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Crisi migratoria in Grecia: isolani protestano contro i campi sovraffollati

BBC news, 22 gennaio 2020

Gli striscioni recitano "Rivogliamo le nostre isole, rivogliamo le nostre vite"

22 gennaio 2020 – Cortei e proteste sono stati organizzati sulle isole greche di Lesbo, Samo e Chio, contro la gestione da parte del Governo dei migranti in arrivo dalla Turchia.

Il numero di migranti sta aumentando, e le condizioni nei campi sovraffollati sulle isole sono terribili.

Al campo di Moria, il più grande sull’isola di Lesbo, ci sono più di 19mila richiedenti asilo che vivono in una struttura con capienza massima di 2840.

Gli striscioni sul teatro comunale di Lesbo proclamano “vogliamo indietro le nostre isole“.
Un altro recita: “Niente più prigioni per le anime umane nel Nord dell’Egeo.

Il governatore regionale dell’Egeo settentrionale – Kostas Moutzouris – ha dichiarato mercoledì di essere “infastidito” dal fatto che le isole greche siano state “trasformate in luoghi di concentrazione e detenzione” per migliaia di persone in tutto il mondo.
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Dimostranti in gran numero sul lungomare che si affaccia sul porto del capoluogo costiero Mytilene

Da mezzogiorno circa 3.000 dimostranti hanno raggiunto Mytilene, capoluogo dell’isola, mentre altri 1.500 si trovavano nel centro della città di Samo.

Negozi, farmacie e stazioni di servizio hanno preannunciato la chiusura, così come qualche clinica ed alcuni studi legali. Tassisti e conducenti di autobus dichiarano di volersi unire alla manifestazione.
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Cresce la tensione sulle cinque isole Egee, dove dimorano più di 41.000 migranti

Molti residenti qui si sentono abbandonati. Sull’isola di Samo, Giorgios, un barista che lavora grazie al turismo, dice alla BBC di essere infuriato col governo.
Qui è come una prigione“, dice. “Ai migranti non è consentito di lasciare l’isola. Non sono liberi di andare dove preferiscono“.

Il Ministro per le Migrazioni e l’Asilo, Notis Mitarakis, che han visitato Samo e Lesbo nel weekend, ha sottolineato due strade per mettere un freno alle migrazioni verso le isole: “Primo, un controllo più efficiente dei nostri confini, secondo, l’immediato rimpatrio di coloro i quali non ottengono la protezione internazionale“, ha dichiarato.

Nella città di Samo, il campo profughi è in un oliveto su una collina a pochi minuti a piedi dal centro cittadino.
È frequente vedere migranti indugiare sulle panchine nella zona del porto.

Nel centro di Samo sono più loro di noi“, dice Giorgios. “Sono diversi da noi. Cambiano la nostra cultura.” È preoccupato che ciò abbia un effetto negativo sul turismo.
La città di Samos prima era piena di turisti. Molte persone che conosco, anche dall’Inghilterra, dicono che non verranno più in città.

Il Ministro greco per la Protezione della Cittadinanza afferma che attualmente ci sono circa 7.200 migranti che vivono nel campo di Samos, progettato per soli 700.
La popolazione locale della città di Samos è di circa 6.500.

Sovraffollamento nei campi greci

Migranti e rifugiati sulle isole del Mar Egeo

Fonte: governo greco
Fonte: governo greco

La situazione si fa sempre più tesa. A dicembre, il sindaco di East Samos, Giorgos Stantzos, è stato ripreso in un video mentre cacciava via alcuni migranti dalla piazza centrale della città, urlando ed insultandoli.

Il sindaco è stato accusato di razzismo. Si è difeso dicendo che stava cercando di impedire ad alcuni migranti di interrompere un evento di Natale.

Stantzos è un operatore subacqueo e di soccorso volontario, ha aiutato a salvare i richiedenti asilo dal mare, ma in questi giorni sta spingendo i migranti a lasciare Samos.
Ho salvato persone in passato e, se necessario, lo farei di nuovo ora“, mi ha detto.
Quando ci sono vite umane in pericolo, bisogna proteggerle.”

Ma noi vogliamo che rifugiati e migranti vadano in un altro posto, Grecia o altre parti dell’UE”, prosegue. “Sempre più persone stanno arrivando e rimangono sulle nostre isole. Vivono in tende [baracche, NdT] in condizioni inumane.”
Dice che può diventare “un incubo”, se continua così.
Nessuno dei migranti con cui ho parlato è soddisfatto dalle condizioni del campo a Samo.

Hisham, di Gaza, afferma che si tratta di un “ambiente malato“, aggiungendo poi: “È una situazione molto brutta. Sono qui da tre mesi e nulla è cambiato. Spero di lasciare quest’isola il prima possibile“.

Martha, del Ghana, ha affermato di aver ricevuto per la prima volta un letto in un container dove era l’unica donna. “Mi sono trasferita in una tenda ed è molto freddo.

Dice che i greci si allontanano quando la vedono per strada. “Non vogliono i rifugiati qui. Non va bene“, dice.

Voglio trasferirmi da Samos. Non mi piace affatto Samos. Voglio andare in città. Forse lì sarà diverso.”