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Oltre 60 morti nel naufragio del 18 marzo, il report di Alarm Phone

Le testimonianze dei sopravvissuti

Foto: Screenshot alle 08.50 CET. Alarm Phone ha richiesto ulteriori informazioni sulla missione di ricerca di FRONTEX non ricevendo nessuna risposta.

Giovedì 18 marzo scorso una tragedia si è consumata al largo delle coste libiche. I sopravvissuti riferiscono che oltre sessanta persone sono scomparse e si presume siano morte dopo che il motore della barca su cui viaggiavano ha preso fuoco.

Alle 02.30 di notte (ora locale), una barca di legno grigia con più di 100 persone a bordo ha chiamato Alarm Phone. Le persone al telefono erano nel panico, perché il loro motore era in fiamme. Alarm Phone ha allertato le autorità competenti e la Ocean Viking e ha richiesto una ricerca immediata della barca in difficoltà. La nave di salvataggio Ocean Viking ha iniziato un’operazione di ricerca. Sfortunatamente, le persone in difficoltà all’inizio non erano in grado di fornire una posizione GPS precisa. Solo alle 08.00 circa AP è stato in grado di ottenere una posizione affidabile della barca in difficoltà.

Le autorità libiche hanno poi riferito che la barca era stata trovata e che 45 persone erano state soccorse, mentre erano stati recuperati cinque corpi. Le autorità libiche non hanno fatto menzione di altre morti. Tuttavia, diversi sopravvissuti hanno riferito ad Alarm Phone che ci sono state più vittime che sopravvissuti. Secondo le testimonianze raccolte, circa 45 persone sono state salvate dai pescatori, ma altre 60 persone sono ancora disperse, presumibilmente morte.

60 persone uccise dal regime di frontiera dell’Unione Europea. Uccise nel silenzio.

Per rompere questo silenzio, questo rapporto fornisce diverse testimonianze.

I sopravvissuti sanno che le loro testimonianze non riporteranno in vita i loro amici, ma parlano coraggiosamente dopo queste tragedie per contrastare le menzogne e il silenzio delle autorità, e per documentare la violenza che l’Europa cerca di nascondere rendendo invisibili queste morti.

Oltre ai sopravvissuti, anche diversi parenti si sono messi in contatto con Alarm Phone per chiedere risposte. Hanno raccontato di aver provato a chiamare le autorità italiane per avere informazioni su quanto accaduto ai loro cari, ma di non aver ricevuto alcuna informazione. Hanno detto: “Vogliamo sapere cosa è successo e tutta la verità. Cosa hanno fatto le autorità per cercare i dispersi?”.

Di seguito, sono riportate alcune delle testimonianze che AP ha raccolto così come una cronologia dettagliata degli eventi affinché i parenti sappiano che cosa è successo. Chiediamo alle autorità di fornire un rapporto dettagliato delle azioni che hanno intrapreso per cercare e salvare le persone in difficoltà, per cercare i dispersi e i corpi dei morti, e per rispondere a qualsiasi domanda sullo svolgimento degli eventi durante e dopo l’operazione di salvataggio condotta dai pescatori.

TESTIMONIANZE DEI SOPRAVVISSUTI

Prima testimonianza

“Eravamo più di 130 persone, la maggior parte giovani del Sudan e del Senegal, quattro persone della Siria, due del Pakistan e sette marocchini, e con noi [c’erano] circa quattro egiziani, e avevamo anche bambini e donne. La barca di legno era grande e consisteva di due piani e una lunghezza di 12 metri. Il trafficante ci ha avvertito con forza che nessuno doveva accendere una sigaretta su una barca. Siamo andati a spingere la barca verso il mare. Avevo paura della forza delle onde, le onde erano molto alte. Aspettavo il mio turno per salire sulla barca e prendevo tempo per evitare di scendere al piano inferiore. Ma poi ci hanno detto che la barca era piena. Circa 35 persone non potevano essere imbarcate. Eravamo psicologicamente devastati, delusi e molto disperati. Triste, sono tornato al luogo di attesa e non siamo riusciti a dormire tutta la notte. Verso le dieci del mattino abbiamo sentito la notizia scioccante che una parte della barca era bruciata e molte persone avevano perso la vita e il resto dei sopravvissuti è stato riportato in porto da un pescatore, e ora molti di loro sono in ospedale per via dell’incendio. Il resto delle persone è tornato e ha detto che il totale dei sopravvissuti era di 49 persone, ed erano più di 110 persone a bordo, il che significa che i dispersi sono più dei sopravvissuti. Il numero dei dispersi è di 60 persone o più, che sono morte a causa dell’incendio. La ragione del disastro è che il capitano della barca ha usato un accendino per vedere il motore, e il carburante ha preso fuoco. Lui e tutti quelli che erano seduti accanto al capitano e una parte di loro sono finiti in acqua a causa dell’incendio e non hanno potuto tornare alla barca perché non avevano i mezzi di sicurezza necessari. I pescatori libici li hanno salvati, ma non hanno cercato i dispersi.”

Seconda testimonianza

“La barca di legno era su due livelli. Quel capitano ha commesso un errore, come si può pensare di usare un accendino per vedere la benzina? Nel momento in cui il fuoco è partito dal motore, tutti quelli che erano seduti vicino al motore sono caduti in acqua, perché è scoppiato un incendio con la benzina molto infiammabile. E quelli che erano nel livello superiore non sono scesi, ma si sono spogliati e hanno spento l’incendio. Siamo stati salvati dai pescatori, ma la polizia era vicina e li ha portati in prigione prima di rilasciarli.”

Terza testimonianza

“Dalla barca, ero in contatto diretto con Alarm Phone. C’erano più di 100 persone sulla barca, e abbiamo perso almeno 50 persone. C’è stato un incendio e molte persone si sono buttate in acqua. Anch’io mi sono buttato in acqua, e sono sopravvissuto perché più tardi sono riuscito a nuotare fino alla barca. Abbiamo chiamato le autorità italiane almeno 20 volte. L’ultima volta abbiamo chiesto loro il numero della Guardia Costiera libica, ma si sono rifiutati di darcelo. Voglio darvi la mia testimonianza dettagliata.”

(Abbiamo promesso che avremmo richiamato, ma purtroppo il numero non è stato registrato).

CRONOLOGIA DETTAGLIATA DEGLI EVENTI

Alle 02.30 di notte (ora locale) del 18 marzo 2021, una barca di legno grigia con più di 100 persone a bordo ha chiamato Alarm Phone. Le persone al telefono erano nel panico, perché il loro motore era in fiamme. Hanno detto che erano partiti da Zuwara solo un paio d’ore prima, e siccome chiamavano dai loro telefoni cellulari, la barca sembrava essere molto vicina alla costa libica.

Abbiamo subito provato a chiamare la cosiddetta Guardia Costiera libica, per attivare un rapido intervento e il salvataggio delle persone in difficoltà. Come al solito, nessuno ha risposto. Abbiamo quindi chiamato immediatamente i centri di coordinamento dei soccorsi europei, sia l’MRCC di Roma che l’RCC di Malta, per informarli dell’accaduto e per chiedere la loro collaborazione nel garantire un rapido soccorso. Ma entrambe queste autorità hanno interrotto le chiamate e le nostre chiamate successive non hanno avuto risposta.

Alle 03:32, abbiamo inviato una e-mail alla cosiddetta Guardia Costiera libica, MRCC Roma ed RCC Malta, informandoli del caso di emergenza. Sfortunatamente, in quel momento, non potevamo trasmettere la posizione GPS delle persone in difficoltà, poiché erano in un tale stato di panico che non era possibile ottenere tale informazione. Tuttavia, siamo rimasti in contatto con le persone in difficoltà e, su loro richiesta, abbiamo inviato loro il numero di telefono del MRCC italiano, che hanno detto di aver provato a chiamare più volte ma invano.

Alle 04:57, Alarm Phone è finalmente riuscito a ricevere una posizione GPS delle persone in difficoltà (N33°35, E12°12, che li mostrava in acque internazionali, 50 miglia nautiche a nord-est di Zuwara). Le persone ci hanno riferito che 50 persone erano morte a causa di un incendio a bordo. Abbiamo immediatamente trasmesso la posizione GPS a tutte le autorità e alla Ocean Viking, che ha lanciato un’operazione di ricerca, muovendosi verso la posizione indicata. Purtroppo, la barca non è stata trovata perché la posizione condivisa dalle persone in difficoltà non era corretta. Quando le persone sono in grave difficoltà e la comunicazione è difficile, condividere la loro posizione leggendo i numeri ad alta voce spesso porta a posizioni errate.

Nel frattempo, la motovedetta P-301 GACS della cosiddetta Guardia Costiera libica ha richiesto l’assistenza della Ocean Viking per il salvataggio di 10 persone in difficoltà su una barca in vetroresina, che sono state portate in sicurezza a bordo della Ocean Viking alle 07:53 (in posizione N33.325°, E012.136°)

È solo alle 8 del mattino che siamo riusciti a raggiungere di nuovo le persone in difficoltà, e a ricevere una nuova posizione GPS che sembrava corrispondere al loro orario di partenza. La nuova posizione 33°07 12°20 (ricevuto alle 08:10) mostrava la barca a poche miglia nautiche dalla costa, nella zona tra le acque internazionali e quelle nazionali libiche.

Secondo il giornale di bordo della Ocean Viking, la motovedetta P-301 GACS della cosiddetta Guardia Costiera libica aveva informato la Ocean Viking che si sarebbe diretta verso la posizione segnalata. La Ocean Viking ha seguito, pronta a fornire assistenza.

Alle 08.50, l’aereo di sorveglianza aerea di Frontex Osprey1 poteva essere tracciato mentre cercava la barca in difficoltà intorno alla posizione segnalata da Alarm Phone.

Alarm Phone ha richiesto a FRONTEX ulteriori informazioni su quella missione di ricerca – e finora non ha ottenuto alcuna risposta.

Alle 09:12, secondo il giornale di bordo della Ocean Viking, sia la motovedetta P-301 della cosiddetta Guardia Costiera libica che l’aereo Seabird della Sea-Watch, hanno riferito che la barca non poteva essere trovata nell’ultima posizione riportata da Alarm Phone. Ocean Viking ha ricevuto l’ordine di smettere di dirigersi verso le acque nazionali libiche e di dirigersi verso nord, in una comunicazione della motovedetta 658 della cosiddetta Guardia Costiera libica.

Alle 10:03, siamo riusciti a ristabilire il contatto con le persone in difficoltà, ma c’erano molte urla e grida in sottofondo e la chiamata è stata interrotta.

Alle 12.00, la cosiddetta Guardia Costiera libica ha informato sia Alarm Phone che Ocean Viking che una barca naufragata era stata intercettata in posizione 33°04’N 012°12’E (9 NM a nord-est di Zuwara, Libia, in acque territoriali libiche). La cosiddetta Guardia Costiera libica ha riferito che 45 persone erano state intercettate e che 5 persone erano morte.

Tuttavia, poco dopo, Alarm Phone ha iniziato a ricevere chiamate dalle persone che erano state riportate a terra, che hanno riferito che circa 45 persone erano state salvate da un pescatore, mentre tra le 50 e le 60 persone sono scomparse. Hanno anche riferito che diverse persone avevano gravi ustioni da fuoco, e che alcune persone erano state trattenute dalla polizia e poi rilasciate.