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LegalAliens Theatre: sentirsi vivi e rappresentati

Nessuno su questo pianeta è un alieno e nessun essere umano sarà mai illegale

Photo credit: LegalAliens Theatre

LegalAliens è una compagnia teatrale diretta da registe internazionali che hanno fatto del Regno Unito la loro casa. Collaborano con artisti di qualsiasi estrazione, indipendentemente da etnia, lingua o nazionalità. La maggior parte del lavoro consiste in una risposta diretta alle necessità di sentirsi visti e rappresentati da parte di registe e registi migranti. Si dichiarano consapevoli che il termine “migrante” si trovi all’intersezione di molte identità, ma l’esperienza dello spostamento da un luogo all’altro è al centro della loro pratica.

Nel dettaglio, l’estetica del gruppo sposa un interesse in stile brechtiano per il teatro sociale / politico con un approccio “europeo contemporaneo“. Difatti, le produzioni teatrali combinano testo con creazioni multimediali e teatro fisico per offrire al pubblico un’esperienza coinvolgente.

Per LegalAliens il teatro è un ponte tra le culture e l’approccio collaborativo alla traduzione mette in primo piano l’importanza della lingua originale nel testo tradotto. Radicata tra le comunità a nord di Londra, la compagnia utilizza il teatro come strumento per promuovere l’inclusione attraverso una serie di laboratori per migranti, rifugiati, richiedenti asilo e chiunque non possa permettersi lezioni di teatro tradizionale.

L’ultima produzione sulla quale la compagnia stava lavorando prima del lockdown dovuto al Covid-19 si chiama Terre Chiuse (Terres Closes):

Perché il “mondo libero” è ossessionato dai muri?
Una fusione unica di poesia, satira, reportage, multimedia e diario di viaggio, Terre Chiuse, del drammaturgo francese Simon Grangeat, ripercorre la storia dei muri moderni – reali e metaforici – da Berlino al Messico fino all’Europa.

A partire dal 1989 con l’euforia per la caduta del muro – “la fine della vergogna“, come è stata descritta – si sposta nello spazio e nel tempo in Messico, nel deserto del Sahara e nel muro d’acqua che circonda la “Fortezza Europa“, terminando con il muro della burocrazia affrontato dai richiedenti asilo.

La potente ed evocativa produzione di LegalAliens presenta un cast internazionale tutto al femminile che ruota attraverso i ruoli di migrante, politico, cittadino e CEO, il tutto parte di un meccanismo perverso e casuale. Una telecamera dal vivo proietta momenti dell’azione sullo schermo, mentre le nostre vite diventano sempre più parte di un gigantesco videogioco in cui anche le situazioni più drammatiche – barche che attraversano il Mediterraneo, tecniche di controllo delle frontiere, vendita di armi – possono essere vendute al pubblico come prodotti glamour.

Basato su ricerche e testimonianze concrete, e interpretato da attori che sono tutti cittadini migranti nel Regno Unito, Terre Chiuse racconta l’ossessione del “mondo libero” per i muri e il nostro viaggio di ritorno alla vergogna.

Ovviamente, come molti colleghi nel mondo, anche LegalAliens si è data da fare per continuare a operare online. Sono tempi duri, affermano, ancora di più per chi vive solo, lontano dalle proprie famiglie, contando spesso su lavori molto precari che sono anche scomparsi. Ecco perché le registe deciso di provare a riprendere online i seminari settimanali per persone migranti e rifugiati.

Ovviamente non è la stessa cosa. Fare teatro significa ritrovarsi in uno spazio fisico. Ma in questi tempi di isolamento sociale, desiderano provare a fornire un luogo in cui le persone possano ancora incontrarsi e parlare.

Ci auguriamo che il teatro possa tornare presto, ma non vogliamo ricominciare come se non fosse successo nulla. Ci auguriamo che questo periodo di riflessione forzata produca più apertura a una varietà di voci, meno ossessione per le vendite, il marketing e il denaro e più attenzione alla creatività e all’innovazione. Non tratteniamo il fiato, ma vale sempre la pena sperare…

P.S: tengono a precisare che il nome della compagnia è ironico: nessuno su questo pianeta è un alieno e nessun essere umano sarà mai illegale…

Alessandro Ghebreigziabiher

Scrittore, drammaturgo, attore e regista teatrale, è nato a Napoli nel 1968 da padre eritreo e madre italiana, ovvero tra due sud, come amo definirmi.