Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Non possiamo più aspettare. Saniamo la sanatoria, documenti per tutti e tutte

Dal 19 al 22 maggio iniziative in diverse città per il permesso di soggiorno e i diritti fondamentali

Il 19, 20 e 22 maggio i lavoratori e le lavoratrici migranti, insieme alle reti antirazziste e ai sindacati, scenderanno nuovamente nelle piazze e davanti alle Prefetture di diverse città italiane per rendere visibile la lotta per il permesso di soggiorno e i diritti fondamentali.

Le giornate di mobilitazione sono una nuova tappa di un percorso di iniziative diffuse che dall’inizio della pandemia in poi, di fatto, non si è mai fermato. Il punto principale, questa volta, è legato alla cosiddetta sanatoria che invece di migliorare le condizioni di vita dei e delle migranti ha generato truffe, altra precarietà e un limbo di sospensione. Ma insieme a questa istanza c’è la volontà di allargare l’orizzonte dei diritti anche per coloro che non sono riusciti ad accedere alle procedure del 2020 o che rischiano di diventare irregolari a causa di una crisi economica che sta mettendo a dura prova tutto il mercato del lavoro.

«Una lunga attesa, la sensazione di essere sospesi in una bolla che toglie energie e rallenta le vite sta producendo tra i lavoratori e le lavoratrici migranti un pensiero comune: Non possiamo più aspettare! Documenti per tutti e tutte!» è il messaggio che introduce l’appello che invita tutti e tutte a unirsi alle mobilitazioni.

L’appello

«Da alcuni mesi in tutta Italia sono sorti gruppi whatsapp e telegram organizzati tra le persone truffate dalla cosiddetta sanatoria per fare il punto della situazione nelle varie province; a loro si sono unite moltissime associazioni antirazziste, sindacati di base, gruppi informali e singoli cittadini che stanno monitorando le procedure di emersione/regolarizzazione raccogliendo risultati sconfortanti. E’ trascorso ormai un anno dal decreto del governo italiano che annunciava in grande stile, lacrime della ministra incluse, la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per chi era già presente nel territorio italiano. Ma a distanza di dieci mesi dalla chiusura di una sanatoria escludente e complicata sono state evase poco più del 5% di tutte le richieste pervenute.

Vi è una immobilità totale delle prefetture, una richiesta sempre più complessa di documentazione e un accanimento attraverso circolari ministeriali che tolgono diritti invece di semplificare.

Da un anno i lavoratori e le lavoratrici dei due settori prescelti (agricoltura e cura) sono in attesa di una convocazione che non arriva.

Da un anno uomini e donne sono sottoposti a ricatti e sfruttamento da parte dei datori di lavoro e c’è chi un datore di lavoro nel frattempo l’ha perso. Questo provoca ostacoli insormontabili sia per vedersi garantiti i diritti fondamentali, tra cui quello alla salute, e sia per accedere alle (poche) prestazioni sociali disponibili. Perchè oltre il danno di aver pagato i costi di una procedura illogica non ci sia anche la beffa di rimanere senza documenti.

CHIEDIAMO:

– Chiarezza sulle procedure e sui tempi di rilascio dei permessi di soggiorno per coloro che sono riusciti partecipare alla sanatoria.

– Che non siano i lavoratori e le lavoratrici a dover subire l’incompetenza di un sistema che non funziona subendo l’ennesima beffa pagata a caro prezzo.

– L’abrogazione del requisito dell’idoneità dell’alloggio, requisito ostativo al rilascio del permesso e che da sempre è di difficile ottenimento.

PER TUTTE E TUTTI CHIEDIAMO:

– Un permesso di soggiorno anche per coloro che non rientravano nei parametri restrittivi delle procedure del 2020, ma che da anni vivono e lavorano nel nostro paese per uscire dall’invisibilità alla quale sono stati condannati da una sanatoria beffa che non ha voluto vederli. Il decreto Lamorgese ha previsto la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per protezione speciale della durata di 2 anni e convertibile in permesso per lavoro. Questo titolo di soggiorno deve poter essere richiesto e rilasciato direttamente dalle questure senza formalizzare una domanda di protezione internazionale.

– Una moratoria sul requisito del reddito. In piena crisi economica dovuta al Covid-19 non è pensabile continuare a vincolare le procedure per il rinnovo del titolo di soggiorno, per il ricongiungimento familiare e la richiesta di cittadinanza ad una quota minima di reddito.»

Elenco delle iniziative nelle città

(in aggiornamento)

Mercoledì 19 maggio

– Bolzano – ore 12:00, conferenza stampa davanti alla Provincia, Piazza Magnago (post FB)
– Brescia: ore 17:00 presidio davanti alla Prefettura in Piazza Duomo (evento FB)
– Forlì: ore 18.30 presidio davanti alla Prefettura in Piazza Ordelaffi, 2 (evento FB)
– Milano: dalle ore 17 alle 20 presidio in Piazza Duca D’Aosta – Stazione Centrale (evento FB)
– Padova: ore 12:00 presidio davanti alla Prefettura in Piazza Antenore (evento FB)
– Rimini, ore 11:30 presidio davanti alla Prefettura (post FB)
– Torino: ore 16.30 presidio davanti alla Prefettura in Piazza Castello 201 (evento FB)
– Trento: ore 17.30 presidio davanti al Commissariato del Governo in c.so 3 Novembre (evento FB)
– Treviso: ore 15.30 presidio davanti alla Prefettura in Piazzetta Aldo Moro (evento FB)
– Venezia: ore 15 Ciao presidio la Prefettura in campo S. Maurizio (evento FB)
– Verona: ore 16.00 presidio davanti alla Prefettura in Piazza Dante (evento FB)
– Vicenza: ore 18:00 presidio davanti alla Prefettura in Contrà delle Gazzolle 6 (evento FB)

Giovedì 20 maggio
– Napoli: ore 15:00, presidio davanti alla Prefettura in Piazza del Plebiscito (evento FB)

Sabato 22 maggio
– Bergamo: dalle ore 15 alle 18, presidio davanti alla Prefettura in Via Tasso 8 (evento FB)
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