Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

“Bosnia ed Erzegovina, la mancata accoglienza”: presentazione on line del nuovo rapporto della Rete RiVolti ai Balcani

La registrazione del webinar di mercoledì 14 luglio

La rete RiVolti ai Balcani ha presentato il nuovo dossier di denuncia e informazione “Bosnia ed Erzegovina: la mancata accoglienza” in un webinar nel quale si è parlato del tema dell’emergenza artificiale presente lungo la rotta balcanica fino ai campi di confinamento finanziati dall’Unione europea.

Il dossier vuole far luce sulle gravi carenze del sistema di accoglienza bosniaco che porta migliaia di persone, migranti e richiedenti asilo, bloccati alle porte dell’Unione europea a vivere in condizioni estreme.

Sono intervenuti i curatori del dossier – Anna Clementi, Anna Brambilla, Diego Saccora e Gianfranco Schiavone – introdotti da Duccio Facchini, giornalista di Altreconomia.

“Bosnia ed Erzegovina, la mancata accoglienza” è un dossier di denuncia e informazione sulla non gestione, da parte del governo bosniaco, del fenomeno migratorio. In particolare, il documento approfondisce la situazione del cantone Una Sana che, a partire dal maggio 2018, è diventato il crocevia di persone, migranti e richiedenti asilo, che percorrono la rotta balcanica per raggiungere l’Unione europea. La strategia del Cantone, portata avanti con ingenti finanziamenti europei, più di 88 milioni di euro negli ultimi tre anni, da un lato concentra le persone in campi fatiscenti e degradati, dall’altro limita i posti di accoglienza, favorendo una politica dell’abbandono di chi sceglie o è costretto, per mancanza di alternative, a vivere in condizioni di informalità e alimentando una politica d’odio e discriminazione. Migliaia di persone si ritrovano così a vivere in condizioni disumane in un ambiente ostile e pericoloso. Anche a causa di scelte politiche gravissime dell’Unione europea.

– Scarica il dossier ( clicca qui )

Progetto grafico, impaginazione ed editing a cura di Altreconomia
Foto del dossier Chiara Fabbro e Matteo Placucci