Lunedì mattina (25 maggio N.d.T) alle 08:50 la Guardia Costiera turca ha recuperato 4 gommoni di salvataggio al largo di Aslanburnu, in Turchia, con a bordo un totale di 72 migranti.
Le persone che si trovavano a bordo hanno riferito di essere state messe sui gommoni dalla guardia costiera greca, mentre provavano a raggiungere il sud di Lesbo.
La GCE (Guardia Costiera Ellenica) ha trascinato le imbarcazioni in acque turche e le ha lasciate andare alla deriva verso la Turchia.
Sabato mattina un incidente simile si è verificato al largo di Dikili, dove 29 persone a bordo di due gommoni di salvataggio sono state salvate dalla GCT (guardia costiera turca). Anche queste persone sono state messe in mare dalla GCE, mentre tentavano di raggiungere il sud di Lesbo.
Negli scorsi mesi ci sono stati innumerevoli incidenti simili; persone imbarcate su gommoni senza alcun tipo di carburante, rimaste alla deriva fino al salvataggio da parte della GCT. Sembra una procedura consolidata, compiuta dalla guardia costiera ellenica in tutto il mar Egeo.
Questi casi sono stati diligentemente documentati: non c’è dubbio che siano stati compiuti dalla guardia costiera greca, ma l’UE non ha ancora condannato la Grecia per aver compiuto questi atti disumani ed illegali nei confronti di persone vulnerabili in cerca di protezione.
Le azioni della guardia costiera greca hanno causato vittime; bambini, donne e uomini vengono messi in pericolo di proposito.
Come può la comunità internazionale permettere che questo vada avanti?
Non è stata presa alcuna misura per mettere fine a questa pratica disumana ed illegale.