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Le organizzazioni per i diritti umani chiedono che la Grecia indaghi sui respingimenti e le violenze ai suoi confini

Una lettera aperta sottoscritta da 29 organizzazioni

(Atene) – “I membri del Parlamento greco dovrebbero avviare urgentemente un’inchiesta contro tutte le accuse di deportazione illegale di migranti verso la Turchia, avvenute non solo per mano delle forze dell’ordine, ma anche di soggetti terzi non identificati”.

Così si legge in una lettera aperta pubblicata il 6 ottobre da 29 tra organizzazioni umanitarie e organizzazioni per i diritti umani. I rimpatri sono avvenuti prevalentemente attraverso respingimenti ed espulsioni collettive, spesso accompagnati dall’uso della violenza.

Il Parlamento dovrebbe esercitare la propria autorità di supervisione per indagare sulle accuse di tali azioni illegali da parte di pubblici ufficiali e loro incaricati nel Mar Greco e al confine con la Turchia. L’inchiesta dovrebbe valutare se gli atti illegali identificati facciano parte di una politica de facto del Governo, incompatibile con il diritto internazionale, europeo e greco.

Negli anni, media ed enti non governativi hanno costantemente documentato i rimpatri illegali (anche attraverso respingimenti) di gruppi ed individui dalla Grecia alla Turchia, per mano delle forze dell’ordine greche o di uomini a volto coperto non identificati, che sembra lavorino in accordo con la polizia di frontiera.

I rapporti del 2020 hanno registrano numerosi casi in cui il personale della Guardia Costiera Greca, a volte accompagnato da uomini in uniformi nere armati e a volto coperto, ha respinto illegalmente i migranti, compresi coloro che avevano già raggiunto la Grecia. Hanno abbandonato i migrati in mare, a bordo di gommoni senza motore; hanno rimorchiato le loro imbarcazioni fino alle acque turche; o intercettato, attaccato e messo fuori uso le stesse.

I media e le organizzazioni non governative hanno riportato continue accuse secondo le quali gli agenti della Guarda Costiera greca sarebbero responsabili di espulsioni di massa e di respingimenti di richiedenti asilo lungo il confine fluviale dell’Evros con la Turchia.

Il 10 giugno, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha comunicato che sta “monitorando attentamente” la situazione al confine greco, ed ha riferito d’aver ricevuto “testimonianze continue” di arresti illegali di migranti costretti a tornare in Turchia. L’OIM ha aggiunto che la Grecia dovrebbe aprire delle indagini al riguardo.

il 21 agosto, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha dichiarato di essere “profondamente preoccupato dal crescente numero di testimonianze attendibili indicanti che negli ultimi mesi, uomini, donne e bambini potrebbero essere stati rimandati in Turchia in maniera non ufficiale subito dopo aver raggiunto il territorio o le acque territoriali greche”. L’agenzia aveva già rilasciato una dichiarazione simile il 12 giugno.

Durante il dibattito sui diritti fondamentali al confine greco svoltosi il 6 luglio alla LIBE (Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni), il commissario europeo agli affari interni, Ylva Johansson, ha affermato che su questi episodi si deve indagare.

Nel nuovo patto sulla migrazione e l’asilo presentato il 23 settembre, la Commissione europea, per far fronte alle crescenti accuse di abuso ai propri confini, ha invitato gli Stati membri a definire un meccanismo di monitoraggio indipendente. Ma ad oggi nessun sistema del genere è stato istituito.

Il Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis, in un’intervista della CNN del 14 agosto, di fronte ad un articolo del New York Times che documentava i respingimenti illegali, ha affermato: “Questo non è accaduto. Siamo stati vittime di una forte campagna di disinformazione”; suggerendo che, al contrario, la responsabilità fosse della Turchia.

I legislatori greci dovrebbero condurre un’indagine tempestiva, efficace, trasparente ed imparziale sulle accuse secondo cui la Guardia Costiera, la polizia greca, e il personale dell’esercito greco, a volte in stretta collaborazione con uomini mascherati in uniforme, sono stati coinvolti in atti che non solo violano la legge, ma che mettono anche a rischio la sicurezza e la vita dei profughi.

Le organizzazioni per i diritti umani sostengono che tutti gli agenti che risultino coinvolti in tali azioni illegali, al pari dei loro comandanti e superiori, devono essere sottoposti a sanzioni disciplinari e penali, se colpevoli. Le indagini devono mirare a stabilire l’identità degli uomini a volto coperto e degli altri soggetti coinvolti non identificati, ed i rapporti esistenti tra questi e le forze dell’ordine. Devono essere altresì adottate tutte le misure necessarie per fare emergere le rispettive responsabilità. Le indagini dovrebbero riguardare gli eventi del 2019 e del 2020.

Le seguenti citazioni possono essere attribuite ai membri delle organizzazioni coinvolte:

Nonostante il Governo continui a negare, nel corso degli anni, molte vittime e testimoni ci hanno raccontato dei respingimenti via terra e mare che mettono a rischio la vita dei migranti,” ha affermato Eva Cossé, ricercatrice greca per Human Rights Watch.

Il Parlamento dovrebbe assumersi le proprie responsabilità e fare tutto ciò che è in suo potere per porre fine a questa pratica che mette in pericolo la vita dei migranti.

Continuare ad evitare di affrontare le accuse di respingimenti e violenza sui migranti lungo i confini greci non può più essere tollerato” ha sottolineato Adriana Tidona, ricercatrice sulle migrazioni di Amnesty International. “Invitiamo il Parlamento greco ad agire nell’interesse di chi è stato leso da tali azioni e per assicurare che esse non si ripetano”.

Negli anni, abbiamo presentato molte denunce riguardanti o legate a respingimenti al confine, inclusi alcuni casi di morte, che la procura greca sembra ignorare,” ha riportato la portavoce di Greek Helsinki Monitor Panayote Dimitras.
Come proposto dalla Commissione europea, la Grecia deve predisporre con urgenza un meccanismo di monitoraggio dei confini per indagare sulle violazioni, e porre fine agli abusi una volta per tutte.

Secondo Josie Naughton, amministratore delegato di Help Refugees, “il diritto di richiesta di asilo deve essere difeso sempre”. “Il Parlamento greco dovrebbe condurre con urgenza un’indagine per esaminare la ben documentata pratica illegale dei respingimenti e delle espulsioni di massa, che mettono in pericolo la vita di uomini, donne e bambini richiedenti asilo in Grecia.”

Solo negli ultimi tre mesi abbiamo documentato il respingimento di oltre 1.150 richiedenti asilo dalla Grecia,” ha dichiarato la portavoce di Josoor Natalie Gruber. “Questi non sono casi isolati ma violazioni sistematiche del diritto nazionale, europeo e internazionale che il Parlamento non può più ridurre a fake news”.

Le autorità greche continuano ad espellere migranti, compresi coloro che hanno già raggiunto il territorio greco, e ad abbandonarli in mare aperto,” ha affermato Amelia Cooper di Legal Centre Lesvos. “Il Parlamento greco non solo dovrebbe avviare un’indagine su tali pratiche, ma ha anche l’obbligo di decretare immediatamente la cessazione delle espulsioni collettive lungo tutto il confine”.

Per far si che Stati membri, come la Grecia, possano essere ritenuti responsabili di respingimenti e violazioni dei diritti al confine, la Commissione europea deve intensificare gli sforzi per attuare velocemente un appropriato meccanismo di monitoraggio” ha dichiarato il direttore esecutivo di Refugee Rights Europe Marta Welander. “Tale sforzo deve coinvolgere la società civile, le ONG e le istituzioni nazionali per i diritti umani, per assicurare che le prove disponibili siano prese in seria considerazione e che portino a indagini e ricorsi tempestivi”.

Il controllo delle frontiere, di vitale importanza in sé, può essere attuato nel rispetto del diritto internazionale e degli standard internazionali sui diritti umani,” ha ricordato il direttore generale di Solidarity Now Antigone Lyberaki. “Il Parlamento greco ha i mezzi e il dovere costituzionale di vigilare e indagare sulle presunte violazioni dei diritti umani previsti dai trattati internazionali perpetrate dallo Stato greco.”

Terre des hommes Hellas, in quanto organizzazione per la protezione dei minori, è particolarmente preoccupata dal fatto che, tra coloro che sono stati espulsi in modo violento dai confini europei, ci sono bambini anche molto piccoli,” afferma Melina Spathari di Tdh Hellas. “Il Governo greco dovrebbe fermare tali atti e provare ad affrontare le falle del sistema di accoglienza e protezione per le famiglie e i minori non accompagnati.

Sottoscrittori:

Human Rights Watch
ActionAid Hellas
Amnesty International
ARSIS – Association for the Social Support of Youth
Danish Refugee Council
Equal Rights Beyond Borders
Fenix – Humanitarian Legal Aid
Greek Council for Refugees
Greek Forum of Refugees
Greek Helsinki Monitor
Hellenic League for Human Rights
Help Refugees
HIAS Greece
HumanRights360
International Rescue Committee
INTERSOS Hellas
Josoor
Legal Centre Lesvos
Lesvos Solidarity
Medecins Du Monde – Greece
Mobile Info Team
Network for Children’s Rights
PRAKSIS
Refugee Legal Support
Refugee Rights Europe
Refugees International
Refugee Support Aegean
SolidarityNow
Terre des hommes Hellas