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Lesvos – Il Pikpa Camp di nuovo sotto minaccia di sgombero

Il governo greco cerca di chiudere l’esperienza “modello” dell’unico luogo di accoglienza aperto e auto-organizzato dell’isola

Occupato otto anni fa dal Coordinamento delle iniziative auto-organizzate di solidarietà nate anche a Lesbo per far fronte attraverso il mutuo aiuto alla “crisi” economica, e dal 2015 gestito dall’ONG indipendente Lesvos Solidarity insieme ad altri gruppi di volontari internazionali e alle/i richiedenti asilo che vi risiedono, il Pikpa Camp di Neapolis (Mitilene) è ancora una volta sotto minaccia di sgombero.

Mentre tenta di imporre alla popolazione dell’isola il nuovo campo “provvisorio” creato dopo l’incendio che il 9 settembre ha distrutto quello di Moria, e quelli di prossima costruzione annunciati, il governo di Kyriakos Mitzotakis cerca di nuovo di mettere fine all’esperienza “modello” dell’unico luogo di accoglienza aperto e auto-organizzato dell’isola, esempio vivente di una convivenza non solo possibile, ma feconda per tutte e tutti. Provando così a riconquistare il favore dei gruppi di estrema destra protagonisti da mesi di attacchi violenti a migranti e solidali, e della parte di popolazione più ostile alla presenza sull’isola delle/dei richiedenti asilo, e alle sue stesse fallimentari politiche.

Il 31 ottobre – ha infatti dichiarato il ministro Notis Mitarakis – tutti i rifugiati e migranti ospitati nel Pikpa Lesbo lo lasceranno, sotto la responsabilità del Ministero dell’Immigrazione e dell’Asilo. La struttura tornerà nella disponibilità del Ministero del Lavoro, con la prospettiva di riaprire come Campo per bambini o con qualsiasi altra funzione sarà decisa a beneficio della comunità locale”. Una decisione, ha aggiunto, presa “per soddisfare la costante richiesta della comunità locale e dell’Associazione degli Albergatori”; che segue quella – comunicata solo il giorno prima – della chiusura del “vecchio” campo di Kara Tepe, gestito in condizioni ben più dignitose di quelle di Moria dalle autorità locali e anch’esso rivolto, come il Pikpa, ai soggetti più vulnerabili.

All’annuncio del prossimo sgombero Lesvos Solidarity ha subito risposto con il comunicato che riportiamo, tradotto.

Sarà essenziale che l’opposizione e la resistenza a questo inaccettabile sgombero sia sostenuta in ogni modo possibile dalla solidarietà di chi in tutta Europa – e non solo – esige politiche e pratiche radicalmente diverse.

Comunicato di Lesvos Solidarity sulla chiusura del Pikpa Camp annunciata dalle autorità.

Save Pipka – Save dignity

Nel momento in cui a Lesbo è stato ricostruito un nuovo, disumano campo, dopo che un grande incendio ha distrutto quello di Moria, tutte le alternative dignitose per l’accoglienza dei rifugiati sono sotto attacco. Il ministro greco per l’Immigrazione e l’Asilo, Mitarakis, mercoledì ha annunciato alla stampa che il governo chiuderà il Pikpa Camp alla fine di ottobre. Il Pikpa Camp è un luogo aperto, gestito in modo comunitario, che ospita alcuni dei più vulnerabili rifugiati presenti sull’isola. La notizia del piano per la chiusura di Pikpa arriva dopo che l’annuncio del governo secondo cui anche il Campo di Kara Tepè, altro luogo di accoglienza per persone vulnerabili, dovrà essere chiuso a fine dicembre.

Lo ripetiamo:
Finché l’Europa e il governo greco rifiuteranno di fornire alloggi e accoglienza dignitosi alle/ai rifugiate/i continueremo a difendere Pikpa, ora più che mai. Questa non è una lotta in difesa di uno spazio. È una lotta per difendere la solidarietà, la dignità, l’uguaglianza e l’inclusione. È una lotta per resistere all’agenda tossica della segregazione, del contenimento, della degradazione, della repressione, della xenofobia e dell’odio. Sappiamo che possiamo contare sul sostegno [che ci arriva, ndt] da tutta l’Europa – attraverso organizzazioni, istituzioni, politici e singole persone – e lo mobiliteremo con tutte le nostre forze.

Negli ultimi anni la situazione a Lesbo ha reso la vita insopportabile per le/i richiedenti asilo, ma ha anche messo sotto forte pressione la popolazione dell’isola. Nei notiziari, il Ministro Mitarakis ha riferito di una forte richiesta di chiusura di Pikpa da parte della comunità locale. Ripetiamo che fin dall’inizio l’obiettivo di tutti i gruppi che operano nel Pikpa è stato quello di supportare tanto la comunità locale quanto le/i rifugiate/i. Sosteniamo i cittadini di Lesbo in tempo di crisi economica, sosteniamo le infrastrutture sanitarie locali (e ancor di più al tempo del Covid). In diversi momenti di emergenza, ci è stato richiesto dalle autorità di ospitare persone, per evitare che dormissero nelle strade della città, per dare loro uno spazio sicuro. Siamo sempre intervenuti per dare questo supporto.

La decongestione dell’isola è l’unica soluzione, insieme al mantenimento della capacità di accogliere le persone in alloggi dignitosi come Kara Tepe, Pikpa e gli appartamenti esistenti per le persone che arrivano sull’isola. Il nuovo, disumano campo è inaccettabile.

La protezione, la sicurezza e il benessere delle/dei residenti del Pikpa Camp è la prima priorità. Le/i residenti di Pikpa dovrebbero essere trasferiti in un luogo sicuro e dignitoso, quale non è il nuovo Campo. Dovrebbero essere trattati con dignità e rispetto per la loro condizione estremamente vulnerabile.

#Lesvoscalling

Una campagna solidale per la libertà di movimento
Dopo il viaggio conoscitivo a ottobre 2019 a Lesvos e sulla Balkan route, per documentare e raccontare la drammatica situazione sull'isola hotspot greca e conoscere attivisti/e e volontari/e che si adoperano a sostegno delle persone migranti, è iniziata una campagna solidale lungo la rotta balcanica e le "isole confino" del mar Egeo.
Questa pagina raccoglie tutti gli articoli e il testo di promozione della campagna.
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