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Ricollocamento ad hoc: una lotteria dal mare agli hotspot e di nuovo al pericolo

Cosa succede alle persone dopo essere state salvate dal pericolo in mare?

Dal 2019, Borderline-Europe, in collaborazione con Borderline Sicilia, Council of Refugees Berlin, Equal Rights Beyond Borders e Sea-Watch, ha indagato sulle procedure di ricollocamento ad hoc in Italia, Malta e Germania, portando alla luce un report basato su interviste condotte con i richiedenti protezione salvati in mare, contenente un’analisi politica approfondita congiunta all’esperienza diretta di coloro che si trovavano nel processo di ricollocamento e dopo il loro ricollocamento.

Il report dimostra che alle persone che cercano protezione all’interno dell’Unione Europa vengono negati diritti fondamentali.

Ci sentiamo intrappolati e ingannati e abbiamo la sensazione di essere stati portati in Germania solo per essere rimpatriati in luoghi non sicuri. Non siamo oggetti, ma esseri umani che dovrebbero essere trattati come esseri umani e non come oggetti di un sistema diseguale in cui alcuni valgono più di altri”, dice Musa Khalifa dalla Nigeria, che è stato trasferito in Germania.

Cosa succede alle persone dopo essere state salvate dal pericolo in mare?

Il rapporto mostra le procedure degradanti, non trasparenti e disumane che i richiedenti asilo devono affrontare nell’ambito del meccanismo del ricollocamento ad hoc.
Si tratta – scrivono le organizzazioni – di una detenzione disumana e ingiustificata negli hotspot italiani e maltesi e della totale mancanza di un equo accesso alle informazionii”.

L’assistenza legale per i richiedenti protezione negli Stati di confine dell’UE non viene concessa“, denunciano.
Molti richiedenti protezione rimangono infatti bloccati dopo essere stati esclusi dalla procedura di ricollocamento a causa di dubbi controlli di sicurezza da parte del servizio di intelligence nazionale tedesco. Una volta in Germania, la maggior parte dei richiedenti protezione devono affrontare una rinnovata insicurezza fatta di procedure di asilo accelerate, senza accesso a consulenza preventiva e a rimedi legali, per essere, alla fine, minacciati di espulsione.

Il meccanismo di ricollocamento ad hoc viene utilizzato come modello per il nuovo patto sulla migrazione 2020. Il patto è una proposta e pertanto può e deve essere modificato. C’è un grande pericolo che queste procedure continuino a stabilire e a facilitare la perpetuazione delle violazioni dei diritti umani: “Mentre l’Accordo di Malta afferma che il ricollocamento dovrebbe essere rapido e richiedere non più di 4 settimane, i richiedenti asilo hanno aspettato fino a un anno e mezzo prima di essere trasferiti. Gli hotspot italiani e i centri di accoglienza utilizzati per il trasferimento mancano dei minimi servizi di base. Assistiamo continuamente a situazioni al limite del disumano”, afferma Giuseppe Platania di Borderline Sicilia.

L’UE crea procedure dubbie ed extra-legali nel meccanismo di ricollocamento. Le linee guida dell’EASO suggeriscono che il ricollocamento serve a garantire la protezione internazionale per i richiedenti protezione nell’UE. Contrariamente a questa promessa, le persone sono escluse dalle procedure di ricollocamento senza ulteriori spiegazioni. Per coloro che alla fine vengono trasferiti, la lotteria per il diritto di soggiorno continua: la Germania ha respinto la maggior parte delle domande di asilo, ignorando il fatto che queste persone sono sopravvissute alla tratta di esseri umani, alla violenza sessualizzata e al viaggio pericoloso per la vita nell’UE“, afferma Sara Bellezza di Borderline Europa.

I risultati

La ricerca condotta ha portato ai seguenti risultati:

– I richiedenti protezione non hanno accesso adeguato all’assistenza legale o alle informazioni sulla procedura mentre sono detenuti negli hotspot per mesi o anni.
– La procedura è dannosa per il benessere dei richiedenti protezione e la procedura di selezione mostra chiare pratiche discriminatorie.
– La procedura di ricollocamento richiede troppo tempo prima che i richiedenti protezione vengano ricollocati. Non tutti i richiedenti protezione sono stati effettivamente ricollocati, con una parte bloccata in Italia e Malta.
– La maggior parte di coloro che sono stati ricollocati in Germania hanno ricevuto un rapido rifiuto e ora sono minacciati di espulsione.

Le richieste dei promotori del rapporto

Borderline-Europe, Borderline Sicilia, Council of Refugees Berlin, Equal Rights Beyond Borders e Sea-Watch richiedono alle istituzione europee:

– Piena trasparenza dell’intera procedura di ricollocamento e asilo per le persone soggette a queste misure.
– Nessuna discriminazione contro le persone che cercano protezione in Unione Europea.
– Nessuna detenzione negli stati di confine.
– Passaggio sicuro da e verso l’Unione Europea.
– Protezione internazionale e diritto di soggiorno.

Il rapporto completo con il materiale video e gli approfondimenti è disponibile al sito web: https://eu-relocation-watch.info/

Le richieste dei sono supportate da:
Seebrücke
Welcome United Berlin Brandenburg
Jugendliche ohne Grenzen
Watch the Med Alarmphone
Iuventa 10
Mare Liberum
Kritnet- Netzwerk für Kritische Migrationsforschung
Mediterranea-Saving Humans
Flüchtlingsrat Brandenburg e.V.
Flüchtlingsrat Nordrhein-Westfalen e.V.Flüchtlingsrat Niedersachsen e.V.
Flüchtlingsrat Schleswig-Holstein e.V.
Flüchtlingsrat Sachsen-Anhalt e.V.
LasciateCIEntrare
Rete Antirazzista catanese
RESQSHIP

Il rapporto è stato finanziato da Stiftungsfonds zivile Seenotrettung.