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Photo credit: Utopia 56
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Francia – A Calais, le crescenti violenze di Stato rendono impossibile ogni dialogo

Il comunicato di alcune associazioni

Dopo due giorni consecutivi senza sgomberi degli accampamenti informali, che avvengono quotidianamente, il 15 gennaio le forze dell’ordine hanno ripreso lo smantellamento dei vari campi di Calais e dintorni con la confisca delle tende e degli effetti personali delle persone in transito. Lo stesso giorno il collettivo Faim aux Frontières ha iniziato l’occupazione a staffetta della piazza del municipio di Calais.

A seguire la traduzione del comunicato stampa di alcune associazioni che denunciano il clima di crescente violenza nei confronti delle persone migranti e di chi offre il proprio supporto (n.d.R.).

Il 7 gennaio 2022, le associazioni e i rifugiati presenti a Calais avrebbero dovuto partecipare a un incontro con le autorità presso la sottoprefettura della città: in seguito all’inasprimento delle violenze perpetuate dalle forze statali, ciò non è stato più possibile. 

Alla vigilia della riunione, il 6 gennaio 2022, nel paesino di Coquelles, è stata messa in atto una deportazione forzata tramite degli autobus diretti verso altre città distanti da Calais (analogamente a quanto successo a Nizza o a Laon). La polizia di frontiera ha requisito decine di tende e teloni, 76 persone sono state allontanate da Calais e 16 arrestate.

Il 30 dicembre 2021 e il 2 gennaio 2022 sono state compiute altre deportazioni con un uso sproporzionato della forza (come il ricorso a proiettili di gomma e a gas lacrimogeno).

A partire dal 1° dicembre 2021, abbiamo assistito a 145 sgomberi di accampamenti: almeno 200 tende e teloni sono stati requisiti, almeno 24 persone sono state arrestate nel corso di questi sgomberi (fonte: Human Rights Observers, progetto Auberge des Migrants).

Inoltre, nonostante l’allerta meteo arancione sia scattata per due volte nelle ultime settimane, le autorità di Calais si sono rifiutate, malgrado la richiesta da parte delle associazioni, di attivare delle misure urgenti per mettere al riparo le persone a rischio, sia minorenni che adulti. 

La politica ostruzionista nei confronti delle associazioni e delle loro azioni umanitarie è continua: il 12 dicembre è stato pubblicato il diciottesimo provvedimento contro la distribuzione di generi alimentari, ma allo stesso tempo la sottoprefettura sostiene di voler favorire un dialogo con le associazioni stesse. Allo stesso modo, un giorno la sottoprefettura invita i rifugiati a discutere sulle misure umanitarie a Calais, e al contempo quegli stessi rifugiati vengono deportati con la forza dall’altra parte della Francia, impedendo così lo svolgersi di alcun tipo di dialogo.

La politica messa in atto dalle autorità di Calais impone ai rifugiati di vivere in una situazione di continua emergenza, alla cui risposta noi associazioni dedichiamo tutto il nostro tempo. 

Questa politica non permette la ricerca di soluzioni definitive e fondamentali. Rinnoviamo qui le richieste formulate da chi sta digiunando per protesta: la fine degli sgomberi degli accampamenti e delle requisizioni di oggetti personali durante il periodo invernale, l’inizio di un vero dialogo con le autorità che porti a delle vere soluzioni, così come la messa in opera di un sistema umanitario che risponda in maniera efficace alle necessità di base delle persone rifugiate. 

Firmatari: L’Auberge des Migrants – Association Shanti – Collective Aid – ECPAT France – Human Rights Observers (HRO) – Secours Catholique du Pas-de-Calais – Project Play- Calais Food Collective (CFC) – Utopia 56 – Collectif Faim Aux Frontières