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Senegal – L’emergenza sanitaria nel Paese di origine e l’acquisita integrazione socio lavorativa in Italia giustificano la protezione umanitaria

Tribunale di Bari, decreto del 13 agosto 2020

Il tribunale di Bari riconosce la protezione umanitaria in favore di cittadino senegalese per l’esistenza di un percorso di costante e continuativa integrazione sociale e lavorativa del richiedente a fronte di un’esposizione a pericolo della dignità del ricorrente qualora fosse fatto rientrare nel paese di provenienza e avuto riguardo all’attuale situazione pandemica in Senegal.

Sotto il profilo comparativo il Collegio, in accoglimento delle tesi prospettate nel ricorso introduttivo e nelle note difensive, ha rilevato che deve evidenziarsi come il ricorrente avesse dichiarato di aver chiuso già prima della sua fuga dal Senegal il negozio che gestiva in tale territorio, evenienza che, in uno con il lungo tempo trascorso dall’inizio della sua migrazione a partire dal 2014 e del suo sradicamento da quel contesto, anche sotto il profilo economico, oltre che personale, e la situazione comunque difficile sotto l’aspetto economico del Senegal, fa ritenere sussistente una sproporzione incolmabile rispetto all’attuale radicamento e integrazione nel tessuto sociale e lavorativo acquisito, tanto da potersi fondatamente sostenere che un suo rientro nel paese di origine, ove si troverebbe privo di occupazione e fonti di reddito comporterebbe una estrema vulnerabilità con compressione di quel minimo di nucleo irrinunciabile di ormai acquisita dignità personale. A tale situazione deve inoltre aggiungersi che in Senegal, il numero complessivo di casi di persone colpite da COVID ha subito un notevole incremento.

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Tribunale di Bari, decreto del 13 agosto 2020