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La situazione sull’isola hotspot greca di Lesbo e nel campo di Moria

Un report di Becky's Bathhouse

traduzione di Laura Talamona

Questo è il nostro terzo report sul campo profughi di Moria e sulla situazione attuale dell’isola di Lesbo.
Le otto persone infette da COVID-19 a Lesbo sono state curate; le dinamiche di propagazione del virus all’interno dei campi per rifugiati rimangono incerte.

Le condizioni attuali del campo:
22 aprile – Due rifugiati sono stati minacciati con una pistola da un uomo greco di 55 anni. L’uomo, successivamente sottoposto a custodia, è stato rilasciato per una cauzione di 1000 € e verrà processato in data ancora da stabilire (fonte Al Jazeera, 27 aprile). Le vittime sono ora al sicuro.

Di recente è apparso un video girato a Moria durante la coda per il pasto che mostra chiaramente i militari greci nell’atto di lanciare contenitori di cibo agli abitanti.

Questo comportamento disumano è particolarmente preoccupante poiché una volta che il campo sarà messo in quarantena totale sarà proprio il personale militare a dettare legge.

L’UNHCR aveva inizialmente promesso di trasferire 1.500 tra i “soggetti più vulnerabili” da Moria ad Atene entro il 25 aprile. Le persone scelte si erano già preparate ed erano pronte a partire, ma l’UNHCR e il governo greco hanno deciso di revocare il piano con la scusa ufficiale di diminuire il rischio di diffusione del COVID-19 durante il viaggio.

Il campo per rifugiati di Kara Tepe, a Lesbo, che di solito garantisce tre pasti al giorno, è stato altalenante nella consegna del cibo dall’inizio del Ramadan; mentre le temperature sull’isola salgono, diverse persone vengono lasciate senza cibo né acqua.

Dall’inizio dell’isolamento per il COVID-19 l’UNHCR ha bloccato la distribuzione dei 90 € al mese previsti per gli uomini e dei 50 € per le donne che attualmente vivono nel campo per rifugiati di Moria.

Scenari futuri:
Abbiamo notato che il governo usa il COVID-19 come scusa per tenere chiuso il campo profughi di Moria e che ha intenzione di procedere allo stesso modo anche dopo la pandemia.

Ufficialmente la quarantena sull’isola di Lesbo è terminata il 4 maggio; tuttavia la data finale per l’isolamento del campo è stata fissata per l’11 maggio. Il governo ha richiesto un aumento del personale militare e di polizia a controllo del campo affinché i rifugiati non possano girare liberamente sull’isola. La situazione viene giustificata sostenendo che beni essenziali come cibo, acqua, denaro, medicine, dottori ecc. sono disponibili all’interno del campo. Abbiamo constatato che non è così.

L’UNHCR ha deciso di installare uno sportello ATM all’interno del campo di Moria per evitare che i rifugiati si rechino nella città principale, Mitilene. Crediamo che questa sia una pessima idea perché porterà a un aumento delle violenze, dei furti e delle tensioni tra gruppi etnici, e il denaro non sarà comunque sufficiente a sostenere più di 22.000 persone.

Tra qualche settimana nel campo di Moria verrà sperimentato un nuovo sistema di controllo sanitario, chiamato “triage centrale”. Sarà prevista una “fila dal dottore” per un breve consulto, poi i pazienti verranno reindirizzati a Keelpno, Kitrinos, MSF, dove dovranno aspettare di nuovo in coda prima di poter consultare un medico. Le code saranno vicino a una strada e sotto il sole cocente.

Per quanto riguarda noi:
In questo periodo stiamo facendo il possibile per coinvolgere tutti i membri del nostro staff, inclusi i nostri incredibili volontari, vitali per portare avanti il nostro lavoro. Siamo estremamente grati a tutti coloro che ci hanno supportato tramite donazioni di denaro, scorte, beni vari, borse con prodotti igienici. GRAZIE, non potremmo fare il nostro lavoro senza di voi!