Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
///

Caminando Fronteras: 4.404 persone sono morte nel 2021 cercando di raggiungere la Spagna

Il rapporto sul monitoraggio della frontiera occidentale euroafricana

Madrid, 3 gennaio 2022 – Il collettivo “Caminando Fronteras” ha presentato i dati elaborati nel corso del monitoraggio della frontiera realizzato durante l’ultimo anno.

Nel corso del 2021, mediante contatti diretti con le vittime stesse e con i loro cari, sono state calcolate fino a 4.404 vittime nella frontiera euro-africana occidentale.

Dai dati raccolti ed elaborati dall’organizzazione e grazie all’attività di Osservatorio dei Diritti nelle Frontiere svolta risulta che:

  • 83 imbarcazioni sono scomparse con tutte le persone a bordo
  • Tra le 4.404 vittime accertate, 4.175 sono morte attraversando la frontiera e 229 sono scomparse
  • 628 donne e 205 bambini e bambine hanno perso la vita nel corso dello scorso anno
  • Il 94.80% delle vittime ancora non sono state identificate
  • Rispetto al 2020, le morti sono aumentate del 102.95%

I dati elaborati a partire dalle fonti dirette sono stati confrontati con quelli provenienti dalle fonti ufficiali, dalle comunità di migranti e dalle organizzazioni sociali presenti sul territorio con cui “Caminando Fronteras” è costantemente in contatto.

Le vie di accesso per la Spagna vengono suddivise in quattro rotte diverse: la rotta delle Canarie, la rotta di Alboran, la rotta algerina e la rotta dello Stretto; a causa della sua pericolosità, la rotta canaria continua a essere quella che causa più vittime.

Nei 124 naufragi monitorati dal collettivo, solo in questa rotta sono state calcolate fino a 4.016 vittime. Per quanto riguarda la rotta algerina, nonostante la costante difficoltà nel monitoraggio delle imbarcazioni (e delle tragedie) che la caratterizza, si è riusciti a calcolare fino a 191 vittime in 19 naufragi.

Per quanto riguarda la rotta dello stretto e la rotta di Alboran, i dati non sono meno preoccupanti, presentando rispettivamente 102 e 95 vittime, in un totale di 27 naufragi (17 nello stretto e 10 ad Alboran).

Questi dati risultano ancora più allarmanti se si analizzano tenendo conto del breve lasso di tempo trascorso, in quanto le 893 vittime del 2019 si sono duplicate nel 2020 arrivando a 2.170.

Ancora più grave è il fatto che le previsioni basate sui dati riguardanti le vittime del primo semestre del 2021 si sono rivelate corrette: infatti anche quest’anno il numero delle vittime si è duplicato, arrivando a 4.404.

Si tratta, inoltre, di cifre che crescono in forma esponenziale rispetto alla capacità di un collettivo come “Caminando Fronteras”, che pur moltiplicando i suoi sforzi, continua a non disporre dei mezzi necessari per far fronte a quanto accade nella frontiera e non può fare a meno di notare l’indifferenza degli stati, delle organizzazioni internazionali e delle altre istituzioni di fronte alla crudeltà dei loro muri e delle necropolitiche da loro adottate.