In questi giorni di grande attenzione per la salute pubblica, parleremo di una proposta shock di alcuni medici francesi: “Sperimentare il vaccino in Africa“.
Stiamo parlando dello scambio di opinioni avvenuto tra il primario dell’ospedale parigino Cochin, Jean-Paul Mira e Camille Locht, direttore di ricerca all’Inserm, i quali hanno ipotizzato di utilizzare il contesto africano per testare il nuovo vaccino anti Covid19.
Di fronte alla gravità di queste affermazioni e al seguito anche dell’ondata di sdegno all’interno dell’opinione pubblica anche l’OMS ha preso una posizione netta, bollandole come razziste e indice di una mentalità coloniale.
Non vorrei essere provocatorio, ma dire le cose come stanno: Welcome in Occidente, dove i bianchi pensano di essere così superiori che il razzismo e la debolezza diventano in qualche modo banali!
È inconcepibile continuare ad accettare questo atteggiamento! La nostra terra non è un laboratorio. Io denuncio vivamente queste gravi proposte, razziste e sprezzanti. Aiutateci a salvare vite in Africa e a fermare questo virus che sta destabilizzando il mondo intero, invece di usarci come cavie! Tutto questo è aberrante.
Sappiamo che permane la concezione dell’inferiorità di alcune etnie, ma nel 2020, in piena pandemia, questa idea diventa inaccettabile da tutti i punti di vista.
Sono dichiarazioni razziste. È vergognoso e orribile ascoltare degli scienziati fare queste osservazioni nel ventunesimo secolo. Li condanniamo con la massima fermezza.
L’Africa non può e non sarà un terreno di prova per nessun vaccino.
L’Africa non ha bisogno di aiuto, ma di rispetto.
In Africa le conseguenze di un’epidemia coronavirus sarebbero devastanti, molto più che in Cina o in Europa.
La propagazione del virus dipende da molti fattori. Nel continente africano, per esempio, l’ingresso di casi di Covid-19 è stato lento e molti dei Paesi sono in stato di allerta con molte misure preventive che finora sono state efficaci.