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Da Calais a Briançon passando dal Mediterraneo: difendiamo la solidarietà con le esiliate e gli esiliati!

Pôle Europe et International. La Cimade - 18 settembre 2020

Photo credit: © Rafael Flichman / La Cimade

A Calais, su iniziativa del Ministro dell’interno Gérald Darmanin, il Prefetto del Pas-de-Calais ha emesso un’ordinanza che “vieta ogni distribuzione gratuita di bevande e di prodotti alimentari” su un perimetro importante della città di Calais. Niente può giustificare di impedire così l’azione umanitaria “non delegata” delle associazioni e dei cittadini che si mobilitano per soddisfare i bisogni essenziali delle persone in difficoltà. Su questo punto, fare riferimento al nostro comunicato stampa inter-associativo: Calais, è urgente che la distribuzione alimentare da parte delle associazioni sia di nuovo resa possibile, 11 settembre 2020.

A Briançon, il nuovo sindaco eletto chiede la chiusura del “Rifugio solidale”, che offre un momento di pausa e di ascolto indispensabile alle persone che attraversano la frontiera franco-italiana. Queste persone sono stravolte dopo un viaggio spesso lungo e estenuante e questo luogo, così come tutti i cittadini solidali che lo fanno vivere, permette loro di dormire, mangiare, lavarsi, avere accesso alle cure ed essere informate sui propri diritti. Oltre a questo, anche il locale tecnico adibito all’assistenza è a rischio chiusura. Su questa via migratoria, l’accoglienza urgente rimane essenziale, così come le assistenze solidali condotte tra i passi montani della regione di Briançon per ridurre i rischi e tutelare la loro vite. Su questo, vedere il reportage di Mediapart: A Briançon, il nuovo sindaco LR vuole chiudere il rifugio solidale dei migranti, 16 settembre 2020.

Nel Mediterraneo, molte imbarcazioni di soccorso e di salvataggio solidali (Sea Watch 3 e Ocean Viking) sono ancora bloccate dalle autorità italiane nel porto di Porto Empedocle (Sicilia). Mentre le operazioni di soccorso e di salvataggio sono state ridotte a zero in alcuni periodi dell’estate, i drammi continuano in mare. Di fronte alle posizioni di chiusura e ai giochi di contrattazione interminabili ai quali si prestano gli Stati europei, alcune persone superstiti, senza la speranza di poter essere un giorno accolte in un porto sicuro, si gettano in mare. Il salvataggio in mare e lo sbarco delle persone soccorse in un porto sicuro sono degli obblighi alla luce del diritto internazionale marittimo. Impedirglielo o partecipare a delle azioni volte a impedire questi sbarchi, equivale a rendersi responsabili della sparizione e della morte di persone. Vedere il nostro ultimo aggiornamento sull’argomento: 2020: un’estate ai “mari-frontiere” europee, 31 agosto 2020.

All’alba della presentazione del nuovo patto europeo sulla migrazione e l’asilo, la posta in gioco è importante. Di fronte al moltiplicarsi dei drammi in mare o sulle vie dell’esilio, riaffermiamo la necessità imperiosa di impegnarsi per un’Europa che incoraggi ogni forma di solidarietà, fondata sulla protezione dei diritti umani, sulla dignità umana, la solidarietà e l’inclusione, senza discriminazione alcuna e per promuovere un’Europa fedele ai suoi principi fondanti fondatori.