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Ucraina – Protezione sussidiaria anche in assenza di rischio specifico per l’eccezionale livello di violenza del conflitto armato in corso

Tribunale di Torino, decreto del 16 maggio 2022

Il Tribunale di Torino ha riconosciuto la protezione sussidiaria in favore di un cittadino ucraino in considerazione dell’eccezionale livello di violenza che si riscontra su tutto il territorio ucraino a partire dall’operazione militare su vasta scala intrapresa dalla Federazione Russa il 24.02.2022.

Il Collegio, dopo aver ripercorso le vicende che hanno impattato sulla sicurezza del Paese (c.d. EuroMaidan e occupazione della Crimea da parte della Russia – che hanno portato allo scoppio – il 6 aprile 2014 – di un conflitto nell’area del Donbass), ha rilevato che, secondo i dati riportati, dalle 4 del mattino del 24 febbraio 2022, quando l’attacco armato della Federazione Russa contro l’Ucraina iniziato, alle 24:00 di mezzanotte del 26 marzo 2022 (ora locale), l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) ha registrato 2.909 vittime civili nel paese: 1.119 persone uccise e 1.790 persone ferite. Tra le persone decedute, l’Ufficio dell’Alto Commissariato ha registrato 224 uomini, 168 donne, 15 ragazze e 32 ragazzi, oltre a 52 bambini e 628 adulti il cui sesso è ancora sconosciuto, mentre tra le persone ferite 201 uomini, 150 donne, 32 ragazze e 24 ragazzi, oltre a 70 bambini e 1.313 adulti il cui sesso è ancora sconosciuto. Con riferimento ai territori, nelle regioni di Donetsk e Luhansk: 1.281 vittime (360 persone uccise e 921 persone ferite), di cui nel territorio controllato dal governo 995 vittime (301 persone uccise e 694 persone ferite) e sul territorio controllato dalle autoproclamate “repubbliche” 286 vittime (59 morti e 227 feriti). In altre regioni dell’Ucraina (la città di Kiev, e le regioni di Cherkasy, Chernihiv, Kharkiv, Kherson, Kiev, Mykolaiv, Odesa, Sumy, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e Zhytomyr), che erano sotto il controllo del governo quando si sono verificate le vittime sono state registrate 1.628 vittime (759 morti e 869 feriti). La condotta delle ostilità da parte delle forze armate russe è stata caratterizzata dall’ampio uso di armi esplosive con effetti ad ampia area nelle aree popolate, inclusi i bombardamenti di artiglieria pesante e sistemi di lancio multiplo di razzi, missili e attacchi aerei. Ci sono state anche accuse secondo cui le forze armate ucraine si sarebbero impegnate nel bombardamento di aree popolate nel territorio controllato da gruppi armati affiliati alla Russia nelle regioni di Donetsk e Luhansk.

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari i bisogni umanitari fondamentali rimangono l’accesso a cibo adeguato, acqua sicura, medicinali salvavita e servizi sanitari, così come soluzioni di alloggio durature per gli sfollati interni e il numero crescente di persone le cui case sono state danneggiate o distrutte. Secondo la stessa fonte, dal 24 febbraio al 30 marzo, circa 10,5 milioni di persone – più di un quarto della popolazione ucraina – sono state sfollate con la forza dell’offensiva militare in corso, compresi quasi 6,5 milioni di sfollati interni e più di 4 milioni di sfollati attraverso i confini internazionali – compresi 204.000 cittadini di paesi terzi. Più di 2,3 milioni di persone stanno cercando rifugio solo in Polonia.

Alla luce delle informazioni sul Paese di origine, ampiamente documentate, i Giudici hanno ritenuto che in Ucraina vi sia in atto un conflitto armato, così come definito dalla sentenza della Corte di Giustizia europea Diakité (paragrafo 35), caratterizzato dalla presenza di scontri tra le forze armate russe e quelle ucraine. Relativamente al livello di violenza, con riferimento sia alla natura che alla dimensione della stessa, è da considerarsi “indiscriminato”.

Vi sono, pertanto, motivi seri e comprovati dalle COI per ritenere che se il ricorrente ritornasse in Ucraina, sarebbe esposto, per la sola presenza, al rischio effettivo di subire un danno grave nella forma di una minaccia grave ed individuale alla vita o alla sua persona, per effetto della violenza indiscriminata derivante dal conflitto armato internazionale in essere (cfr. sentenza CGUE Elgafaji, par. 37). L’eccezionale livello di violenza, che si riscontra su tutto il territorio ucraino, nei confronti dei civili (rischio generico) rende superflua l’analisi in merito alla condizione personale del ricorrente (rischio specifico), potendosi ugualmente parlare di “minaccia grave ed individuale” (cfr. sentenza CGUE Elgafaji, par. 43).

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Si ringrazia l’avv. Lorenzo Chidini per la segnalazione e il commento.


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