Alma Mater Studiorum
Università di Bologna
Dipartimento di Scienze Giuridiche
Corso di laurea magistrale in Giurisprudenza
La tutela del “diritto all’abitare” degli stranieri: Italia e Francia a confronto
Anno Accademico 2019 / 2020
Introduzione
In Italia, circa 50.000 persone sono considerate “homeless”; pressappoco la metà sarebbero stranieri. In Francia, si contano più o meno 200.000 senza tetto, tra i quali risulta quasi impossibile individuare gli stranieri. Quella che si configura è una chiara violazione del diritto sociale all’abitare, riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (art.25), dal Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (art.11), e altre importanti Carte e Convenzioni.
Può un individuo vivere dignitosamente, e nell’ambito di una società civile, senza un’abitazione adeguata al suo status di essere umano?
La mancanza di abitazioni adeguate è uno dei problemi più urgenti che l’umanità è chiamata ad affrontare. Questo soprattutto in ragione del fatto che, al di fuori delle logiche economiche e finanziare che ruotano attorno alla questione abitativa, il diritto all’alloggio si inserisce in un approccio che offre all’individuo la possibilità di recuperare la piena e completa dignità.
Il presente elaborato ha come scopo quello di analizzare la tutela riservata al diritto all’abitare a livello nazionale e sovranazionale, per poi focalizzare l’attenzione su come tale diritto venga riconosciuto e garantito anche nei confronti degli stranieri – in particolare i Third Country Nationals.
Si è deciso di comparare Italia e Francia per diverse ragioni: la differente tutela interna (come si vedraà nel I capitolo) e il differente excursus storico in materia di immigrazione (come si vedrà nel III capitolo); ma la ragione principale sta nel vagliare la possibilità di dimostrare che l’adozione di un approccio politico securitario – in materia di immigrazione – e l’adozione di politiche abitative a lungo termine (non accompagnate da misure dirette ad agire sul breve termine, in contrasto all’emergenza), incidono negativamente nei confronti degli stranieri, soprattutto se irregolari.
I diritti sociali hanno generalmente ricevuto scarsa attenzione non solo europeo e internazionale, ma anche nazionale, per due ordini di motivi: da un lato, da sempre l’attenzione è stata focalizzata su interessi di ordine prettamente economici e umanitari; dall’altro, lo sforzo economico che richiede la loro tutela e il loro godimento ha costituito un ostacolo alla loro piena applicazione – per questo sono definiti “finanziariamente condizionati”.
L’obiettivo è quello di rispondere a delle domande fondamentali: viene rispettato il principio di non discriminazione? Qual è il ruolo dello Stato e degli operatori non statali?
Nonostante le differenze e le analogie tra i due sistemi, nessuno dei due è ancora riuscito ad adottare la giusta manovra volt a risolvere la questione abitativa.
– Leggi la tesi
La tutela del “diritto all’abitare” degli stranieri: Italia e Francia a confronto