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Un cittadino albanese morto al CPR di Gradisca d’Isonzo

Una nuova morte annunciata

Un altro morto al CPR di Gradisca d’Isonzo, Gorizia.
Mentre sono 18 i cittadini tunisini trasferiti dall’hotspot di Pozzallo al CPR di Bari. Tra loro dei minori, poi trasferiti in accoglienza solo successivamente alla nostra segnalazione al Garante dei minori. Dopo Bari, alcuni sono stati trasferiti prima a Roma, al CPR di Ponte Galeria per due giorni, quindi a Gradisca d Isonzo. Da qui siamo stati contattati per le precarie condizioni di salute di un cittadino tunisino con problemi di asma.
Ieri due reclusi hanno protestato: uno si è dato fuoco. L’altro si è tagliato le vene. Ci dicono si tratti di due cittadini albanesi condotti poi in ospedale ieri sera, ma di cui non conosciamo le attuali condizioni.
Stamattina una nuova segnalazione: un altro morto di CPR. Pare che sia un ragazzo albanese di 28 anni e la causa sia dovuta a un eccesso di sedativi e tranquillanti, ma siamo in attesa di dettagli. Anche la stampa inizia a diffondere la notizia: “Esclusi al momento segni di colluttazione, ma le cause del decesso del giovane sono ancora tutte da chiarire“.
Una nuova morte annunciata dopo quella di gennaio di Vakhtang Enukidze.

I CPR continuano a rappresentare luoghi di abuso.
I CPR uccidono.
I CPR vanno chiusi.
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Campagna LasciateCIEntrare

La campagna LasciateCIEntrare è nata nel 2011 per contrastare una circolare del Ministero dell’Interno che vietava l’accesso agli organi di stampa nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) e nei C.A.R.A. (Centri di accoglienza per richiedenti asilo): appellandosi al diritto/dovere di esercitare l’art. 21 della Costituzione, ovvero la libertà di stampa, LasciateCIEntrare ha ottenuto l’abrogazione della circolare e oggi si batte contro la detenzione amministrativa dei migranti continua »