Credit: Mehdi Chebil per InfoMigrants

Per la strada la gente ci insultava e ci guardava male, soprattutto le persone anziane.

Ero impegnato con una tunisina bianca, ma non potevo sposarla perché la sua famiglia non voleva che lei stesse con un nero.

Con un amico di infanzia, anche lui nero, ci dicevamo spesso che dovevamo fuggire dal Paese, eravamo stanchi di subire così tante violenze. Così un giorno, con altri conoscenti abbiamo comprato una barca e abbiamo preso il mare. Dovevamo partire, non avevamo altra scelta.”

Hakim, 21 anni, originario di Zarzis, ha lasciato il suo Paese per motivi economici:

“Mio padre e mio fratello sono neri, io sono più chiaro di loro. Io conoscevo molto bene i problemi legati al colore della pelle. È molto difficile vivere e lavorare in Tunisia se sei nero.

Anche se avevo la pelle bianca non trovavo lavoro in Tunisia malgrado la mia formazione logistica. Anche se studiamo, ci sono poche possibilità di trovare un impiego.

Perdevo il mio tempo lì, non avevo un futuro.”

Youssef, 25 anni, originario di Djerba, ha lasciato il suo Paese per trovare un lavoro:
“Ho provato nove volte a prendere il mare, ma ogni volta sono stato recuperato dalla marina tunisina. È la prima volta che riesco a raggiungere Lampedusa.

In Tunisia lavoravo in un negozio di alimentari, ma è stato incendiato tre volte. Ho provato a fare il parrucchiere o l’imbianchino, ho fatto cinque diverse formazioni, ma non ho trovato un lavoro.

Inoltre i miei fratelli vivono in Francia. Io sono l’unico figlio della famiglia a vivere in Tunisia con mia madre, mi piacerebbe ritrovare i miei fratelli. Anche mio padre viveva in Francia, ma è morto da due anni e non ho potuto rivederlo prima della sua morte.

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Un giovane tunisino davanti al porto di Lampedusa. Credit: Mehdi Chebil per InfoMigrants.

In Tunisia avevo una fidanzata, ma dato che non avevo soldi la sua famiglia ha rifiutato il matrimonio.

In Tunisia, tutti mi hanno detto di andare in Europa. Tutti i giovani ci hanno già provato almeno una volta, è quasi un passaggio obbligato.”

Mahmoud, 24 anni, originario di Sfax, ha lasciato il suo Paese vedendo sui social media la vita dei suoi amici partiti per vivere in Europa:
“In Tunisia lavoravo nel settore meccanico, ma non avevo molto lavoro e guadagni.

É molto difficile lavorare in Tunisia: se hai i soldi puoi fare tutto, ma se non ce li hai non hai niente. È molto difficile vivere quotidianamente questa ingiustizia. Sulle loro pagine Facebook o Instagram è chiaro che la vita è più facile. Anche loro mi dico che vivono meglio lì.

Quando sarò riuscito a lasciare l’Italia, troverò un lavoro e tutto sarà più facile.”