Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Tuzla (Bosnia) – L’esperienza del motel solidale

La campagna Lesvos calling lungo la rotta balcanica. Un articolo di Bozen solidale

Photo credit: Angela Disanto

A Tuzla, la terza città per grandezza della Bosnia ed Erzegovina, sono ancora palpabili le tensioni politiche e sociali nonostante la guerra sia finita da 25 anni.

L’intera area di Tuzla è un punto d’incontro e di passaggio strategico per le persone che percorrono la Balkan Route, sia per chi proviene dalla Serbia sia per chi arriva da sud e ha attraversato l’intera Bosnia.
La stazione ferroviaria della città, nonostante sia in stato di abbandono da anni, convoglia centinaia di migranti che qui si fermano prima di tentare “The Game” a Bihać o Velika Kladusa per raggiungere la Croazia.

Photo credit: Angela Disanto
Photo credit: Angela Disanto

Più di 300 persone vivono in un accampamento informale dove decine di tende rappresentano un rifugio al freddo inverno bosniaco; qui alcune associazioni, tra cui la Croce Rossa Araba, distribuiscono pasti caldi e generi di prima necessità. Tantissimi sono i minori afgani, iracheni e pachistani che raccontano di essere in viaggio da anni.

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Aarif è scappato dall’Iraq all’età di 15 anni. “Tra due mesi compirò diciotto anni, sono in viaggio da quasi tre anni, sono a Tuzla da due settimane in attesa di partire per Bihać – ci spiega -. Nel passaggio dei vari confini ho perso tutto, ma non la speranza che mi guiderà verso una vita migliore. Potranno alzare muri e barriere ma troveremo il modo per superarli”.

Altre 200 persone vivono nella zona periferica della città in piccoli accampamenti o in qualche rudere abbandonato, invisibili tra gli invisibili.

Nonostante Tuzla sia diventata un crocevia della Rotta Balcanica, i volontari che abbiamo incontrato ci spiegano che il governo bosniaco non ha nessuna intenzione di aprire centri di prima accoglienza in città visto che ad ottobre si voterà per il rinnovo del consiglio comunale e tutti i partiti, compresi quelli di centro sinistra che oggi governano, non vogliono perdere voti per dare una sistemazione dignitosa a chi vive in condizioni drammatiche.

Photo credit: Angela Disanto
Photo credit: Angela Disanto

L’unico presidio presente è un motel, ristrutturato e gestito dall’Associazione Pomozi.ba, che accoglie una quarantina di persone vulnerabili, alcune delle quali sono state picchiate e praticamente torturate dalla polizia croata nel tentativo di oltrepassare il confine.

I volontari presenti ci raccontano però che, nonostante l’importanza dell’esperienza, il motel solidale non può e non deve sopperire alle palesi mancanze delle istituzioni che però, finora, sono restate in silenzio davanti alla richiesta di creare strutture di accoglienza temporanee almeno per chi ha diritto ad una protezione internazionale.

Video a cura di Angela Disanto e Matilde Ramini.

#Lesvoscalling

Una campagna solidale per la libertà di movimento
Dopo il viaggio conoscitivo a ottobre 2019 a Lesvos e sulla Balkan route, per documentare e raccontare la drammatica situazione sull'isola hotspot greca e conoscere attivisti/e e volontari/e che si adoperano a sostegno delle persone migranti, è iniziata una campagna solidale lungo la rotta balcanica e le "isole confino" del mar Egeo.
Questa pagina raccoglie tutti gli articoli e il testo di promozione della campagna.
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