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Il 14 gennaio è partita una nuova carovana migrante proveniente dall’Honduras che intendeva attraversare il Guatemala e il Messico per arrivare negli Stati Uniti. Replicando il modello delle carovane di massa che hanno attraversato il Messico nel 2018, i migranti si sono organizzati attraverso messaggi sui social media per affrontare il viaggio insieme. Poco dopo, è stata annunciata la partenza dall’Honduras di una seconda carovana di migranti.
Il viaggio che avrebbero dovuto affrontare queste due nuove carovane sarebbe stato decisamente più difficile di quello degli honduregni partiti nella stessa rotta nel 2018: da allora, i governi del Messico, Guatemala, Honduras ed El Salvador hanno firmato diversi accordi con Washington per disincentivare la migrazione, e anche se nei documenti non si è mai fatto riferimento ad accordi di paese terzo sicuro, di fatto creavano dei presupposti attraverso i quali per migranti sarebbe stato impossibile superare i confini del Centro America.

Gli accordi – tutti firmati sotto la minaccia degli Stati Uniti di sospendere accordi commerciali e aiuti allo sviluppo nei suddetti paesi – danno il diritto di espellere dagli Stati Uniti tutti i richiedenti asilo che abbiano attraversato i paesi del Triangolo Nord (Guatemala, Honduras e El Salvador) senza aver chiesto prima la protezione umanitaria in quei paesi. Questa strategia fa si che sia impossibile per queste persone uscire dal Triangolo Nord, e anche se riescono a superare i confini ed arrivare in Messico, gli accordi che il governo di Lopez Obrador ha stabilito con gli USA costringono i migranti a chiedere asilo in quel paese.
La trappola burocratica viola il diritto dei migranti di chiedere asilo in un posto sicuro, e non rispetta il principio di non-refoulement stabilito dalla Convenzione sui rifugiati del 1951, per il quale “Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo,un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche” 1. Wolf ha confermato anche la presenza di agenti “tattici” in Guatemala.
Sabato 18 gennaio un gruppo della carovana ha cercato di attraversare il confine fra il Guatemala e il Messico ma è stato respinto dalla Guardia Nacional 2. Un altoparlante riproduceva il messaggio: “Lei sta facendo ingresso in modo irregolare in Messico. Deve avere un visto messicano o un documento migratorio. Non si esponga ai trafficanti di persone. La sua vita è in pericolo. Non si lasci ingannare. Non è sicuro che gli Stati Uniti gli daranno asilo: lo potrebbero rimpatriare immediatamente in Guatemala. Il Messico le offre lavoro nel suo paese d’origine”.
Dopo gli scontri, la estación migratoria di Tecún Umán è stata chiusa per sette ore. Molti dei migranti si sono dispersi, cercando un altro punto d’ingresso.
A partire dall’implementazione del piano di contenimento migratorio in Messico, sono aumentati gli agenti della Guardia Nacional al confine con il Guatemala. Ciò ha portato a un riduzione del 70% del flusso dei migranti centroamericani in Messico negli ultimi sei mesi, e a un aumento esponenziale delle richieste di asilo in quel paese.
In effetti, a giugno del 2019 le richieste di asilo hanno superato di un 70% quelle fatte a gennaio dello stesso anno. I migranti si trovano con un’amministrazione che maschera la sua politica di contenimento migratorio con il piano Quedate en Mexico, attraverso il quale offre ai migranti visti per lavoro temporanei. Nonostante ciò, soltanto il 0,6% dei migranti che hanno attraversato il Messico nel 2019 sono riusciti ad ottenere un visto regolare 3.
- Art 33 https://www.unhcr.it/wp-content/uploads/2017/01/Convenzione-di-Ginevra-del-1951_.pdf] Nonostante ciò, secondo il sito Latino Rebels, giovedì 16 gennaio un gruppo di 300 migranti appartenenti alla prima carovana è stato espulso dal Guatemala e riportato in Honduras. Secondo questa fonte, in un operativo congiunto fra le forze dell’ordine guatemalteche ed elementi dell’agenzia americana ICE (Immigration and Customs Enforcement) i migranti salvadoregni sono stati caricati in pullman messi a disposizione dalle forze americane e sono stati rimpatriati in Honduras. Secondo il segretario di sicurezza americano Chad Wolf, le carovane migranti di quest’anno sono cambiate rispetto a quelle del 2018 e del 2019: non si ha davanti una carovana di massa ma piccoli gruppi dispersi e questo è da attribuire agli accordi che si sono stabiliti con i governi. “Ciò che è cambiato sono gli accordi stabiliti con l’Honduras, il Guatemala e anche il Messico”
- https://www.animalpolitico.com/2020/01/caravana-migrante-mexico-abren-frontera/
- https://politica.expansion.mx/mexico/2019/12/20/ingresaron-18-millones-de-migrantes-a-mexico-en-2018-menos-del-1-con-papeles