Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Una sentenza di 113 anni fa a tutela della cittadinanza italiana

Tribunale di Roma, ordinanza del 25 febbraio 2020

In questa sentenza il Tribunale di Roma ha accolto la richiesta di riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis ad alcuni cittadini brasiliani rigettando l’eccezione ministeriale della c.d. Grande Naturalizzazione, ossia la principale obiezione sollevata dal ministero nel corso degli ultimi mesi, secondo cui con decreto n.58 del 1889 del Governo provvisorio brasiliano sarebbe stato introdotto un meccanismo di rinuncia automatica di cittadinanza per tutti i cittadini stranieri (compresi gli italiani) residenti in Brasile al 15 novembre 1889.
Il Tribunale di Roma, viceversa, conferma l’orientamento della Corte di Cassazione di Napoli del 1907, secondo cui, in ragione della natura di diritto assoluto, la cittadinanza italiana può perdersi solo in forza di un rinuncia tramite un atto volontario ed esplicito e non anche a seguito di una rinuncia implicita derivante dal mancato esercizio della rinuncia alla cittadinanza brasiliana

Una sentenza davvero particolare che da un lato esalta la capacità di mantenimento dei diritti acquisiti nel tempo e giuridicamente tutelati, ma dall’altro evidenzia come la normativa abbia bisogno di un aggiornamento (chiaramente migliorativo) che tenga conto dei cambiamenti storici in atto. La situazione sociale ed economica che determina i cambiamenti migratori mondiali oggi è profondamente diversa da quella a cavallo tra 1800 e 1900.
I vari aggiornamenti normativi succeduti negli anni non hanno mai di fatto aperto la strada ad una possibilità di aggiungere allo iure sanguinis anche lo ius soli, ad eccezione del  art. 1, comma 2 legge n. 91/92 per i figli di ignoti, ma escludendo alcuni provvedimenti straordinari (vedi quella per connazionali residenti dal 1940 al 1947 in Istria, Fiume e Dalmazia). tutta la normativa ha assunto un carattere di estrema complicazione e quasi punitivo per chi non nato in Italia intenda acquisirne la cittadinanza.

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Tribunale di Roma, ordinanza del 25 febbraio 2020