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Cassibile – Le condizioni dei braccianti non sono migliorate

Report dell'incontro a cura della Rete Antirazzista Catanese

Nella giornata mondiale del rifugiato si è tenuto un incontro interetnico con i migranti di Cassibile nella tendopoli informale, da loro costruita durante la stagione di raccolta delle patate (aprile-maggio); nel corso dell’incontro i volontari di Africa Unita hanno distribuito decine di tende e sacco a pelo. Come avviene da quasi 20 anni centinaia di braccianti stagionali si trasferiscono a Cassibile durante la transumanza del lavoro migrante nelle campagne meridionali.

La stragrande maggioranza dei migranti che arrivano a Cassibile è regolare con il permesso di soggiorno – rifugiati, richiedenti asilo, protezione umanitaria, in regola con il PDS, in attesa di rinnovo – ma, non essendo riconosciuto a loro il diritto di lavorare nel rispetto delle norme contrattuali, viene spinta verso il lavoro irregolare con il rischio di perdere il permesso di soggiorno, grazie a vergognose leggi razziali come la Bossi-Fini e le leggi (in)sicurezza. Se venisse rispettato il Contratto di Lavoro l’assunzione di manodopera dovrebbe essere eseguita tramite gli uffici preposti, il salario orario netto dovrebbe essere di 6 euro e venti, sei ore e trenta minuti la giornata lavorativa, spese logistiche, di trasporto e materiale di lavoro (scarpe antinfortunistiche, guanti) a carico del datore di lavoro. Ma nella pratica il collocamento è sostanzialmente in mano ai “caporali” e ai subcaporali, in base alle varie etnie; costoro gestiscono anche i trasporti (da 3 a 5 euro il costo) e trattano salari differenziati. Gli orari sono “flessibili”, se vuoi lavorare devi comunque essere in grado di riempire quotidianamente almeno 100 cassette, ognuna del peso di 20/22 chili . E’ drammatico che ciò si ripeta ogni anno in una terra dove 52 anni fa ci furono eroiche lotte bracciantili che riuscirono a debellare a livello nazionale le piaghe delle gabbie salariali e del caporalato e che ad Avola costarono la vita ad Angelo Sigona ed a Giuseppe Scibilia. Negli anni scorsi numerosi migranti hanno inoltre ricevuto la vergognosa contestazione di “invasione di terreni o edifici e danneggiamento” da parte delle forze dell’ordine; come al solito lo stato riesce a dimostrare la sua forza solo con i deboli, peccato che sia sempre debole con i forti.

Perché non si controlla a monte le aziende che beneficiano del “servizio” svolto per loro conto dai caporali? Perché ci si accanisce contro chi non ha il permesso di soggiorno, criminalizzandolo, quando invece ci sono non poche ditte che evadono i contributi ed ingrassano i caporali? Perché non si individuano e perseguono le ditte che commercializzano le patate provenienti da Tunisia, Egitto, Cipro e Marocco (conservate più a lungo grazie all’illegale uso di antiparassitari), spacciandole per prodotti locali?

Il principio di “Uguale salario per uguale lavoro” o diventa la bussola dell’associazionismo antirazzista e del sindacalismo conflittuale o la differenziazione etnica dei salari (anche quest’anno oscillano da 30 a 40 euro al giorno per 9/10 ore lavorative!) può innescare fratricide guerre fra poveri, contrapponendo lavoratori italiani e migranti, e gli stessi migranti di diverse nazionalità, soprattutto in presenza dell’attuale devastante crisi economica, aggravata quest’anno dalla pandemia del Coronavirus. Dopo che l’anno scorso sono stati demoliti i casolari del cosiddetto hotel Sudan, quest’anno, visto che i previsti moduli abitativi non sono ancora stati costruiti, a centinaia i migranti si sono costruiti all’ingresso di Cassibile alcune decine di tende/capanne per riposare durante la notte ed essere a disposizione all’alba per massacranti giornate di lavoro. Quest’anno, dopo 5 anni senza tendopoli “ufficiale”, almeno un po’ d’acqua arriva; purtroppo l’aggressività delle destre razziste, che preferiscono ignorare che lo sfruttamento dei caporali dipende dall’evasione contributiva delle aziende locali, sanno solo accanirsi contro i migranti che potrebbero attentare alla salute della popolazione locale.

La Rete Antirazzista Catanese fa appello all’Amministrazione Comunale ed all’associazionismo siracusano solidale, affinché si provveda al più presto all’iscrizione anagrafica dei migranti che ne fanno richiesta, si distribuiscano i fondi regionali per il coronavirus a partire da chi ne ha più bisogno e s’inizino a costruire i moduli abitativi in modo che non ci si risvegli l’anno venturo scoprendo un’ennesima “emergenza” per l’arrivo dei migranti stagionali.

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