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Il caso Djokovic evidenzia le crudeli politiche sull’immigrazione dell’Australia

Human Rights Watch, 11 gennaio 2022

di Sophie McNeill, Australia Researcher

Mentre il tennista numero uno del mondo, Novak Djokovic, ha trascorso quattro notti detenuto in un hotel per immigrati a Melbourne prima che un giudice ordinasse il suo rilascio, il suo caso è diventato un promemoria impressionante del trattamento illegale dell’Australia nei confronti di rifugiati e richiedenti asilo che sono stati bloccati all’interno del sistema detentivo per immigrazione del Paese per anni.

Dal luglio 2013 il governo australiano ha trasferito con la forza più di 3.000 richiedenti asilo e rifugiati in centri offshore nei Paesi di Papua Nuova Guinea e Nauru, dove hanno subito gravi abusi, trattamenti disumani e negligenza medica. Il costo umano di queste politiche crudeli è stato enorme. I bambini nei campi offshore, che un gruppo di pediatri ha descritto come tra i più traumatizzati che avessero mai visto, hanno smesso di parlare e volevano porre fine alle loro vite.

Dodici persone sono morte nel sistema di detenzione offshore dell’Australia, anche per omicidio, negligenza medica e suicidio. Tra queste Omid Masoumali, un rifugiato iraniano che si è dato fuoco durante una visita di monitoraggio delle Nazioni Unite per protestare contro la sua detenzione indefinita, e Hamid Kehazaei, un altro iraniano, che è morto dopo che una lieve infezione alla gamba è diventata settica, essendogli state negate le cure mediche necessarie. In una struttura di detenzione per immigrati a Melbourne, la figlia di due anni di richiedenti asilo dello Sri Lanka ha dovuto farsi rimuovere chirurgicamente i denti da latte dopo che erano marciti durante la sua detenzione.

Una protesta nel Park Hotel a Melbourne

I governi australiani che si sono susseguiti hanno usato la detenzione come deterrente. Secondo il diritto internazionale, la detenzione degli immigrati non dovrebbe essere usata come punizione, ma dovrebbe invece essere una misura eccezionale di ultima istanza per realizzare uno scopo legittimo. Gli adulti dovrebbero essere detenuti per il minor tempo possibile, mentre i bambini non dovrebbero essere posti in detenzione per immigrazione.

La politica disumana dell’Australia sembra aver incoraggiato altri governi a seguirne l’esempio. L’anno scorso, la Danimarca ha autorizzato il trasferimento dei richiedenti asilo in località offshore. Nel Regno Unito, la Camera dei Comuni ha approvato il “Borders Bill”, che pretende di fare lo stesso, e che la Camera dei Lord sta attualmente esaminando. Queste leggi rischiano di includere gli aspetti peggiori della politica australiana.

I politici australiani hanno a lungo fatto affidamento sulla retorica “tough on borders” (“inflessibili sui confini”) per vincere le elezioni. Questa strategia populista ha contribuito a far sì che queste politiche illegali siano rimaste in vigore così a lungo. Il trattamento disumano dei rifugiati non è una politica di deterrenza accettabile né legale. Tutti gli Australiani dovrebbero esprimere la loro opposizione alla detenzione degli immigrati prolungata e indefinita, perché mentre ora Djokovic potrà essere libero, centinaia di altri non lo sono.