Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
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A Calais più di 400 persone marciano sotto la pioggia per la libertà e la dignità umana

Passeurs d'hospitalités, 29 settembre 2020

Photo credit: Passeurs d’hospitalités

Calais – Sabato 26 settembre 2020
abitanti di Calais, attivisti, volontari di associazioni ed persone migranti si ritrovano sotto una pioggia battente per partecipare a un corteo di protesta che parte dall’accampamento adiacente all’ospedale di Calais. Nonostante il vento e la pioggia, gli esuli si uniscono alla marcia danzando al suono dei tamburi, la guidano e sfilano con gioia e determinazione sotto la pioggia.

All’arrivo in Place de la Norvège, i discorsi di sostegno e quelli degli esuli si alternano a della musica e improvvisazioni hip hop in tutte le lingue. Nonostante il freddo, è stato un momento di euforia e unità tra persone che non avrebbero altrimenti occasione di frequentare la città.

Al microfono, degli esuli portano testimonianza della loro stanchezza ed esasperazione di fronte alle violenze quotidiane da parte della polizia che li caccia, distrugge le tende e confisca i loro beni, e chiedono di essere trattati come esseri umani e non come animali.

Dietro l’angolo, dei membri di associazioni imbastiscono un tavolino e servono tè e caffè, rispettando un limite immaginario e ridicolo imposto dal decreto prefettizio che limita la distribuzione di generi alimentari.

La questione umanitaria legata al recente decreto prefettizio che vieta la distribuzione di generi alimentari mette in ombra la maggior parte delle altre rivendicazioni nella copertura mediatica anche se, sin dal mese di luglio, la mobilitazione rappresentava una reazione all’arrivo di Gérald Darmanin, alle numerose espulsioni inutili avvenute quest’estate, ai respingimenti forzati, alla carenza di servizi igienici e al mancato accesso all’acqua potabile, alla distruzione dei beni e alla quotidiana violenza da parte della polizia che subiscono le persone senza dimora a Calais.

Se è vero che le persone hanno freddo la notte e sopravvivono in condizioni di vita indegne, degradanti e disumane, e che l’avvicinarsi dell’inverno fa aumentare la tensione, il decreto dell’11 settembre non fa che peggiorare una situazione di per sé già inaccettabile che ancora una volta tocca la solidarietà e che si accanisce ancora di più sui legami sociali cercando di isolare ulteriormente le persone.

Tuttavia, nell’epoca della Brexit e delle discussioni su nuovi negoziati per quanto riguarda il regolamento di Dublino, le rivendicazioni vanno ben oltre il singolo caso di Calais. Infatti, l’appello alla solidarietà risuona da Moria a Briançon e in tutta Europa. Dappertutto sorgono collettivi che si battono per porre fine alla stigmatizzazione e alle politiche violente e deumanizzanti nei confronti delle persone in esilio.

Attualmente sono partite diverse marce solidali in tutta la Francia che convergeranno a Parigi in una grande mobilitazione nazionale il 17 ottobre.
Questa data simbolica commemora il massacro del 17 ottobre 1961 e la repressione omicida della polizia francese durante una manifestazione di cittadini algerini organizzata a Parigi dalla federazione francese del FLN.

Sabato 26 settembre siamo stati lieti di aver visto esuli, abitanti di Calais, attivisti e volontari esprimersi danzando e cantando per le strade. Siamo felici di aver partecipato all’organizzazione di un evento che è stato positivo per tutti, ma, data la situazione attuale, non ci possiamo accontentare di questo.

Dunque, continueremo a tenervi aggiornati sulle prossime manifestazioni, e faremo sì che le situazioni disumane create volontariamente dalle autorità non restino invisibili.