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Autorizzazione alla permanenza in Italia – Il Giudice deve sempre tenere conto del supremo interesse del minore e del legame familiare tra madre e figlia

Corte d'Appello di Catanzaro, decreto del 15 febbraio 2021

La Corte di Appello di Catanzaro ha autorizzato la permanenza in Italia per due anni nei confronti di una giovane madre proveniente dalla Nigeria.
In particolare la giovane donna aveva presentato istanza ex. art. 31 del d.lgs. n. 286/98 al Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, ma il ricorso veniva rigettato in quanto si riteneva che fosse stata prospettata una situazione riconducibile ad una forma di protezione internazionale e che la ricorrente sarebbe stata nelle condizioni di chiedere e ottenere tale protezione.

Avverso tale provvedimento è stato proposto reclamo dinnanzi alla Corte di Appello di Catanzaro che ha fondato la propria decisione su una serie di circostanze quali la tenera età della bambina, la nascita in Italia, la circostanza di essere da sole nel nostro paese, il comportamento tenuto dalla madre ritenuta – nella relazione della psicologa dell’ASP – “attenta e amorevole, concentrata a occuparsi di ogni suo bisogno sia dal punto di vista materiale che dal punto di vista dello sviluppo psico-fisico, tanto che la piccola appare spensierata, serena e aperta al mondo“, e dunque “risulta pienamente provato il legame affettivo tra la madre e la figlia“.

Pertanto, conclude la Corte, “ove venisse allontanata l’unica figura genitoriale di riferimento, la figlia subirebbe una ripercussione grave nella sua dimensione di vita attuale e nelle prospettive di un sano ed equilibrato sviluppo psicofisico“.

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Corte d’Appello di Catanzaro, decreto del 15 febbraio 2021