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Mediterraneo centrale: report febbraio 2021

Soccorsi, respingimenti e naufragi

1 marzo – A due mesi esatti dall’inizio del nuovo anno, sono 5.033 i migranti approdati sulle nostre coste, contro i 2.359 del 2020 e i 269 del 2019. Nel solo mese di febbraio sono arrivati, autonomamente o con il supporto delle flotte civili e della Guardia Costiera Italiana, 3.895 migranti, di cui 398 minori, tutti disperatamente in fuga da mondi in cui è ormai impossibile sopravvivere.

I casi sono pressoché raddoppiati rispetto all’anno precedente e triplicati in accostamento al mese di febbraio 2020 in cui giunsero 1.211 persone. Sono in forte crescita le partenze dalla Tunisia, copiose già dal mese di agosto a seguito dell’insostenibile crollo economico che continua a diffondere instabilità nel Paese.

In allarmante aumento anche i respingimenti operati in Libia dalla cosiddetta Guardia Costiera. Dall’inizio dell’anno al 1 marzo, sono 4.029 le persone intercettate e ricondotte in arbitraria detenzione, 222 minori, almeno 142 dispersi e 28 corpi restituiti dal mare. Restano per il momento ancora senza volto e senza nome le vittime dei tre naufragi registrati nel corso del mese:
– il primo, a Lampedusa venerdì 19 febbraio durante un’operazione notturna di trasbordo effettuata dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza in cui si salveranno 47 persone;
– il secondo in acque SAR libiche sabato 20 febbraio, a seguito di una operazione di soccorso effettuata dal rimorchiatore Vos Triton su una imbarcazione con 120 persone a bordo. Si salveranno in 77;
– il terzo a pochi Km dalle coste libiche il 28 febbraio in cui si salveranno 95 persone su 125.

Decine di migliaia di persone vittime di inenarrabili brutalità per mano di trafficanti e miliziani lungo tutta la rotta che porta, attraverso la Libia, al Mediterraneo centrale.

Di seguito la ricostruzione cronologica, di quanto avvenuto durante il corso del mese appena concluso in comparazione con i dati emessi dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza aggiornati al 01/03/2021.

3 Febbraio. La “Guardia Costiera” libica, a bordo della motovedetta PB P-300, intercetta e riporta a Tripoli 179 persone in due separate operazioni. Fra loro 14 donne e 5 minori. Nello stesso giorno la “Guardia Costiera” libica intercetta e riporta a Tripoli in altri due interventi, effettuati con la motovedetta Fezzan, 148 persone. Fra loro 4 donne e un minore. Nazionalità: Egitto 48, Marocco 37, Etiopia 16, Bangladesh 15, Sudan 13, Eritrea 5, Algeria 5, Nigeria 4, Tunisia 3, Ghana 2.

4 Febbraio. La “Guardia Costiera” libica, a bordo della motovedetta Ubari, intercetta e riporta a Tripoli 118 persone. Fra loro 14 donne e 8 minori. Nazionalità: Mali 73, Guinea 26, Nigeria 6, Gambia 4, Liberia 3, Costa d’Avorio 2, Sudan 2, Senegal 1, Sierra Leone 1. Successivamente la motovedetta Fezzan intercetta e riporta a Tripoli 257 persone. Fra loro 29 donne e 14 minori. Nazionalità: Benin 12, Burkina Faso 7, Camerun 15, Chad 1, Gambia 11, Ghana 19, Guinea 56, Guinea Bissau 2, Costa d’Avorio 69, Liberia 2, Mali 27, Nigeria 18, Senegal 11, Sierra Leone 7. Nelle stesse ore, in due operazioni di soccorso la Ocean Viking di SOS Mediterranee salverà 237 persone (121+116) mentre a Lampedusa si verificheranno tre sbarchi autonomi per un totale di 289 persone (99+48+142).

5 Febbraio. La Ocean Viking effettuerà altre due operazioni salvando 187 persone (71+116) mentre la Astral di Open Arms, in altri due interventi, salverà 119 persone (45+74). Contemporaneamente in Libia, si registrano altri quattro respingimenti da parte della “Guardia Costiera”. La motovedetta PB P-300 intercetta e riporta a Tripoli 49 persone. Fra loro 2 corpi e 3 dispersi secondo quanto testimoniato dai sopravvissuti. Di seguito, prima la motovedetta PB P-107 intercetta e riporta a Tripoli 30 persone; poi la motovedetta Fezzan intercetta e riporta a Tripoli 271 persone in diverse operazioni di salvataggio. Fra loro 31 donne e 12 minori; infine la motovedetta Ubari intercetta e riporta a Tripoli altre 108 persone. Fra loro 21 minori e 6 bambini. Non ci sono segnalazioni di vittime o dispersi. Nazionalità: Bangladesh 6, Benin 11, Burkina Fasu 1, Cameroon 21, Central Africa 3, Chad 6, Congo 2, Egitto 1, Gambia 5, Guinea 29, Costa d’Avorio 15, Liberia 1, Mali 63, Nigeria 28, Senegal 4, Sierra Leone 5, Somalia 12, Sudan 150, Tanzania 1.

6 Febbraio. La motovedetta PB-P300 della “Guardia Costiera” libica, in due operazioni, intercetta e riporta a Tripoli 208 persone, fra cui 14 donne e 3 minori. Non ci sono segnalazioni di vittime o dispersi. Nazionalità: Sudan 48, Senegal 49, Guinea 22, Mali 37, Costa d’Avorio 10, Marocco 8, Ghana7, Guinea Bissau 6, Burkina Faso 5, Sierra Leone 2, Somalia 2, Africa Centrale 2, Chad 1. Poco dopo, la motovedetta Fezzan intercetta e riporta a Tripoli 94 persone. Fra loro 12 donne e 4 minori. Nazionalità: Nigeria 82, Ghana 5, Sierra Leone 2, Sudan 1, Cameron 1, Kenya 1, Liberia 1. Nel mentre si verificano 2 sbarchi autonomi a Lampedusa (64+139) per un totale di 203 persone.

7 febbraio. La motovedetta Fezzan della “Guardia Costiera” intercetta e riporta a Tripoli 32 persone. Tra loro 3 famiglie libiche. Nazionalità: Libia 21, Egitto 9, Tunisia 2.

11 febbraio. Sempre la motovedetta Fezzan della “Guardia Costiera” libica intercetta e respinge altre 209 persone fra cui 25 donne e 13 minori. Nel mentre sulla costa di Garabulli un corpo senza vita veniva restituito dal mare. È facile dunque sospettare che sono molte le imbarcazioni presenti e non ancora segnalate nel Mediterraneo centrale. Il meteo avverso, in queste ore, ha spinto sulla riva di Zuwara un altro gommone con a bordo un gruppo di migranti non ancora identificati.

12 febbraio. Un’imbarcazione con a bordo 48 persone, partita dal porto di Sfax, si è capovolta. A intervenire in soccorso è stata la Marina Militare tunisina che è riuscita a mettere in salvo 25 persone (fra cui 6 donne) in condizioni meteo-marine talmente proibitive da aver dovuto interrompere le operazioni di soccorso più volte. È stato anche recuperato il corpo senza vita di un uomo, mentre non si hanno più tracce degli altri 22 migranti scomparsi fra le onde e le forti correnti. A Lampedusa, nello stesso giorno, si sono contati due sbarchi autonomi provenienti dalla Tunisia. In totale 99 migranti. Il primo di una imbarcazione con a bordo 53 persone (tra loro 5 donne e 4 minori); il secondo di una imbarcazione con a bordo 46 persone (tra loro 15 donne e 4 minori). In Libia, la motovedetta Fezzan, durante un’operazione notturna, ha intercettato e respinto a Tripoli altri 90 migranti.

13 febbraio. Viene finalmente assegnato un Porto sicuro (POS) alle 146 persone salvate, in due distinte operazioni, dalla Astral di Open Arms (40 il 12 febbraio e 106 il 13 febbraio). Fra loro molte donne e bambini. I naufraghi verranno fatti sbarcare a Porto Empedocle per espletare le procedure di quarantena previste dal protocollo Covid-19. Durante l’operazione di soccorso del 12 febbraio, la cosiddetta Guardia Costiera libica ha tentato di impedire l’intervento della ONG spagnola mentre tentava di rintracciare l’imbarcazione con a bordo i 40 naufraghi, fra cui una donna con un bambino di soli 3 mesi e 3 minori non accompagnati. La Astral, seguendo la geo-localizzazione indicata dal velivolo Seabird di Sea Watch International che aveva segnalato il natante a 7 miglia nautiche da Zuwara, è stata fatta arretrare dalla motovedetta Fezzan P658 della cosiddetta Guardia Costiera libica con l’accusa di aver “violato intenzionalmente le acque nazionali libiche e di svolgere attività di sorveglianza clandestina delle imbarcazioni migranti”. Coraggiosamente, l’equipaggio della Open Arms è riuscita, nonostante tutto, a mettere in salvo i naufraghi che stavano profusamente imbarcando acqua.

17 febbraio. Una imbarcazione con 42 persone proveniente dalla Tunisia raggiunge Pantelleria. Un’altra imbarcazione, partita dal porto di Sfax con 108 persone a bordo, arriva a Lampedusa. Un’altra ancora con 47 persone partita dall’Algeria giunge in Sardegna.

18 febbraio. Si registrano altri 5 piccoli sbarchi autonomi sempre a Pantelleria dalla Tunisia per un totale di 56 persone, tra cui una donna incinta (21+12+9+8+6). Parallelamente a Lampedusa arriveranno 238 persone su 3 imbarcazioni partite dal porto di Sfax. In Libia una imbarcazione con 87 persone a bordo verrà respinta a Zuwara, questa volta, a causa delle forti correnti. In queste ore riprendono anche le richieste di soccorso provenienti da imbarcazioni in difficoltà nel Mediterraneo centrale. Il velivolo Moonbird di Sea Watch International, ne individua sei fra la zona SAR maltese e quella libica. Due di esse verranno respinte in Libia (un gommone e una imbarcazione in legno che verrà poi incendiata). Due verranno soccorse dalla nave Aita Mari della ONG Salvamento Marittimo Humanitario che in due operazioni riuscirà a mettere in salvo 148 persone (102+46) in zona SAR Maltese. Fra loro, 8 donne e un bambino. Restano in mare altre due imbarcazioni, in zona SAR libica, una con 120 e l’altra con 90 persone.

19 febbraio. Due imbarcazioni vengono scortate dalla Guardia di Finanza al Molo Favarolo di Lampedusa. La prima in acque territoriali, partita dalla Tunisia con a bordo 27 persone. La seconda partita da Mellitah, Libia, con a bordo 106 persone. Nazionalità: Algeria, Costa d’Avorio, Egitto, Marocco, Eritrea, Guinea e Bangladesh.
Nel mentre, in Libia, la motovedetta Fezzan della “Guardia Costiera” intercetta e respinge 4 gommoni con a bordo un totale di 341 persone.

20 febbraio. Subito dopo la mezzanotte, riprendono gli sbarchi sull’isola di Lampedusa. Il primo è di una imbarcazione proveniente dalla Tunisia con 50 persone. Poi, verso l’1.20 la Guardia Costiera ne soccorrerà un’altra con 64 persone. Alle 3.30 del mattino, si consumerà il primo naufragio del mese accertato in acque territoriali: la Guardia Costiera riuscirà a salvare 47 persone. Due donne incinte verranno trasferite d’urgenza in ospedale a Palermo mentre sugli altri si riscontrerà un evidente stato di ipotermia. Molti altri compagni di viaggio, andranno dispersi in mare durante le operazioni di trasbordo. All’alba, altre 89 persone sbarcheranno autonomamente a Cala Pulcino, alle 7 del mattino altre 80 persone verranno condotte al Molo Favarolo dalla Guardia Costiera e in serata altre 105 persone. Contemporaneamente, in Libia, la motovedetta Fezzan della “Guardia Costiera” intercetta e respinge in 3 operazioni 283 persone tra cui 9 donne e 3 bambini. Nazionalità: Sudan 143, Benin 4, Burkina Faso 1, Cameron 10, Chad 4, Mali 32, Gambia 10, Guinea 37, Costa d’Avorio 20, Nigeria 1 e Senegal 10.

Nello stesso giorno, Alarm Phone riceverà un nuovo segnale dal gommone con a bordo 120 persone partite dalla Libia il 18 febbraio fra le quali 6 donne (una di essa incinta) e 4 bambini. L’imbarcazione, ormai colma d’acqua, non lascia loro molte speranze di sopravvivenza. In quelle interminabili 48 ore in mare, 6 persone moriranno cadendo in acqua e altre 2 annegheranno nel tentativo di raggiungere un’imbarcazione avvistata in lontananza. Dopo circa tre ore dall’ultimo contatto, la Vos Triton, nave battente bandiera di Gibilterra e al servizio di una piattaforma Total al largo della Libia, tenterà un salvataggio ma, nella difficile e delicata operazione, 41 persone perderanno la vita fra cui 3 bambini e 4 donne, di cui una lascia un neonato attualmente accolto a Lampedusa. È il secondo naufragio del mese, registrato poche ore dopo quello avvenuto a Lampedusa. L’equipaggio del rimorchiatore riuscirà a salvare 77 persone e a recuperare un solo corpo fra le almeno 43 vittime.
Dalle indagini in corso effettuate dalla Procura di Agrigento, pare che la Vos Triton avesse concordato con le autorità libiche lo sbarco dei migranti a Tripoli per poi invertire la rotta su Lampedusa dove, al largo di Cala Pisana, ha effettuato l’evacuazione medica di una famiglia composta da tre persone. Da quanto emerge, pare che il manifestato disappunto dei migranti a bordo, terrorizzati dal ritorno in Libia e le esortazioni dell’equipaggio di Moonbird di Sea Watch International che dall’alto monitorava il rimorchiatore, abbia indotto il Capitano di bordo a dirottare il rimorchiatore verso la costa siciliana evitando l’ennesimo respingimento in Libia dei migranti soccorsi in zona SAR di competenza tripolina. Ricordiamo che la Vos Triton, a marzo 2019, riportò in Libia 54 migranti recuperati a 70 miglia dalle coste africane. Nelle stesse ore, Asso 30, piattaforma petrolifera dell’Eni, salverà 232 persone in fuga dalla Libia.

21 febbraio. La motovedetta Fezzan della “Guardia Costiera” libica, intercetta e respinge in 2 operazioni 197 persone, 6 donne e 9 bambini. Su uno dei due gommoni, l’equipaggio ha recuperato anche i corpi senza vita di due uomini. Nazionalità: Sudan 114, Mali 56, Chad 15, Guinea 5, Togo 4, Costa d’Avorio 2 e Gambia 1. In altre 3 operazioni, la motovedetta Fezzan intercetta e respinge altre 105 persone incluse 5 donne, 4 neonati e 3 minori. Nazionalità: Mali 33, Sierra Leone e Sudan 28, Costa d’Avorio 18, Camerun 7, Chad 3 e Ghana 3. Nel primo pomeriggio la motovedetta PB P-300 della “Guardia Costiera” libica intercetta e respinge altre 94 persone tra cui 10 donne e 2 bambini. Nazionalità: Camerun 10, Ciad 1, Gambia 5, Guinea 13, Costa d’Avorio 13,Liberia 1, mali 6, Nigeria 11, Senegal 14, Sierra Leone 17 e Sudan 3.

22 febbraio. Vos Triton giungerà a Porto Empedocle per trasferire i naufraghi a bordo. Fra loro anche il corpo di un uomo ormai senza vita. In 50 risulteranno positivi al Covid-19. Dopo le procedure di foto segnalamento, i minori sono stati accompagnati al centro d’accoglienza di Villa Siculiana e gli adulti, compresi i 50 positivi al Covid-19, sono stati imbarcati sulla nave quarantena Allegra. Nello stesso giorno, sempre a Porto Empedocle, sbarcheranno anche i 232 naufraghi e un’altra salma trasportati sulla Asso 30. Nel porto di Augusta è invece arrivata la nave umanitaria Aita Mari della ONG basca Salvamento Maritimo Humanitario con le 148 persone salvate il 18 febbraio.

26 febbraio. Una imbarcazione al largo delle coste libiche, con a bordo 150 persone, lancia una richiesta di soccorso ad Alarm Phone. Il contatto è disturbato e non è possibile localizzare con esattezza il natante ma, si sentono voci disperate che riferiscono di persone cadute in acqua. Giunti a sera, ancora alcuna notizia di intervento da parte delle Autorità allertate. Nel frattempo la Sea Watch 3 interviene in zona SAR libica a 33mn nord-ovest di Zawiya nel salvataggio di un gommone con 45 persone a bordo, in realtà molto più simile ad un canotto da spiaggia. Fra loro 5 donne (di cui una incinta), 15 minori non accompagnati e 2 bambini. Tutti viaggiavano scalzi e senza giubbotti di salvataggio. A bordo erano presenti in tutto 5 salvagenti gonfiabili, 12 bottigliette d’acqua e 7 grandi taniche di benzina. Una di queste, rovesciandosi, ha provocato ustioni a molti dei sopravvissuti. Da lì a poco, l’equipaggio della Sea Watch 3 assisterà alla comparizione sulla scena della motovedetta Fezzan (donata nel 2018 dal Governo Lega-5 Stelle alla cosiddetta Guardia Costiera) che intercetterà e respingerà in Libia in due separate operazioni le 151 persone che in mattinata avevano lanciato l’SOS ad Alarm Phone. Fra loro 15 donne e 3 minori. Nazionalità: Benin 21, Camerun 2, Gambia 6, Ghana 6, Guinea 38, Costa d’Avorio 12, Kenia 1, Mali 41, Nigeria 7, Senegal 1, Sierra Leone 4, Sudan 12. Dopo il recupero dei migranti, l’equipaggio della “Guardia Costiera” libica ha distrutto entrambe le imbarcazioni per “prevenire un potenziale riutilizzo da parte dei trafficanti di esseri umani”.

27 febbraio. Intorno alle 6.30 del mattino, la Sea Watch 3 effettua un secondo soccorso in meno di 48h. Riuscirà a salvare 102 persone che, con le 45 del giorno precedente, raggiungono un totale di 147 naufraghi. In Libia, la motovedetta Fezzan della “Guardia Costiera”, intercetta e respinge 35 persone fra cui sette minori. Nazionalità: Burkina Fasu 1, Gambia 4, Guinea 4, Guinea Bissau 4, Costa d’Avorio 5, Mali 9, Nigeria 1, Senegal 7.

28 febbraio. Durante la notte, la Sea Watch 3 effettuerà il suo terzo soccorso. Salverà 73 persone a bordo di un gommone con un tubolare ormai sgonfio. Tra i naufraghi, 16 donne ed alcuni bambini. Su molti le ustioni della benzina riversatasi nell’imbarcazione. Sulla nave della ONG, sono già in 220. Seguirà il soccorso di altre 97 persone su una imbarcazione di legno. A bordo ci sono ora 317 naufraghi. Ma non è ancora finita: Moonbird, il velivolo della Sea Watch International, avvista altri tre natanti in difficoltà. In un terzo intervento di giornata, la Sea Watch 3 metterà in salvo altre 44 persone, per un totale a bordo di 361 naufraghi.
Intanto, Alarm Phone, riceverà altre richieste di intervento da tre imbarcazioni. Due delle tre presumibilmente avvistate poco prima da Moonbird ed un’altra con 125 persone a bordo a 8 km dalle coste libiche. Quest’ultima sta affondando, molti dei naufraghi sono finiti già in mare ma la motovedetta Fezzan della “Guardia Costiera” libica interverrà con diverse ore di ritardo rispetto alle richieste di soccorso. Dichiarerà, smentendolo subito dopo, di aver soccorso tutti i 125 naufraghi ma, a Tripoli, giungeranno solo 95 persone, fra cui 6 donne e 2 minori. Nazionalità: Camerun 27, Guinea 16, Mali 27, Senegal 9, Sierra Leone 5, Sudan 6, Gambia 1, Nigeria 1, Costa d’Avorio 3. Gli stessi sopravvissuti riferiranno al personale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni presenti in loco che, almeno 15 delle persone presenti sull’imbarcazione sono annegati. In realtà, il bilancio è almeno del doppio. In serata, la motovedetta Ubari della “Guardia Costiera” libica, intercetta e respinge a Tripoli altre 86 persone fra cui 9 donne e 6 minori. Nazionalità: Mali 58, Costa d’Avorio 17, Guinea 11.

1 marzo. Durante la notte a cavallo tra il 28 febbraio ed il 1 marzo, viene localizzato un barcone con 90 persone a 36 miglia nautiche da Lampedusa. Fra loro vi sono anche 14 bambini. Sea Watch 3 li assisterà fornendo loro giubbotti e zattere di salvataggio ma, con a bordo già 361 persone, non è possibile effettuare un salvataggio. Verranno allertate le Autorità maltesi ed italiane ma i soccorsi tarderanno ad arrivare. Solo dopo 7 ore, una motovedetta della Guardia Costiera italiana verrà a soccorrerli e li condurrà a Lampedusa. In Libia, la motovedetta Fezzan della “Guardia Costiera”, intercetta e respinge a Tripoli altre 70 persone circa. L’identificazione di queste ultime è in corso, così come non è ancora noto il POS (Porto Sicuro) che verrà assegnato all’equipaggio ed ai naufraghi della Sea Watch 3.

Un flusso migratorio così imponente, altro non è che la fotografia di un fronte, quello Nord-Africano, sempre più instabile, corrotto e compromesso le cui vittime incolpevoli sono le migliaia di persone costrette a tentare la via del mare pur di non subire una detenzione arbitraria caratterizzata da quotidiani abusi, torture e gravi violazioni dei diritti umani. La Libia non è da considerarsi un porto sicuro. È dunque oggi più che mai necessario, stabilire un patto fra le istituzioni e la società civile (sino ad oggi criminalizzata per atti di solidarietà) affinché, in linea con gli obblighi internazionali, venga regolamentato il diritto/dovere di salvare queste donne, uomini e bambini alla deriva, indipendentemente dalla loro nazionalità e dello status giuridico ad essi conferito.

Eleana Elefante

Giurista esperta in Advocacy & Communication dei Flussi Migratori del Mediterraneo Centrale.
Collabora con diverse NGO’s e Patners Europei nel Monitoraggio & Valutazione dei flussi migratori in linea con l’analisi geopolitica di aree geografiche quali il Nord - Africa ed il Medio-Oriente.