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CPR di Gradisca – I reclusi in sciopero della fame da 4 giorni

Il Prefetto di Gorizia conferma il primo caso di Coronavirus

Dal CPR di Gradisca è arrivata ieri la richiesta di aiuto nel diffondere il più possibile le volontà dei reclusi in sciopero della fame da ormai 4 giorni.
Lo riferisce l’assemblea No Cpr e no frontiere del Friuli Venezia Giulia che rilancia quotidianamente le testimonianze dei migranti trattenuti nel centro, dove lo scorso gennaio ha perso la vita il cittadino georgiano Vakhtang Enukidze.
In serata di ieri il Prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello confermava il primo caso di Covid-19 all’interno del CPR. A maggior ragione di fronte a questa emergenza è necessario che siano bloccati i trattenimenti in tutti i centri detentivi e che si proceda alla loro immediata chiusura 1.

Oggi, 25 marzo, continua lo sciopero della fame nel CPR di Gradisca, alcuni detenuti sono al terzo giorno senza mangiare. Ieri sono stati raccolti i nominativi di alcuni di loro, ma per ora non hanno ricevuto alcuna visita medica.

Lo sciopero si è ora esteso, le stime attuali sono di circa 50 detenuti in sciopero. Rispetto ai motivi della protesta comunicati ieri (cibo avariato che crea problemi intestinali e assenza di saponi e ricambi di vestiti), oggi si fa più forte la richiesta di essere liberati.

I reclusi ribadiscono di non essere né animali né criminali, di essere stati messi nel CPR a causa di problemi con i documenti che non possono risolvere stando chiusi nel CPR. Dichiarano che il CPR è ancor peggio di una prigione e che, se il virus entra, si ammalano tutti. Hanno paura, nel caso si ammalassero, che nessuno li aiuterebbe e li lascerebbero morire lì. I reclusi inoltre hanno smesso di mangiare anche per la paura che il cibo sia infetto poiché sia le guardie della struttura sia i lavoratori, che consegnano il cibo sotto le sbarre delle gabbie, escono ed entrano dal centro e potrebbero essere portatori del virus.

I reclusi sanno che altrove ci sono CPR che hanno chiuso e chiedono di essere rilasciati anche loro per poter tornare nelle loro case.

La richiesta a chi è fuori è di aiutare e che le volontà della loro protesta siano ascoltate“.

  1. https://www.meltingpot.org/Emergenza-coronavirus-Bloccare-gli-ingressi-nei-CPR-e.html