Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

Salvata per un pelo, una giovane siriana si è salvata dal respingimento delle autorità belghe

Getting the Voice Out, 10 maggio 2020

In piena crisi sanitaria planetaria, il Belgio ha tentato di oltrepassare una nuova frontiera nella sua politica migratoria. Il primo respingimento mai recensito sul territorio belga doveva aver luogo venerdì 8 maggio mattina.

E. ha 16 anni, ha lasciato la Siria 5 mesi fa. Il suo percorso l’ha portata a prendere un volo dalla Grecia al Belgio. E’ atterrata all’aeroporto National-Bruxelles martedì 5 maggio. Arrestata non appena arrivata, le autorità hanno immediatamente tentato di farle prendere un volo di ritorno verso il suo luogo di partenza, la Grecia, il più discretamente possibile. La giovane ragazza ha rifiutato questa espulsione.

Il 6 maggio 2020 l’Ufficio immigrazione, avvisato dalle autorità, ha emesso un ordine di respingimento per la ragazza e pianificava un nuovo respingimento verso la Grecia venerdì 8 maggio.

Il 7 maggio 2020, un informatore avverte di questa situazione. Diversi soggetti fanno urgentemente pressione nei confronti dell’Ufficio immigrazione per evitare questo nuovo tentativo di respingimento.

In seguito alle pressioni sostenute da parte dei diversi soggetti nei confronti dell’Ufficio immigrazione, il Dipartimento di Tutela è stato avvisato in data 7 maggio 2020 alle 15 e la giovane Siriana è stata liberata in extremis. E. è stata detenuta circa 48 ore nella zona di transito dell’aeroporto.

In nessun momento E. ha potuto far uso del suo diritto alla protezione internazionale.

La situazione è a maggior ragione più grave dato che si tratta di una minore e dunque vulnerabile per definizione e che, secondo l’articolo 3 della Convenzione relativa ai diritti del minore, deve essere protetta.

Una tale pratica di respingimento, chiamata anche “push back”, è completamente illegale.

Questa pratica di respingimento conosciuta per essere stata messa in pratica in Grecia, in Spagna, alla frontiera franco-italiana e in molte altre frontiere del nostro continente, con il sostegno dell’agenzia Frontex, è stata denunciata come illegale dall’UNHCR già nel 2016 in particolare sulla rotta balcanica. Farne ricorso è illegale, violento e razzista.

Come fa il Belgio a permettersi di oltrepassare un nuovo limite nella crudeltà del trattamento inflitto alle persone migranti? Chi si nasconde dietro questo tipo di raccomandazioni? È in totale opposizione alle convenzioni internazionali poiché viola la clausola di non-respingimento della Convenzione relativa ai rifugiati. Se questo respingimento è il primo di cui siamo informat*, ci stiamo allora interrogando riguardo al numero di persone che avrebbero già potuto subirne uno nel disprezzo dei loro diritti!?

Noi denunciamo e condanniamo fermamente tutte le espulsioni, a maggior ragione quando si tratta di minori.
Stop alle politiche razziste!
No all’escalation di orrore!
No ai respingimenti.