Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Tuzla (Bosnia) – Intervista a Senad Pirić, di Tuzlanski volonteri

La campagna Lesvos calling lungo la rotta balcanica

Foto di Bozen Solidale

Senad Pirić, di Tuzlanski volonteri, ci racconta la situazione a Tuzla, punto di passaggio per i migranti prima di arrivare al confine bosniaco-croato.
Come giornalista ha iniziato a seguire la questione nel 2018, ma da giornalista è diventato anche volontario. Inizialmente arrivavano gruppi di 20-25 persone, si fermavano qualche giorno ed erano pressoché invisibili alla città, in quanto i volontari facevano alloggiare loro negli ostelli e non dormivano per strada, ma dal 2019 il numero di migranti provenienti da diversi paesi (Pakistan, Afghanistan, Siria, Bangladesh, Iraq, Iran, Marocco) è cresciuto. Tuzla è la prima stazione che incontrano nel loro camminino tra Serbia e Bosnia.

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La presenza dei migranti a Tuzla – spiega Senad Pirić – è iniziata nel 2018 per poi intensificarsi dal maggio 2019. È difficile fare una stima precisa ma, tra città e dintorni, si contano circa 500 migranti di cui 300 raccolti attorno alla stazione ferroviaria dove i volontari di Tuzla, nonostante l’indifferenza delle istituzioni locali, riescono a distribuire pasti regolari e ad essere di supporto alle persone. La situazione è terribile perché la gente arriva esauste e come volontari cercano di fornire loro non solo cibo e coperte, ma anche rispetto, trattandoli come esseri umani e facendoli sentire a casa, non importa la loro provenienza“.

La popolazione di Tuzla – continua il giornalista e volontario – si divide tra chi sostiene questa situazione è chi è contrario. Le persone si fermano 2-3 mesi o pochi giorni, dipende se hanno soldi per comprare i biglietti del treno per ripartire“.
Chi ha permesso a queste persone di entrare – conclude – ne dovrebbe essere anche responsabile. Non possono essere abbandonate per anni perché esistono dei diritti per loro. Per l’estate ci aspettiamo più arrivi e più problemi, quando al contrario potrebbero essere accolte in luoghi caldi invece di farle dormire all’addiaccio. Avere un luogo dove stare renderebbe tutto più semplice da gestire e sicuro per loro“.

Video a cura di Angela Disanto e Matilde Ramini.

#Lesvoscalling

Una campagna solidale per la libertà di movimento
Dopo il viaggio conoscitivo a ottobre 2019 a Lesvos e sulla Balkan route, per documentare e raccontare la drammatica situazione sull'isola hotspot greca e conoscere attivisti/e e volontari/e che si adoperano a sostegno delle persone migranti, è iniziata una campagna solidale lungo la rotta balcanica e le "isole confino" del mar Egeo.
Questa pagina raccoglie tutti gli articoli e il testo di promozione della campagna.
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