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CPR di Macomer: nuovo gestore, ma vecchia conoscenza: arriva la coop veneta Ekene

Ekene è l'attuale gestore del CPR di Gradisca e diretta emanazione della coop. Edeco (ex Ecofficina)

CPR di Macomer, foto di LasciateCIEntare

Il 19 gennaio 2022 ha termine l’efficacia del contratto tra Prefettura di Nuoro e ORS Italia s.r.l., la società che ha gestito il CPR sin dalla sia apertura, ovvero dal 20 gennaio 2020 fino ad oggi, ma che non lascia la Sardegna a mani vuote. La ORS, infatti, si è aggiudicata l’affidamento per la gestione del CPR di Ponte Galeria-Roma, il 21 dicembre 2021, per un importo complessivo di 7.201.988,38 euro, in seguito all’esclusione della prima ditta in graduatoria (Officine Sociali società cooperativa sociale) che aveva presentato un’offerta eccessivamente bassa 1. In vista della scadenza dell’affidamento, la Prefettura di Nuoro, con decreto prefettizio del 9 settembre 2021, aveva disposto l’avvio del procedimento per l’appalto dei servizi di gestione e funzionamento del CPR di Macomer per il biennio 2022-2024, con un bando di gara che prevedeva lo scadere della presentazione delle offerte per il mese successivo, il 20 ottobre.

L’appalto

La durata dell’appalto, escluse le eventuali opzioni, è di 12 mesi decorrenti presumibilmente dal 20 gennaio 2022 o comunque dalla stipula del contratto, se successiva a tale data, ed è rinnovabile per altri 12 mesi.

In base alle stime del “Nuovo schema di capitolato di appalto” (decreto del Ministero dell’Interno del 29 gennaio 2021) l’importo presunto a basa di gara è di 847.602,50 euro (cui si sommano gli oneri della sicurezza da interferenza pari a € 1.140,00), è stimato in base al fabbisogno teorico di 50 posti, capienza massima del CPR, ed è dato dalla somma delle seguenti voci:

  1. 778.727,50 euro per il servizio di gestione e funzionamento del CPR, stimato in base al costo medio previsto dal capitolato di appalto di riferimento, di 42,67 euro (contro € 28,80 del precedente bando), giornalieri, per ciascun detenuto, per 365 giorni.
  2. 22.500,00 euro per la fornitura del Kit di primo accesso (ad esclusione della scheda telefonica). Importo calcolato in base al prezzo a base di gara per singolo kit (150,00 euro) da consegnare a ciascuno dei trattenuti, moltiplicato per 50 posti;
  3. 46.375,00 euro non soggetti a ribasso, per la fornitura del Pocket Money (una somma di 2,50 euro cui hanno diritto le persone private della libertà nel CPR, moltiplicato per 50 posti per la durata 12 mesi) e della tessera telefonica consegnata al momento dell’ingresso nella struttura (derivante dall’importo di 5,00 euro applicato al numero dei posti).

Gli importi alle voci 2) e 3) sono calcolati tenendo conto di un turnover stimato nel corso dei dodici mesi pari a 3 (in precedenza era pari a 2) considerando il tempo massimo di trattenimento nei CPR di 90 giorni con la possibilità di proroga di ulteriori 30 nei casi di accordi o intese con i Paesi di origine per i rimpatri. Evidentemente è stata presa in considerazione solo la seconda eventualità, mentre, secondo la relazione al Parlamento 2021 del Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale 2, il numero di giorni di permanenza media nel CPR di Macomer nei primi quattro mesi del 2021 non arriva a 60 giorni (59,77). Se il turnover fosse calcolato sulla base di questi dati, la cifra stimata dovrebbe essere decisamente più alta.

Tenendo conto delle opzioni di rinnovo e di modifica (del 50% e del 20%) dell’importo del contratto, il valore complessivo dell’appalto è stimato in: € 2.882.988,50 (Iva esclusa), mentre non si tiene conto del periodo di una eventuale proroga tecnica che, invece, non è quantificabile a priori.

La nomina del nuovo gestore

Il 21 ottobre, all’apertura delle buste delle offerte presentate, ne risultano pervenute quattro: Associazione San Marco Onlus, Ekene Cooperativa Sociale Onlus, Azzurra Srls, ORS Italia Srl.

Alcuni giorni dopo (26 ottobre) la commissione giudicatrice rileva che Ekene non aveva presentato entro i termini prescritti l’attestato di avvenuto sopralluogo al CPR, che verrà, invece, fatto pervenire entro il termine concesso di 3 giorni per integrare la documentazione. Il giorno 2 novembre, risulta così approvata anche questa offerta.

Una volta esaminate le offerte tecniche ed economiche (9 novembre) viene approvata la graduatoria di merito e l’appalto è aggiudicato provvisoriamente alla Associazione San Marco Onlus di Palma di Montechiaro (AG), che verrà invece esclusa per avere presentato un’offerta anormalmente bassa 3.

La graduatoria stilata dalla commissione giudicatrice in seguito alla valutazione delle offerte vede al primo posto l’Associazione San Marco Onlus con 84,90 punti totali (54,90 per offerta tecnica e 30,00 per quella economica). Seconda in graduatoria Ekene Cooperativa Sociale Onlus con punti 64,60 (53,89 per offerta tecnica e 10,71 per offerta economica). Terza Azzurra Srls con 44,92 punti (38,28 offerta tecnica e 6,64 per offerta economica) e infine, il precedente gestore del CPR, ORS Italia Srl con 42,45 punti (34,14 per l’offerta tecnica e 8,31 per quella economica).

Salta immediatamente all’occhio l’enorme distanza tra la prima ditta in graduatoria e le altre partecipanti. L’Associazione San Marco presenta infatti una percentuale al ribasso di 9,19%, decisamente alta rispetto alle altre che vanno dallo 0,80% al 1,29%.

La Prefettura di Nuoro (il 16 novembre) trasmette la richiesta di giustificazioni di tale ribasso, ma nonostante il documento di giustificazioni prodotto dall’associazione una settimana dopo (23 novembre), la proposta è ritenuta comunque “insanabilmente incongruente per avere enormemente sottostimato la voce costo del personale, rendendo impossibile di fatto il rispetto dei compensi minimi contrattuali del personale impiegato; e considerato che il documento di stima dei costi del personale fa parte integrante dell’offerta economica, e che in quanto tale non può essere oggetto di modifiche successive, risultando perciò superflui ulteriori approfondimenti”. Il 30 novembre è stata decretata l’esclusione dell’Associazione San Marco.

L’appalto è aggiudicato in base al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo e per potersi accaparrare gli appalti, gli operatori economici presentano offerte che si rivelano non sostenibili e che tagliano in particolare il costo del lavoro degli operatori e dei servizi alla persona che dovrebbero essere garantiti ai detenuti e alle detenute nei CPR.

In questo caso, l’Associazione San Marco, attiva in Sicilia nell’accoglienza dei richiedenti asilo e dei minori, ha tagliato eccessivamente il costo del lavoro del personale aggiuntivo previsto nell’offerta tecnica, presentando un’offerta migliorativa rispetto alla dotazione minima di personale prevista dal capitolato d’appalto, di 6 operatori diurni e uno notturno che devono garantire il servizio giornaliero dalle 8:00 alle 20:00 e dalle 20:00 alle 8:00. Quindi il totale di ore aggiuntive annue risulta di 26.208 per gli operatori diurni e di 4.380 per gli operatori notturni, per le quali l’associazione aveva previsto un costo di 128.349,38 euro, inferiore di ben 265.443,22 euro al costo stimato dal Ministero dell’Interno.

A tale importo si deve aggiungere quello per il personale minimo previsto dal capitolato e il costo addizionale per le ore aggiuntive offerte dalla ditta per le altre professionalità (assistente sociale: incremento di 4 ore a settimana, psicologo: incremento di 4 ore a settimana, orientamento normativo: incremento di 6 ore a settimana) e dalla stessa quantificato in 308.928,54 euro.

In conclusione, il costo complessivo della spesa per il personale correttamente calcolato superava l’intero valore annuo dell’appalto.

Dalla esclusione dell’Associazione San Marco ne consegue, il 30 dicembre 2021, l’aggiudicazione della gara mediante scorrimento della graduatoria, alla seconda ditta classificata: Ekene Cooperativa Sociale Onlus di Battaglia Terme (PD).

La marcia dei richiedenti asilo in fuga dall’accoglienza indegna di Cona (VE)17 novembre 2017

Ma chi è il nuovo gestore del CPR di Macomer?

Lo scorso 20 gennaio, all’apertura del CPR nel centro del Marghine erano immediatamente sorte polemiche per l’ingresso della società che lo ha gestito durante il biennio 2020-2021. La ORS Italia s.r.l., filiale italiana del Gruppo ORS con sede a Zurigo, con esperienza nella gestione di centri di accoglienza e di detenzione per migranti in Svizzera, Austria e Germania, e ora anche Spagna, già conosciuta per essere stata al centro di polemiche sulla mala accoglienza in alcuni sue strutture (sono noti i casi di Austria e Germania) e oggetto di inchieste giornalistiche sull’intreccio globale di politica e finanza che si celerebbe dietro il gruppo elvetico 4.

L’arrivo a Macomer del nuovo gestore Ekene, invece, sta avvenendo in sordina, nonostante non si tratti di una novità nel settore dei centri di accoglienza e per il rimpatrio di migranti, ma di una ben nota conoscenza.

Ekene, creata nel 2017, infatti, è una diretta emanazione della cooperativa Edeco, già Ecofficina, nota come “coop pigliatutto” per avere controllato buona parte dell’accoglienza veneta dal 2011 5.

Proprio in questa data nasce Ecofficina (con il nome di Ecofficina Educational) dalle quote della società Padova Tre che si occupava di rifiuti. Era il tempo dell’emergenza Nord Africa. La nascente cooperativa entra con successo nel business dell’accoglienza dei migranti e il suo bilancio passa dai 114 mila euro del 2011 ai quasi 10 milioni del 2015. Questo modello di gestione, è giudicato dai vertici della Confcooperative Veneto un sistema che “non risponde alle logiche della buona accoglienza”, ma “un modello che guarda soprattutto al business”, per queste ragioni, nel settembre 2016 ne prendono le distanze con la sospensione di Ecofficina dall’associazione delle cooperative della regione.

Edeco è tristemente conosciuta per la mala gestione di alcuni centri di accoglienza veneti, in particolare dell’hub nell’ex base militare, Cona, (provincia di Venezia) e di Bagnoli (provincia di Padova). Da più parti erano state denunciate le condizioni in cui versavano queste strutture, la cui tensione interna sfociava spesso in proteste e rivolte da parte dei malcapitati ospiti.

Nel gennaio 2017, nella struttura di Cona muore Sandrine Bakayoko, richiedente asilo ivoriana di 25 anni, per una tromboembolia polmonare bilaterale fulminante, secondo quanto stabilito dall’autopsia.

Il marito l’aveva trovata in fin di vita e aveva dato l’allarme. Sandrine aveva avuto un malore mentre era nella doccia alle 7 del mattino. Il ritardo dell’intervento degli operatori che avrebbero chiamato l’ambulanza solo diverse ore dopo, ha innescato la rabbia degli altri ospiti del centro, che hanno occupato la struttura, bloccando all’interno 25 operatori. In quel momento vi erano stipate oltre un migliaio di persone, a fronte dei 540 posti previsti.

Il giugno precedente la Campagna LasciateCIEntrare e Melting Pot Europa, in occasione di un accesso al CPA di Cona, avevano documentato le terribili condizioni in cui versava il centro e le pessime condizioni di vita dei migranti 6. A seguito dell’ingresso erano state inviate le dovute segnalazioni (tra cui la presenza di minori stranieri non accompagnati) agli organi competenti, ma nonostante la risonanza sulla stampa nazionale e locale, non erano stati presi i dovuti provvedimenti.

Il CPA a giugno conteneva più di 620 persone, in una struttura visibilmente inadeguata all’accoglienza, lontana da servizi e spazi sociali: una tendopoli nel nulla. Una situazione inaccettabile, destinata ad esplodere con l’aumento degli ospiti. Vittime dell’inadeguatezza del sistema, i migranti e gli operatori su cui si è riversata la rabbia collettiva7.

In seguito venne presentato un ricorso urgente alla CEDU proposto da Giuristi Democratici, Campagna LasciateCIEntrare, Meltingpot Europa, Bassa Padovana Accoglie, Avvocati di strada e ASGI che portò al trasferimento dei minori stranieri non accompagnati firmatari del ricorso in luoghi idonei e di molti richiedenti asilo in altri centri di accoglienza del nord 8.

Dopo la morte di Sandrine è stata aperta un’indagine della procura di Venezia, a carico di ignoti, mentre la cooperativa che la gestiva è risultata al centro di ben altre inchieste giudiziarie.

Nel 2014 la Ecofficina era diventata autonoma da Padova Tre, ma i legami tra le società sono stati comunque oggetto di inchiesta da parte del pm di Padova a causa di un buco di bilancio di 30 milioni di euro e, gli uffici della cooperativa sono stati perquisiti nel novembre 2016 per sospetti scambi di denaro tra le casse delle due società.

Dal 2016 Ecofficina è al centro di inchieste per maltrattamenti per la scarsa qualità del cibo distribuito agli ospiti dei centri gestiti dalla cooperativa, per gli abusi e per i servizi mai attivati, oltre all’apertura di un fascicolo per truffa e falso in cui era coinvolta anche una funzionaria della Prefettura di Padova, con l’accusa di turbata libertà degli incanti e falsa moralità commessa da pubblico ufficiale 9.

Le indagini proseguono e si profilano i reati di associazione a delinquere nella frode in pubbliche forniture per i servizi erogati nel centro di Cona, nella quale sono coinvolti due funzionari della Prefettura di Venezia, per i quali sussisterebbe il reato di rivelazione di segreto d’ufficio, per fare chiarezza sui rapporti tra il centro di accoglienza e la Prefettura e sulla corretta esecuzione del contratto di appalto di accoglienza dei migranti richiedenti asilo internazionale al centro di Cona 10.

Nel giugno 2019 sono stati rinviati a giudizio due viceprefetti, un’ex funzionaria della prefettura di Padova, i vertici di Edeco accusati di turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture, corruzione, abuso d’ufficio, rivelazione del segreto d’ufficio, falso11.

I funzionari pubblici sono accusati di avere fornito informazioni sulle ispezioni di Usl e dei carabinieri per consentire a Edeco di gestire indisturbata l’ex caserma Prandina, a Padova, e l’hub di Bagnoli, ex base aeronautica, tra il 2014 e il 2017. Le indagini ipotizzano la falsificazione degli atti del bando per l’aggiudicazione dello Sprar di Due Carrare nel 2016, e la costruzione di due bandi per l’accoglienza (da circa 20 milioni) su misura per essere aggiudicati dalla cooperativa. La funzionaria della Prefettura di Padova e i vertici di Ecofficina sono accusati anche del reato di induzione a dare utilità, ovvero assunzioni in cambio di favori.

Nonostante le indagini in corso nei confronti dei suoi vertici, Ecofficina prima, ed Edeco poi, hanno continuato e continuano ad aggiudicarsi ancora oggi con le loro diramazioni (Tucso, Tuendelee, Ekene) gare di appalto per l’accoglienza di migranti.

Nel luglio 2020 Edeco vince bando accoglienza della Prefettura di Padova per il servizio di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale affetti da patologia COVID-19 nel Comune di Cavarzere.

Ancora nel 2020 la Edeco chiude l’attività. Inattiva e in liquidazione, nel 2021, viene cancellata dall’elenco regionale veneto delle cooperative sociali, ma la sua dirigenza continua ad essere operativa nel settore dell’accoglienza.

Edeco è stata sostituita con un’operazione di scissione d’impresa dalla cooperativa Tuendelee, un ramo della quale risulta essere Tucso, che ha gestito il servizio di Siproimi (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) a Padova fino allo scorso anno e che nell’ottobre 2021, ha vinto una gara d’appalto della Prefettura di Padova per la gestione centri di microaccoglienza per richiedenti protezione internazionale [/efn_note]https://tgpadova.telenuovo.it/cronaca/2021/10/30/accoglienza-vince-il-bando-la-cooperativa-tucso-cioe-edeco-sempre-gli-stessi[/efn_note].

Dal 2019, Edeco, poi Ekene, partecipa ai bandi per la gestione dei centri di detenzione amministrativa, dai quali viene esclusa una prima volta per l’affidamento del CPR di Milano, il 30 giugno 2021, per il mancato possesso del requisito di idoneità professionale “dell’iscrizione all’Albo regionale delle cooperative sociali per attività coerenti con quelle oggetto della presente”, come richiesto dal bando di gara. E più di recente, il 14 gennaio 2022, dopo la fase di apertura delle buste delle offerte presentate per gestire il CPR di Torino, quando, secondo quanto dichiarato dal dirigente dell’Ufficio competente della Prefettura e riportato da Pressenza, la sua offerta “non ha superato la fase dell’esame della documentazione amministrativa12.

Ekene, invece, gestisce il CPR di Gradisca d’Isonzo (GO), avendo vinto la gara di appalto nel dicembre 2019 come Edeco, per scorrimento della graduatoria, considerato che le prime quattro ditte partecipanti erano state escluse per avere presentato un’offerta anormalmente bassa 13.

Dal gennaio 2020, nel centro di detenzione del Friuli Venezia-Giulia, si contano ben 3 morti: Vakhtang Enukidze, georgiano di 37 anni, morto il 18 gennaio 2020; Orgest Turia, albanese di 28 anni, morto il 14 luglio 2020; Anani Ezzeddine, tunisino di 44 anni, morto il 6 dicembre 2021. Macabro primato per il CPR di Gradisca e per la sua gestione.

Le più recenti notizie ricevute dal CPR di Gradisca raccontano di un clima repressivo, di una inadeguata assistenza, di locali decadenti, finestre rotte, scarsa igiene dei luoghi, uso di sedativi, tentativi di suicidio, atti di autolesionismo, scioperi della fame.

E ora, la cooperativa Ekene è pronta ad allargare i suoi affari in Sardegna.

  1. http://www.prefettura.it/FILES/AllegatiPag/1199/CIG_8711483F2D_-_Decreto_Aggiudicazione_prot._n._454827_del_21.12.2021.p
  2. https://www.garantenazionaleprivatiliberta.it/gnpl/resources/cms/documents/ed5a1c8e1e34e7a92c1c22ed4d9c4f23.pdf
  3. http://www.prefettura.it/FILES/AllegatiPag/1210/Verbale_RUP_esclusione_San_Marco-signed.pdf
  4. https://valori.it/business-accoglienza-ors/
  5. https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/03/venezia-tutte-le-ombre-su-chi-gestisce-il-centro-di-cona-indagini-per-truffa-parentopoli-e-la-cacciatada-confcooperative/3293882/
  6. https://www.lasciatecientrare.it/lasciatecientrare-e-di-melting-pot-europa-visitano-il-centro-per-migranti-di-cona/
  7. https://www.lasciatecientrare.it/cpa-cona-lasciatecientrare-donna-morta-rivolta-annunciata-fallimento-sistema-accoglienza-subito-indagini/
  8. https://www.meltingpot.org/2017/01/cona-minorenni-nel-centro-di-accoglienza-in-condizioni-inumane-e-degradanti-la-cedu-chiede-chiarimenti-allitalia/
  9. https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/03/venezia-tutte-le-ombre-su-chi-gestisce-il-centro-di-cona-indagini-per-truffa-parentopoli-e-la-cacciatada-confcooperative/3293882/
  10. https://www.padovaoggi.it/cronaca/indagine-cooperativa-edeco-conetta-profughi-padova-26-gennaio-2018.html
  11. https://corrieredelveneto.corriere.it/padova/politica/19_giugno_19/favori-cricca-dell-accoglienzaviceprefetti-vertici-edeco-processo-83ced0a8-927a-11e9-a40c-1410c386e974.shtml
  12. https://www.pressenza.com/it/2022/01/centro-per-rimpatri-CPR-torino-aperte-ieri-in-prefettura-le-buste-del-bando-di-concorso-per-il-nuovo-gestore
  13. http://www.prefettura.it/FILES/AllegatiPag/1148/DecretoDiAggiudicazione.pdf

Campagna LasciateCIEntrare

La campagna LasciateCIEntrare è nata nel 2011 per contrastare una circolare del Ministero dell’Interno che vietava l’accesso agli organi di stampa nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) e nei C.A.R.A. (Centri di accoglienza per richiedenti asilo): appellandosi al diritto/dovere di esercitare l’art. 21 della Costituzione, ovvero la libertà di stampa, LasciateCIEntrare ha ottenuto l’abrogazione della circolare e oggi si batte contro la detenzione amministrativa dei migranti continua »