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Maersk smentisce procura di Ragusa, non vi fu alcuna trattativa preventiva con Mediterranea

Le condizioni delle 27 persone soccorse richiedevano cure immediate in idonee strutture mediche

«Si trattava di una situazione umanitaria e vogliamo chiarire che in nessun momento prima o durante l’operazione è stata discussa o concordata alcuna compensazione finanziaria o sostegno». Con queste parole in un comunicato la Maersk Etienne smentisce le accuse rivolte a Idra social Shipping dalla Procura della Repubblica di Ragusa.

Mediterranea sottolinea di essere giunta l’11 settembre dello scorso anno in soccorso della Maersk Etienne per poter dare un porto sicuro a 27 persone che erano rimaste bloccate insieme all’equipaggio per 38 giorni. Un episodio senza precedenti che è stato definito la “vergogna d’Europa”, il più lungo stand – off che si ricordi. «Come ribadito da giorni, Idra Social Shipping non ha commesso nessuna azione illegale ed è pronta a dimostrarlo nelle sedi competenti».

E’ la stessa Maersk Etienne a spiegare che a distanza di mesi dall’operazione di salvataggio «per coprire parte dei costi sostenuti a seguito dell’operazione» Maersk ha deciso di dare un contributo di 125.000 euro a Idra. L’associazione ribadisce che non c’è stato alcun accordo preventivo, tanto meno di natura lucrativa.
«Non c’è stato nessun tentativo di favorire l’immigrazione clandestina; accusa per cui la stessa Procura di Ragusa ammette di non avere alcuna prova, ma solo “ipotesi”».

Sono state le condizioni di salute dei migranti a suggerire un intervento immediato. Scrive, infatti, Maersk: «Abbiamo concordato con Mediterranea che avrebbero condotto una valutazione dello stato di salute utilizzando il team medico a bordo del Mare Jonio. Il trasferimento sulla nave è avvenuto a seguito della valutazione che le condizioni delle persone soccorse richiedevano cure immediate in idonee strutture mediche».

«Le accuse rivolte – denuncia Mediterranea Saving Humans – puntano solo a colpire il soccorso civile in mare. Un soccorso che al momento risulta necessario visti i numeri di naufragi nel Mar Mediterraneo Centrale».

A difendere Mediterranea dalle accuse della Procura sono l’Avv. Gaetano Fabio Lanfranca e l’Avv. Serena Romano. «I nostri assistiti – affermano i legali – sono indagati per il delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina pluriaggravato, un reato gravissimo che il nostro ordinamento punisce con la reclusione fino a trent’anni».

Nei prossimi giorni verrà depositata l’istanza di riesame del provvedimento cautelare adottato dalla Procura di Ragusa poiché, secondo il team legale, «l’ingresso sul territorio nazionale non è stato “illegale” ma è avvenuto nel rispetto delle procedure di legge e con assegnazione di un Place of Safety da parte delle autorità competenti».

«Riteniamo – concludono gli avvocati – che non sia possibile dubitare che le 27 persone soccorse l’11 settembre del 2020 versassero in uno stato di necessità e d’altronde ricordiamo che il personale dell’UNHCR, intervenuto al momento dello sbarco, ha constatato che si trattava di soggetti provenienti da Sudan, Ciad, Camerun, Libia e Eritrea in condizioni di vulnerabilità estrema, al punto da esprimere pubblicamente il proprio apprezzamento per l’intervento risolutivo della Mare Jonio nel superamento di una delle più drammatiche vicende umanitarie degli ultimi anni».