Libia, Balcani, confine italo-sloveno: le nuove forniture milionarie dell’Italia e dell’Ue per bloccare e respingere le persone.
In Libia, l’Italia continua a giocare un ruolo chiave nell’intercettare e rimandare indietro i migranti in fuga. Navi, motori e un nuovo container mobile collegato al radar della base navale di Abu Sitta, sulle coste libiche. Ma il nostro Paese è attivo anche al confine orientale. La Regione Friuli-Venezia Giulia ha acquistato infatti 65 foto-trappole per costruire un “muro tecnologico” che permetta di individuare le persone in arrivo dal confine italo-sloveno. E da più parti si chiede che vengano riattivate le riammissioni informali verso la Slovenia nonostante l’illegittimità della procedura e il rischio di respingimenti a catena lungo la rotta balcanica. Proprio nella regione dei Balcani, intanto, l’Agenzia che sorveglia le frontiere esterne europee, Frontex, punta sui dati biometrici per bloccare le persone nei Paesi di transito.
Ne discutono, a partire dall’inchiesta di Altreconomia di febbraio:
- Caterina Bove, avvocata, socia Asgi
- Duccio Facchini, direttore di Altreconomia
- Luca Rondi, giornalista di Altreconomia
- Gianfranco Schiavone, ICS Trieste, Asgi
- Riccardo Magi, parlamentare
Info: Facebook di RiVolti ai Balcani
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