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La detenzione per l’immigrazione in Australia

Schede informative realizzate da UNSW Kaldor Centre

Il caso del tennista Novak Djokovic ha conquistato una grande visibilità internazionale, ma dietro questa storia di trattamento speciale d’élite si nasconde una delle politiche di detenzione tra le più dure al mondo.
Da anni, il governo australiano usa la detenzione offshore e gli alberghi – compreso quello dove era detenuto Djokovic – come centri di detenzione a lungo termine.
La detenzione è obbligatoria per chi non ha un visto valido, è a tempo indeterminato e non c’è una revisione indipendente.
Questo è il primo di una serie di contenuti grazie ai quali approfondiremo questo argomento.
Si tratta di schede pratiche realizzate dal UNSW Kaldor Centre che abbiamo tradotto.


L’Australia ha una politica di detenzione obbligatoria che richiede che tutti i “non cittadini illegali” siano detenuti per immigrazione, per un periodo che può essere indefinito.

Chi deve essere tenuto in «detenzione per immigrazione»?

Una politica di detenzione obbligatoria – adottata per la prima volta nel 1992 – si applica a tutti i “non cittadini illegali” in Australia. Secondo il Migration Act 1958 (Cth), gli agenti devono detenere qualsiasi persona che sanno o sospettano essere in Australia illegalmente. Una volta che una persona viene messa in detenzione per immigrazione, deve rimanerci fino a quando non le viene concesso un visto valido o lascia il paese.

Qualsiasi non cittadino che non ha un visto che lo autorizza a stare in Australia è un “non cittadino illegale”, ed è passibile di detenzione. Questo include qualsiasi persona che:

(a) arrivi in Australia senza un visto valido;

(b) abbia subito la cancellazione del suo visto; o

(c) sia rimasta oltre la scadenza del visto.

Secondo le statistiche del Dipartimento degli Affari Interni, al 31 agosto 2021, 1.440 persone erano detenute per immigrazione. Anche se le statistiche non indicano se una persona sia o meno in cerca di asilo, sappiamo che di queste 1.140 persone, 302 (o circa un quinto) erano persone arrivate senza un visto valido.

Da luglio 2013, chiunque arrivi senza un visto valido è soggetto alla politica di detenzione offshore nella Repubblica di Nauru o a Manus Island in Papua Nuova Guinea e non può entrare in Australia in modo permanente. I richiedenti asilo che sono soggetti alla detenzione offshore non vengono contati nelle statistiche di detenzione riportate dal Dipartimento degli Affari Interni. 

Il Refugee Council of Australia fornisce anche aggiornamenti regolari sulle statistiche in merito alla detenzione degli immigrati in Australia. 

Perché le persone vengono detenute?

Il sito web dell’Australian Border Force afferma che “la detenzione per immigrazione fa parte di uno stretto controllo delle frontiere e salvaguardia l’integrità del programma migratorio dell’Australia“. L’ex ministro per l’immigrazione Chris Bowen ha dichiarato nel 2010: “Abbiamo già il regime di detenzione obbligatoria più duro del mondo occidentale, eppure la gente viene ancora in Australia… quindi non credo che la detenzione obbligatoria debba essere vista come un deterrente“.

Mentre la deterrenza è un obiettivo politico della detenzione per immigrazione, l’Australian Border Force dice che la detenzione in una struttura per migranti non è intesa a punire i non cittadini illegali, ma piuttosto è uno strumento per gestire i programmi di migrazione dell’Australia. È anche un meccanismo per separare dalla comunità australiana i non cittadini illegali senza prospettive di visto in attesa della loro partenza.

Per quanto tempo le persone possono essere detenute?

Secondo la legge australiana, una persona viene trattenuta in detenzione per immigrazione fino a quando non le viene concesso un visto valido, o fino a quando non lascia il paese, a seconda della circostanza che si verifica prima. Questo significa che una persona può essere trattenuta in detenzione a tempo indeterminato, a meno che non le venga concesso un visto, che scelga di lasciare il paese o che l’Australia trovi un altro paese in cui possa andare. Il ministro ha anche la facoltà di disporre gli arresti domiciliari per una persona, concedere un visto ponte, o qualsiasi altro tipo di visto, se il ministro pensa che questo sia nell’interesse pubblico.

Nel suo rapporto mensile sulla Detenzione per l’Immigrazione, il Dipartimento degli Affari Interni fornisce statistiche sulla durata della permanenza delle persone nelle Strutture detentive per migranti. Al 31 agosto 2021, il Dipartimento ha fornito la seguente ripartizione:

All’epoca del rapporto, la durata media della detenzione era di 696 giorni (o 1,9 anni)

Qual è la supervisione del sistema di detenzione degli immigrati in Australia?

Le principali risorse per la supervisione della detenzione degli immigrati in Australia sono il difensore civico del Commonwealth e la Commissione australiana per i diritti umani. Essi possono rivedere le misure detentive, ma le loro opinioni non sono vincolanti per il governo.

Se una persona è stata in detenzione per immigrazione per più di due anni, il Segretario del Dipartimento degli Affari Interni deve, alla scadenza dei due anni, e successivamente ogni 6 mesi fino al rilascio della persona, fornire al difensore civico del Commonwealth un rapporto sulle circostanze della detenzione della persona. Il difensore civico fornisce quindi una valutazione sull’adeguatezza della detenzione e conduce anche ispezioni regolari nei centri di detenzione.

Anche la Commissione australiana per i diritti umani svolge un’importante funzione di controllo. Indaga sulle denunce relative a presunte violazioni dei diritti umani nei centri di detenzione per immigrati, svolge visite ai centri di detenzione e redige rapporti sulle condizioni al loro interno, e ha sviluppato standard minimi di diritti umani per la detenzione degli immigrati.

Il regime di detenzione obbligatoria dell’Australia è conforme al diritto internazionale?

La politica australiana di detenzione obbligatoria viola il diritto a non essere detenuti arbitrariamente ai sensi dell’articolo 9 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (“ICCPR”). La detenzione obbligatoria è arbitraria perché gli individui sono detenuti in maniera automatica e indiscriminata (perché sono arrivati in Australia senza un visto), senza alcuna valutazione individuale sulla necessità della detenzione (per esempio, perché un individuo rappresenta una minaccia alla sicurezza o è a rischio di fuga). Inoltre, gli individui non possono contestare la legalità della loro detenzione. La loro detenzione è solitamente prolungata e possibilmente indefinita.

Secondo il diritto internazionale, la detenzione è legittima solo se è ragionevole, necessaria e proporzionata in tutte le circostanze, e può essere rivista periodicamente. Se potrebbe essere ammissibile trattenere un richiedente asilo per un breve periodo iniziale per documentare il suo ingresso, registrare la sua richiesta e verificare la sua identità, è arbitrario – e quindi illegale – continuare a trattenerlo quando viene riconosciuto lo status di rifugiato, a meno che non ci siano ragioni per considerare che l’individuo rappresenti un rischio per la comunità.

Un certo numero di studi ha dimostrato che la detenzione causa danni psicologici ai richiedenti asilo che sono detenuti. Questo è stato anche un risultato costante delle indagini sulla detenzione degli immigrati in Australia. Ad agosto 2013, il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha scoperto che la natura arbitraria e prolungata della detenzione, combinata con le difficili condizioni di detenzione, stava “infliggendo gravi e irreversibili danni psicologici” ai detenuti. Di conseguenza, l’Australia ha violato l’articolo 7 dell’Iccpr (divieto di trattamenti crudeli, inumani o degradanti) e l’articolo 10 (obbligo di trattare le persone private della libertà con umanità e rispetto della loro dignità intrinseca).

La detenzione obbligatoria viola anche i diritti dei bambini secondo il diritto internazionale, in particolare il diritto a non essere privati arbitrariamente della libertà, come sancito dall’articolo 37(b) della Convenzione sui diritti dell’infanzia.

L’Australia ha l’obbligo, ai sensi dell’articolo 31 della Convenzione sui rifugiati, di non penalizzare i richiedenti asilo a causa dell’ingresso illegale. La detenzione obbligatoria può costituire una punizione per l’ingresso illegale, dato che non è giustificata dalle circostanze dell’individuo detenuto ed è diretta ai richiedenti asilo che arrivano senza un visto.