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Richiedenti asilo: il Regno Unito considera la possibilità di mettere barriere galleggianti nel canale della Manica

di Justin Parkinson, BBC News - 2 ottobre 2020

Una fuga di notizie ha svelato i piani del governo britannico di posizionare barriere galleggianti nel canale della Manica per bloccare l’arrivo dei richiedenti asilo nel Regno Unito.

Il Ministero degli Interni ha contattato il gruppo commerciale Maritime UK durante l’estate con una richiesta riguardo la possibilità di usare delle “recinzioni marittime” temporanee.

Il sistema dovrebbe avere la capacità di “impedire a una barca di migranti sovraccarica che si muove lentamente, di avanzare“.

Il governo ha dichiarato di “non voler commentare la fuga di notizie”.

Ma Maritime UK ha dichiarato che la costruzione di una recinzione nel canale sarebbe stata “chiaramente illegale”, secondo i termini della Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare.

Quest’anno, sono state quasi 7.000 le persone che hanno raggiunto via mare il Regno Unito, su più di 500 piccole imbarcazioni e spesso in condizioni del tutto inadatte.

Il Segretario di Stato per gli affari interni, Priti Patel, ha dichiarato di essere “determinata a fermare questo traffico criminale”.

Il governo ha considerato la creazione di un centro di raccolta e filtraggio dei richiedenti asilo sull’isola Ascension, a 4.000 miglia dal Regno Unito, o su traghetti in disuso ormeggiati al largo delle coste dell’Inghilterra.

Intanto il Times ha riferito che, tra le altre proposte elaborate dal Ministero degli interni, vi era l’uso di un cannone ad acqua nel canale per creare onde per respingere le imbarcazioni.

‘Innovazione’
Giovedì Matthew Rycroft, il funzionario più anziano del Ministero degli interni, ha riferito ai parlamentari che ” tutto verrà discusso” per migliorare il sistema britannico in materia di asilo.

Ha inoltre aggiunto che il Regno Unito “si è confrontato con le azioni promosse da altri Paesi al fine di portare innovazione al proprio sistema”.

Un’e-mail di Maritime UK, inviata il 17 settembre e vista per la prima volta dal Financial Times, includeva la richiesta presentata dal governo britannico durante l’estate “su quali fossero le recinzioni o gli altri tipi di tecnologie basate sull’uso dell’acqua utilizzabili per inibire il passaggio attraverso le acque territoriali del Regno Unito“.

Una necessità fondamentale era la “capacità di impedire che un’imbarcazione di migranti, lenta e fortemente sovraccarica, riuscisse ad avanzare” e le strutture dovevano essere “posizionabili in un punto preciso e in grado di mantenersi in quella posizione“.

La proposta doveva inoltre includere inoltre l’uso di una tecnologia “rapidamente implementabile e rimovibile“, pur essendo “sicura per coloro che vi entrano in contatto” e “per quelli che la gestiscono“.

Lo stretto di Dover, che separa il canale della Manica dal Mare del Nord, è la via di navigazione più trafficata al mondo.

Il Ministero degli Interni ha suggerito che qualsiasi recinzione dovrebbe essere posizionata “sulla linea mediana” che separa le acque territoriali francesi da quelle britanniche, ma “senza che l’attrezzatura entri nelle acque francesi“.

È stato inoltre riportato, all’inizio di quest’anno, che il governo greco stava progettando di costruire una barriera di reti per scoraggiare l’attraversamento del Mar Egeo a chi salpava dalla Turchia.

La rivista Dezeen ha spiegato che queste strutture avrebbero usato piloni collegati al fondo marino, con 50 centimetri visibili sopra la superficie ed attrezzati con luci lampeggianti.

‘Criminali spietati’
Il leader laburista Keir Starmer ha descritto alcune delle idee considerate dal Ministero degli interni come “disumane” e “ridicole“.

Alla domanda sulla possibilità di un muro galleggiante posto nel canale, una portavoce del Ministero degli interni ha risposto che il dipartimento “non commenta la fuga di notizie“.

È stato inoltre aggiunto da parte del Ministero: “Come il pubblico comprenderà pienamente, non commentiamo su questioni operative perché farlo potrebbe fornire un vantaggio ai criminali, sfruttatori e spietati, che facilitano queste pericolose traversate e che sono alla ricerca di nuovi modi per battere il sistema.”

Ben Murray, direttore di Maritime UK, ha dichiarato: “Siamo l’organizzazione leader in campo marittimo nel Regno Unito e ci consideriamo un collegamento tra industria e governo. Spesso il governo ci interpella per consigli su questioni politiche”.

Il Ministero degli interni ci ha chiesto di presentare proposte per inibire il passaggio alle acque territoriali del Regno Unito e abbiamo posto questa domanda ai nostri membri.”

La nostra visione chiara, che è stata condivisa con il Ministero degli interni, è che ciò è illegale secondo i termini della Convenzione internazionale.”