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Mediterraneo centrale: report febbraio 2022

Dal mare con uno sguardo al nord est del continente

Photo credit: Eleana Elefante

Questo di febbraio è un report sul Mediterraneo centrale scritto con lo sguardo rivolto al terribile attacco all’Ucraina pianificato dalla Russia di Putin che, inevitabilmente conduce ad un numero crescente di persone costrette a fuggire da un conflitto armato che potrebbe ripercuotersi su tutto il continente europeo.

Nel corso del mese, le pessime condizioni meteo-marine, hanno portato ad un lieve calo delle partenze dal Nord Africa. Da inizio anno 5.474 persone sono approdate sulle nostre coste contro le 5.033 del 2021. Nel corso del mese 2.439 persone contro le 3.994 del 2021. Il numero dei minori non accompagnati è di 494 a fronte dei 10.053 di tutto il 2021. Le nazionalità prevalentemente coinvolte dall’esodo via mare sono l’Egitto con 1.383 persone, il Bangladesh con 1.238 persone e la Tunisia con 690 persone. Da gennaio 2022, oltre 2.353 persone sono state vittime di push-back da parte della sedicente Guardia Costiera libica e ricondotte in detenzione arbitraria ed illegale. 87 persone risultano disperse e 36 decedute in questo tratto di mare. In Libia, oltre 800.000 persone hanno bisogno di assistenza, fra questi 179.047 sono sfollati interni. Dietro a tali dati il rinnovato Memorandum Italia-Libia, rinnovato automaticamente per altri 3 anni.

I fatti principali dal mare del mese appena concluso

Le partenze dalle coste libiche sono riprese l’11 febbraio. Un’imbarcazione partita da Misurata con 50 persone a bordo lancia una richiesta di soccorso ad Alarm Phone. Nessuno interverrà in loro soccorso e la cosiddetta Guardia Costiera libica li intercetterà respingendoli forzatamente in Libia. Il 12 febbraio, la Ocean Viking di SOS Mediterranee soccorre una barca in difficoltà nella zona Sar maltese. A bordo 93 persone tra cui 16 minori non accompagnati. Seguirà un ulteriore allarme proveniente da 88 persone in pericolo sempre in zona Sar maltese. Nessuna assistenza dalle autorità locali. Durante la notte, dopo oltre 10 ore dalla prima richiesta d’aiuto, riuscirà a raggiungerle e a salvarle la Ocean Viking di SOS Mediterranee. Fra loro un neonato e 27 minori non accompagnati. All’alba del 13 febbraio un terzo intervento della nave umanitaria metterà in salvo altre 22 persone, fra cui 6 minori, a bordo di un barchino in legno e 25 persone da un secondo barchino in vetroresina. Il 14 febbraio un quinto soccorso di altre 19 persone, fra cui 2 donne e 3 minori. Un totale di 247 persone salvate in meno di 48h. Il 19 febbraio, dopo 5 giorni di attesa dalla prima richiesta per ottenere un Porto Sicuro per lo sbarco, verrà loro assegnato il Porto di Pozzallo. Intanto, nello stesso giorno la Sea Watch 4 mette in salvo in un’unica operazione 121 persone. Ne seguirà una successiva che salverà altre 8 persone. Durante la notte, una motovedetta della Capitaneria di Porto di Pozzallo, intercetta e soccorre 94 persone, tutte asiatiche, che viaggiavano su un veliero in difficoltà a 20 miglia dalle coste del Ragusano. Tra loro 40 minori. Il 20 febbraio, in zona Sar maltese, altre 68 persone a bordo di una malfunzionante imbarcazione in legno, lanciano diverse disattese richieste di soccorso. Verranno intercettate dalla sedicente Guardia Costiera libica e riportate in detenzione. Il 21 febbraio torna la Geo Barents nel Mediterraneo centrale. Il 25 febbraio verrà finalmente assegnato a Porto Empedocle lo sbarco per la Sea Watch 4 con i 129 naufraghi a bordo. Il 26 febbraio la motovedetta “Fezzan” della cosiddetta Guardia Costiera libica, intercetta 128 persone fuggite dalla Libia e le riporta indietro. Tra loro 12 donne e 7 bambini. Nazionalità prevalenti: Gambia ed Etiopia. Oggi, 28 febbraio, un nuovo respingimento verso la Libia si consuma nelle acque del Mediterraneo centrale: SeaBird 2, il velivolo di Sea Watch International, avvista dall’alto un gommone vuoto ed una nave della cosiddetta Guardia Costiera libica con decine di persone a bordo.

Nota del 28 febbraioA fronte di quando avviene nell’aria meridionale del nostro Mediterraneo, una breve nota va spesa per la catastrofe umanitaria che si sta verificando nel Nord Est del continente. Come accennato in apertura, l’invasione russa in Ucraina sta generando un nuovo esodo migratorio che, per la prima volta nella storia, viene gestito umanamente, ovvero sburocratizzando le necessità di chi fugge da un conflitto. L’Unione Europea e le Nazioni Unite, improvvisamente, non pongono veti sul riconoscimento dello status di rifugiato, seppur temporaneamente, per coloro che, in fuga dalla guerra, raggiungono i confini esterni ad ovest del paese in cerca di protezione. L’Unione Europea, inoltre, per la prima volta stanzia 500 milioni di euro in armamenti per l’esercito ucraino. Al quinto giorno di conflitto non si fermano i bombardamenti. Oltre 500.000 persone hanno dovuto lasciare l’Ucraina per raggiungere la Polonia, la Slovacchia, l’Ungheria, la Romania e la Moldavia e l’Italia. L’UNHCR ipotizza che, con il protrarsi degli scontri, gli sfollati potrebbero arrivare fino a 4 milioni 1. Negli ospedali ucraini scarseggiano le scorte di ossigeno, di sangue, molti negozi sono chiusi e le persone sono per lo più ammassate nei bunker e nei sottopassaggi della metropolitana. Difficile quantificare con esattezza le vittime. Le autorità di Kiev parlano di 352 morti tra cui 16 bambini. Mentre 304 sarebbero i feriti in Ucraina dopo l’inizio dell’attacco russo tra cui 45 bambini. La maggior parte di loro sono deceduti a causa dalle armi esplosive ad ampio raggio. Sulle vittime russe i dati sono ancora più incerti e non è possibile al momento effettuare un tracciamento indipendente.

  1. Al link un monitoraggio sul flusso degli sfollati: http://data2.unhcr.org/en/situations/ukraine?utm_medium=email&vm=single

Eleana Elefante

Giurista esperta in Advocacy & Communication dei Flussi Migratori del Mediterraneo Centrale.
Collabora con diverse NGO’s e Patners Europei nel Monitoraggio & Valutazione dei flussi migratori in linea con l’analisi geopolitica di aree geografiche quali il Nord - Africa ed il Medio-Oriente.