
di Emre Eren Korkmaz, Università di Oxford, UK, Dipartimento Sviluppo Internazionale
Il libro tratta in profondità il modo in cui gli Stati utilizzano le frontiere e le tecnologie digitali per gestire e controllare i movimenti migratori. Esamina criticamente le conseguenze dei nuovi sviluppi tecnologici e valuta il loro impatto sui diritti di migranti e rifugiati, valutandolo sviluppo delle tecnologie di tipo blockchain, utilizzate per le identità digitali e il trasferimento di denaro; analizzando l’uso dell’intelligenza artificiale per le cosiddette “frontiere intelligenti”, la ricollocazione dei rifugiati e il trattamento delle richieste di asilo; descrivendo l’uso dei social media e delle app su smart phone per tracciare e controllare i migranti.
I capitoli sono dedicati alla valutazione dei progetti tecnologici, sia pubblici che privati, che governano a livello globale i flussi migratori, e illustrano le implicazioni politiche di questi confini virtuali. Autori internazionali confrontano e contrappongono diverse forme di espressione politica, sia nelle tecnologie personali, come i social media per rifugiati e trafficanti, sia negli algoritmi decisionali automatizzati usati dagli Stati per controllare le migrazioni.
Questo libro estremamente attuale mette in discussione l’approccio dominante in tema di controllo dei movimenti migratori e fornisce molti esempi che dimostrano i pericoli dell’uso di queste “tecnologie delle frontiere” che negano i diritti fondamentali, le libertà e le organizzazioni a supporto dei migranti e dei rifugiati.
Immergendosi in un clima politico molto controverso per i migranti e i rifugiati, questo libro provocatorio è la lettura ideale per studiosi e ricercatori di scienze politiche e politiche pubbliche, in particolare per coloro che si concentrano sugli studi sulle migrazioni e i rifugiati. Una lettura utile anche per i politici e i professionisti che si occupano di migrazione, così come le ONG umanitarie, le agenzie delle Nazioni Unite e le autorità locali.