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Il principio di non respingimento ai confini dell’Unione Europea

Tesi di laurea di Valeria Contin

Photo credit: Eddie e Bojan (da No Name Kitchen)

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Università degli studi di Torino
Dipartimento di Culture, Politica e Società
Laurea magistrale in Scienze Internazionali

Il principio di non respingimento ai confini dell’Unione Europea

di Valeria Contin
(Anno Accademico 2020/2021)

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Introduzione

Lo scopo di questa tesi è offrire un quadro della situazione attuale circa le politiche di gestione dei flussi migratori da parte dell’Italia e dell’Unione Europea, illustrando gli strumenti normativi più importanti adottati dagli anni ’90 ad oggi per la regolamentazione del diritto dell’immigrazione. Oltre a un’analisi dei principi e delle leggi, però, ho voluto descrivere anche la realtà dei confini in cui queste norme dovrebbero trovare applicazione, che si rivela essere ben diversa da quanto delineato dalla giurisprudenza. In altri casi sono invece le stesse misure volute dagli Stati a favorire prassi che violano i diritti dei migranti. Il tema su cui mi sono maggiormente concentrata ruota attorno al principio di non respingimento, o non-refoulement, il quale si trova enunciato in diversi capisaldi del diritto internazionale, europeo ed italiano ma che viene costantemente ignorato nelle operazioni di controllo dei flussi lungo le frontiere dell’Unione Europea.

L’elaborato si divide in quattro capitoli, divisi a loro volta internamente in paragrafi che affrontano tematiche differenti: inizialmente i riflettori sono puntati sulla c.d. rotta balcanica, come si è evoluta nel tempo, qual è la situazione dei Paesi che la costituiscono, a cosa vanno incontro le persone che la attraversano, le condizioni dell’accoglienza in Bosnia ed Erzegovina e gli effetti dell’accordo tra UE e Turchia del 2016.

Il secondo e il terzo capitolo sono invece caratterizzati da un focus più giuridico, in quanto in un primo momento mi sono occupata degli strumenti internazionali che sanciscono il non-refoulement come la Convenzione di Ginevra e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, di una storica sentenza nei confronti dell’Italia, poi del diritto comunitario in merito e infine dell’ordinamento italiano. Il capitolo dedicato a quest’ultimo argomento si articola attraverso riferimenti ai concetti di espulsione e respingimento, ma anche a temi paralleli come il sistema di accoglienza del nostro Paese, i più recenti decreti adottati dal Governo, la disciplina relativa ai minori stranieri non accompagnati, per concludersi con uno sguardo al confine nord-orientale del Friuli-Venezia Giulia, punto di arrivo momentaneo di chi intraprende la rotta balcanica. Nella quarta parte si propone un ragionamento sulle politiche di esternalizzazione italiane ed europee che vengono delineate nel corso della tesi, illustrando come esempi più significativi il ruolo dell’agenzia europea FRONTEX e gli accordi bilaterali che l’Italia ha siglato con la Libia, con il Niger e con il Sudan.

L’interesse per questi argomenti è dovuto a molteplici fattori, per me, tra cui vorrei citare il mio percorso di studi che negli ultimi anni ho cercato di indirizzare verso i temi delle migrazioni, dei conflitti e dei diritti umani, anche grazie alla possibilità di seguire corsi inerenti ai Migration Studies e una clinica legale in Human Rights and Migration Law all’Università di Torino. Inoltre, un’esperienza di lavoro in una comunità per minori stranieri non accompagnati della mia città, a Udine, mi ha permesso di conoscere in modo diretto le persone che per arrivare in Italia hanno più volte provato il game e si sono trovate respinte e intrappolate nella rotta balcanica, con grande impatto sulla mia coscienza e sul mio desiderio di approfondire ciò che si verifica lungo quei confini.

La consapevolezza dell’esistenza di queste realtà e l’assistere da cittadina europea alle violazioni dei diritti fondamentali di cui l’Italia e l’UE sono responsabili verso i migranti non può che spronarmi alla comprensione sempre maggiore di queste tendenze politiche e alla ricerca di modi e approcci alternativi nella gestione del fenomeno migratorio nel rispetto di tutte le persone.

Sono queste, in estrema sintesi, le motivazioni che mi hanno spinto ad individuare come oggetto della mia tesi magistrale la prassi e le implicazioni giuridiche dei respingimenti ai confini dell’Unione Europea, scegliendo come area geografica d’elezione la regione balcanica, di cui l’opinione pubblica è ancora poco informata ma che è teatro di gravi situazioni sotto il profilo dei diritti umani.

Infine, rimandando alle conclusioni per una riflessione sul lavoro di ricerca, spero di aver introdotto la lettura suscitando almeno un po’ di interesse per il tema trattato, pur conscia dell’esistenza di analisi più autorevoli e della inevitabile parzialità di quanto prodotto.