Sabato 20 giugno, a Padova, per le vie di zona Palestro, è successo qualcosa. Lontano dalle chiacchiere di chi, tronfio del proprio privilegio – maschile e bianco – pensa di poter decidere cos’è la storia e come si racconta e “contestualizza”, più di un centinaio di persone dai generi differenti e divergenti, dai molti colori ed età, hanno deciso di prendere in cura la memoria collettiva. L’hanno aperta per stanarvi i mostri che ancora ci tormentano e danno forma a quel razzismo sessista di matrice coloniale che plasma le gerarchie materiali nella nostra società.
Sabato, per le strade del quartiere Palestro, i fatti di cui portano il nome vie coloniali quali Amba Aradam, Amba Alagi, Lago Ascianghi e Tembien, sono stati ricordati per quello che sono: stragi razziste e imperialiste, occultate da una retorica nazionale ancora oggi impegnata ad assolvere sé stessa. Al loro posto sono sorte vie per la sanità pubblica, per i partigiani neri, per le donne vittime di madamato, per il diritto alla vita, all’ambiente, al respiro.
Ma il lavoro è appena iniziato. È importante sostenere e condividere questo percorso di riscoperta cittadina, di decolonizzazione degli spazi e di creazione di memoria storica collettiva, ed è importante farlo utilizzando le risorse più innovative di cui disponiamo.
È questa la direzione scelta dal progetto “Decolonizzare la città. Dialoghi visuali a Padova”, a cura di Annalisa Frisina ed Elisabetta Campagni. In continuità con quanto espresso nella giornata di Sabato 20, il progetto vuole creare una narrazione visuale partecipata, in cui progettazione, riprese e contenuti siano discussi in maniera orizzontale e collaborativa tra i e le partecipanti.
Partendo dalle vie contes(tat)e della nostra città, i protagonisti e le protagoniste del progetto daranno vita a racconti e performances artistiche finalizzate a decostruire la storia egemonica coloniale; un laboratorio in cui student*, artist* e attivist* afro-discendenti collaboreranno al fine di far emergere contro-narrazioni sulla storia coloniale italiana e costruire insieme una memoria critica e antirazzista attraverso dialoghi artistici visuali.
“Decolonizzare la città” è in concorso con altri 24 importanti progetti di documentario sociale, selezionati da ZaLab per il programma partecipativo: CinemaVivo. Affinché “Decolonizzare la città” possa vedere la luce è importante sostenere il progetto votandolo e/o donando sul sito di ZaLab, dove si trovano maggiori dettagli sull’idea di produzione.
È necessario ripensare il passato per agire un altro futuro possibile, ed è necessario farlo mettendo in campo gli strumenti artistici, sociali e politici migliori che abbiamo.