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La situazione a nord-ovest della Val di Susa è preoccupante

Medu: la stagione invernale è alle porte e i migranti in transito restano senza accoglienza

Photo credit: Anna Manzon

Oulx, 31 ottobre 2021 – La situazione a nord – ovest della Val di Susa, sia sul versante francese di Briançon che in quello italiano di Oulx, è complessa e grave, come già denunciato in un recente rapporto di Medu pubblicato a febbraio 2021. 1

Intere famiglie che arrivano dalla rotta balcanica e una parte di migranti che provengono dalla rotta del Mediterraneo centrale continuano a tentare di oltrepassare il confine, con i valichi del Monginevro e del Frejus per arrivare in Francia, ma i due centri disponibili per l’accoglienza, in entrambe le frontiere, non hanno posti sufficienti.

Dal lato francese nella città di Briançon, les Terrasses Solidaires, il nuovo rifugio aperto da 15 giorni, ha soli 80 posti. Domenica sera a causa del sovraffollamento il rifugio è stato chiuso e le oltre 200 persone in transito che chiedevano accoglienza hanno trovato riparo alla stazione. Per evitare lo sgombero, da mercoledì le persone sono state accolte dal parroco del paese e la prefettura, dopo l’intervento del vescovo e dopo lunga trattativa, ha messo a loro disposizione tamponi e dei bus per defluire verso Lione. In questi giorni si è aperta anche una trattativa per l’apertura di un nuovo centro che potrebbe essere finanziato dalla stessa Prefettura e gestito autonomamente dalle associazioni, in un luogo da loro indicato..

Dall’altra parte della frontiera, in Italia, la situazione ha le stesse criticità. Il 24 ottobre più 150 persone si sono rivolte al Rifugio Fraternita Massi che ha solo 40 posti. Il rifugio è l’ unico centro accessibile dopo gli sgomberi della casa cantoniera ChezJesOulx, della vecchia dogana e della casa cantoniera a Claviere.

La complessità non è solo nei numeri, più di 1550 presenze a Oulx, ma anche nella composizione delle persone che arrivano. Oggi i migranti che transitano per la valle sono soprattutto famiglie. Ci sono bambini, neonati e donne incinte” Piero Gorza, antropologo e referente Medu per il Piemonte, testimonia la situazione che si sta verificando in alta Val Susa in questi giorni – “Il rischio è che il viaggio per queste persone diventi ancora più pericoloso con le temperature che si abbassano. Inoltre, le corse dei bus e treni che portano in altre regioni della Francia sono state ridotte e per viaggiare devi essere in possesso del tampone.”

Medici per i diritti umani continua a monitorare la situazione al confine italo francese e a chiedere ai diversi attori del territorio un’assunzione di responsabilità in risposta alla preoccupante crisi umanitaria ancora in corso.


  1. II rapporto Medu sulla rotta Nord-Ovest delle Alpi

Medici per i Diritti Umani

Un'organizzazione umanitaria indipendente e senza fini di lucro che nasce per iniziativa di un gruppo di medici, ostetriche e altri volontari impegnati in una missione nelle Ande ecuadoriane.
Si costituisce nel 2004 con l’obiettivo di curare e testimoniare, portare aiuto sanitario alle popolazioni più vulnerabili, e - a partire dalla pratica medica - denunciare le violazioni dei diritti umani e in particolare l’esclusione dall’accesso alle cure.