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Abbiamo le mani sporche di sangue

Un editoriale di Times of Malta del 17 aprile 2020

Photo: AFP

Nel settembre e nell’ottobre del 2002, 220 eritrei furono deportati da Malta, scatenando molte polemiche. Secondo uno sconcertante rapporto pubblicato nel 2004, molti di loro tornarono in Eritrea e finirono nelle mani del violento regime, che inflisse loro numerose torture.

Nell’aprile 2020, cinque dei numerosi migranti bloccati in una barca a largo delle coste maltesi sono stati ritrovati morti, mentre i sopravvissuti hanno detto che altre sette persone erano disperse (probabilmente morte). Nel 2002 abbiamo assistito a un peccato di azione; nel 2020, a uno di omissione. Entrambi crimini terribili.

Iniziamo dichiarando l’ovvia preoccupazione: non stiamo vivendo una situazione normale. Il COVID-19 ha portato caos in tutto il mondo, mettendo a rischio la tenuta dei sistemi sanitari e destabilizzando l’economia. I governi stanno subendo pressioni per attuare misure estreme al fine di salvare vite umane, a prescindere dalla nazionalità.

Nel momento in cui il Times of Malta ha pubblicato la notizia secondo cui mercoledì alcuni migranti abbandonati in mezzo al mare hanno perso la vita, il governo si è difeso affermando che sarebbero morti prima di entrare nelle acque maltesi. Da un punto di vista legale, questa giustificazione potrebbe reggere, ma in fondo non è altro che uno specchietto per allodole. Le autorità maltesi si sono volontariamente rifiutate di inviare una motovedetta, pur sapendo della presenza di cadaveri a bordo del barcone e che i sopravvissuti erano allo stremo.

Purtroppo, abbiamo visto alternarsi diversi governi che, specialmente all’inizio della legislatura, hanno fatto gli stessi errori di valutazione nel momento in cui si sono ritrovati ad affrontare il dilemma dell’immigrazione. Davanti a una crisi che non sa gestire, un governo farà sempre ricorso a reazioni impulsive.

L’amministrazione di Fenech Adami è stata criticata per come ha gestito la questione dei migranti albanesi. Il governo Gonzi è stato costretto ad attenuare i suoi metodi, Joseph Muscat è passato dal minacciare il respingimento in Libia dei migranti a un approccio più ragionevole.

Durante una guerra, i diritti fondamentali non sono sospesi. In tempo di guerra, prendi tutte le tue autopompe per estinguere le fiamme. In tempo di guerra, non sprechi risorse preziose per sorvegliare migliaia di cacciatori che praticano il loro “hobby”

Tutti questi governi avevano una cosa in comune – si rendevano tutti conto che salvare le vite di chi è in mare non dovrebbe essere soggetto a condizioni prestabilite. Il nuovo governo di Robert Abela ha fallito la sua prima prova importante.

La scusa penosa del governo secondo cui siamo “in guerra” fa acqua da tutte le parti. Durante una guerra, i diritti fondamentali non sono sospesi. In tempo di guerra, prendi tutte le tue autopompe per estinguere le fiamme. In tempo di guerra, non sprechi risorse preziose per sorvegliare migliaia di cacciatori che praticano il loro “hobby”.

È un segreto risaputo che le Forze Armate maltesi hanno ricevuto l’ordine di attuare delle tattiche per ritardare il proprio intervento quando avvistano dei migranti a largo dell’isola, nella speranza che attracchino in Italia o che vengano respinti con la forza nel paese da cui sono scappati. Ora questa strategia ha portato a gravi conseguenze.

È ugualmente vergognoso che vari stati membri dell’UE abbiano adottato un atteggiamento quasi inerte rispetto al tema dell’immigrazione, soprattutto quando la tragedia non è in atto sulla soglia di casa loro.

Logicamente, la piccola Malta non può gestire la politica migratoria di un intero continente da sola. Se abbiamo l’obbligo legale e morale di salvare vite umane, abbiamo però bisogno di aiuto in tre modi: essere supportati con uno sforzo chiaro e coordinato per rintracciare e catturare gli scafisti; essere aiutati nella ricollocazione dei rifugiati nel continente europeo; ideare un efficace piano di aiuti nel nord Africa.

L’Unione Europea ha fatto solo dei passettini esitanti per aiutare nella ricollocazione dei rifugiati. È stata invece totalmente incapace di attuare le altre due misure.
Infine, il governo maltese non può sottomettersi a chi di noi è guidato dal pregiudizio, dalla disinformazione e dall’odio. Sapere di godere dell’appoggio dell’opinione pubblica non riduce la gravità del crimine.

Speriamo soltanto che il governo non stia opportunamente distogliendo l’opinione pubblica dall’emergenza socio-economica causata dal coronavirus per dirigerla verso i vulnerabili richiedenti asilo, descrivendoli come una minaccia per la nostra salute quando, in realtà, coloro che hanno portato a Malta il COVID-19 sono stati gli europei nei loro viaggi di lusso e i locali. Malta e i leader dell’Unione Europea verranno giudicati duramente dal tribunale della Storia.