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“Diario di immagini”: video racconto delle attività da remoto

Le immagini salienti di due mesi di quarantena e del periodo post lockdown

“Diario di immagini” #andràtuttobene è il racconto delle attività che si stanno svolgendo da remoto a partire dal 13 marzo 2020 assieme ad un gruppo di persone con background di migrazione forzata ed arrivate in Italia negli ultimi anni.

Il progetto, interamente autofinanziato, è portato avanti da un’insegnante di italiano come lingua straniera e mediatrice culturale e un’assistente legale che lavorano free lance, assieme al supporto di altri professionisti (tra i quali insegnanti di lingua italiana, arte e matematica). Esso ha inizio nel 2017 a Roma e può dirsi un’iniziativa “dal basso” poiché è realizzata al di fuori del sistema di accoglienza, ed include la scuola di italiano, il doposcuola/aiuto compiti, le attività artistico-culturali ed il supporto legale.

In questi anni il progetto è cresciuto, vedendo il coinvolgimento di sempre più persone. Relativamente agli eventi culturali scelti tra i tanti che offre la città di Roma (cinema, mostre, concerti, spettacoli teatrali), essi sono aperti a tutti, ossia a persone con background migratorio e non. Il fine è quello di creare situazioni di condivisione e scambio che favoriscano la conoscenza reciproca e la creazione di una rete di relazioni e rapporti che si rivelano preziosi per chi è arrivato da poco nel paese e ne sta ancora imparando bene la lingua.

A seguito dello scoppio della pandemia COVID-19 le attività prima organizzate “in presenza” non si sono fermate ma sono state realizzate in modalità online. La scuola di italiano, il doposcuola/aiuto compiti, le attività culturali, lo scambio linguistico con studenti di altre parti d’Europa e l’assistenza legale sono continuate e si sono state arricchite grazie alla tenacia da parte di tutti coloro che vi hanno preso parte.

Il video racchiude le immagini salienti dei due mesi di quarantena e le successive relative al periodo post lockdown. Esso vuole essere una memoria appassionata dei tanti momenti di studio, svago e lavoro condivisi e del rapporto che, nonostante la modalità digitale, si è fatto ancora più stretto tra i partecipanti. Questo a ribadire che la distanza è stata, ed è, soltanto fisica nel momento in cui al centro delle relazioni e di qualsiasi attività cognitiva, formativa ed anche ricreativa ci sia il rapporto interumano, inteso come profondo interesse per le persone, per la loro realtà e la loro storia.

In questi mesi c’è stato un grande dibattito sulla didattica a distanza e sulle possibilità fornite dalla modalità da remoto. Relativamente alle nostre attività che coinvolgono (giovani) adulti, nonostante le difficoltà tecniche dobbiamo dire che lo spazio online non è mai stato un ambiente asettico, privo di “corpi” e dunque scevro di quello scambio genuino e immediato tra individui che l’essere in presenza favorisce naturalmente.

Diciamo invece che per far sì che le attività svolte da remoto abbiano la stessa intensità e forniscano gli stessi stimoli di quelle in presenza occorrono capacità di fare rapporto e profondo interesse verso quanto si sta realizzando, entrambi basati sulla certezza che dietro lo schermo ci siano persone, con mente e corpo inscindibili, partecipi anche se fisicamente lontane. La tecnologia è un mezzo, può facilitare o meno i rapporti interumani ma non incide sulla qualità del rapporto in sé, che è qualcosa che sta a monte e che dipende dalla capacità di interagire, comunicare, interessarsi e amare di ognuno.

– Per informazioni: [email protected]

Sara Forcella

PhD in Civiltà dell'Asia e dell'Africa, è arabista, mediatrice culturale ed insegnante di italiano L2. E' inoltre presidente di Fuori Passo ETS, associazione che si occupa di mediazione, orientamento, servizi e formazione per persone con background migratorio.