Continua il traffico nei porti italiani di navi che trasportano armi.
Recentemente il caso della saudita Bahri Yanbu 1 a Genova, che ha visto la veemente protesta nowar promossa dai portuali genovesi. Lo scorso mese l’avvistamento di navi turche a Trieste 2
Un andirivieni di navi sospette che ad oggi non solo continua, ma aumenta in modo esponenziale.
Nel porto di Genova si sono registrate martedì 26 febbraio sei navi “Cargo – Hazard A (Major)”. Trasporto etichettabile come pericolo maggiore, quindi presumibilmente armamenti.
La CMA CGM RACINE, battente bandiere maltese, con itinerario europeo (Genova – Valencia – Barcellona – Fos sur mer – Genova). La ASIATIC ISLAND, proprietà Singapore (Haifa – Fos sur mer – Genova). La CSAV TRAIGUEN, della Liberia, con itinerario europeo Las Palmas – Valencia – Barcellona – Gioia Tauro – Genova.
La ALEXIS, delle Marshall, che ha viaggiato sulla rotta Algeciras – Malta freeport – Livorno – Genova e con destinazione Marsiglia.
La NYK OWL, battente bandiera giapponese, itinerario Honk Kong – Singapore – Perama (Grecia) – La Spezia – Genova.
La SAFMARINE NILE, di Hong Kong, passata dal Marocco (Tanger Med) e dalla Spagna (Algeciras – Valencia – Castellon – Barcellona).
Sono previsti altri arrivi di navi con cargo sospetto:
– la TROUPER, del Portogallo, con itinerario anche extracomunitario: Fos sur mer – Genova – Napoli – Haifa – Fos sur mer e che, a breve, tornerà in Italia;
– la MSC LIVORNO, battente bandiera tedesca, che è passata da Yantian (Cina) – Singapore – Kulayyah (Arabia Saudita) – Beirut (Libano) – La Spezia ed infine Genova (arrivo previsto per oggi, 28 febbraio 2020). Su questa nave la cosa è ben più grave: essendo battente tedesca, vengono di fatto violate le misure restrittive del Governo tedesco nei confronti dei sauditi poiché il cargo è stato effettuato proprio in un porto dell’Arabia Saudita complice di crimini umanitari in Yemen;
– MSC DONATA, battente bandiera Panama, arrivo previsto a Genova il 29/02/2020. Anche qui, si intravedono gravi violazioni: viene previsto l’attracco alle navi cariche di morte di Erdogan. Infatti, la nave panamense si è caricata di armi come un mulo in Turchia (Izmir – Gemlik – Diliskelesi – Tekirdag).
Di fatto la tappa italiana può essere vista come un trampolino degli armamenti turchi destinati al conflitto siriano.
Capitolo Trieste, dove il traffico di armi e mezzi militari turche è florido ormai da diverso tempo e non accenna a diminuire. Anzi s’infittisce.
La fotografia al 26 febbraio indicava che erano presenti cinque navi con cargo “Pericolo A”, trattasi anche qui presumibilmente di armi.
Due navi turche: la UN INSTANBUL, dove si registra il ripetuto itinerario Bari – Trieste – Topcular. E la EPHESUS SEAWAYS, che emula il percorso registrato recentemente da un’altra nave turca, ossia Tuzla – Trieste con doppia andata e doppia ritorno.
Presenti altre navi con cargo di massimo pericolo: la portoghese K STREAM che al momento viaggia in soli porti italiani (andata/ritorno Venezia – Trieste) e la MANDO, di Antigua & Barbuda, che effettua continui rifornimenti di armi nei porti della Turchia (Ambarli – Diliskelesi – Tekirdag – Gemlik – Izmir).
Ma in questi giorni si sono registrati altri attracchi di navi turche con cargo di armi.
Ieri alle ore 5 è attraccata la DARDANELLES SEAWAYS dove viene ripetuto l’itinerario Patrasso – Tuzla – Trieste. Esattamente come la ASSOS SEAWAYS3. La SAFFET BEY, sempre del governo di Erdogan, ha effettuato tripla andata e triplo ritorno Cesme – Trieste con arrivo sempre ieri all’alba. La TROY SEAWAYS, con triplo viaggio Trieste – Tuzla ed arrivo ad Instanbul e nuovo attracco nel porto italiano.
Infine, la nave AS CAROLINA, del Portogallo: Limassol (Cipro) – El Dekheila (Egitto) – Beirut (Libano) – Izmir (Turchia) – Perama (Grecia) e arrivo a Trieste preventivato il primo marzo.
I porti italiani continuano ad ospitanare navi cariche di armi, che effettuano itinerari in Paesi guerrafondai ed implicati nei conflitti più aspri del mondo: Siria e Yemen su tutti.
Consentire l’attracco ad imbarcazioni “cargo A” che toccano i porti sauditi o che provengono dalla Turchia vuol dire essere complici dei governi dittatoriali fautori delle più gravi crisi umanitarie del nuovo millennio.
L’Italia deve chiudere le porte alle navi della morte.
Apriamo i porti agli esseri umani e chiudiamoli alle armi!