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Una sentenza pionieristica a Gipuzkoa riconosce la nazionalità di una migrante nata in transito

Tratto da Naiz:

Photo credit: Ongi Etorri Errefuxiatuak-Bizkaia

Per la prima volta nello Stato spagnolo e in disaccordo con i criteri legali, una sentenza ha riconosciuto la cittadinanza spagnola, e insieme ad essa i diritti corrispondenti, ad una bambina nata da una madre in pieno transito migratorio.

Il Tribunale provinciale di Gipuzkoa (provincia nei Paesi Baschi ndR.) ha riconosciuto la cittadinanza spagnola ad una ragazza apolide nata durante un transito migratorio diretto in Spagna. La minore, nonostante sia nata in Marocco, è residente insieme alla madre a Donostia, non risulta iscritta ad alcun registro né possiede il passaporto, di conseguenza non può può essere iscritta al registro ufficiale della capitale Gipuzkoan né accedere ai servizi sanitari o educativi.

In data 11 maggio l’Alta Corte di Gipuzkoa respinge il ricorso presentato dalla Procura dello Stato e conferma la sentenza del Tribunale di primo grado n. 5 di Donostia che ha accettato di dichiarare la “violazione dei diritti fondamentali del minore per mancanza di nazionalità e ha riconosciuto la nazionalità spagnola alla ragazza”.

Il procuratore di Stato ha affermato nel suo ricorso che “per il semplice fatto di essere apolidi, non si può avere diritto alla cittadinanza spagnola se non vengono prima soddisfatti i requisiti previsti dalla legislazione nazionale“.

La Corte sottolinea che il diritto alla cittadinanza è riconosciuto sia nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che nella Convenzione sui diritti dell’infanzia, tra gli altri, e ricorda anche che il codice civile stabilisce che «si considerano nati in Territorio spagnolo tutti i minori il cui primo luogo di soggiorno conosciuto è il territorio spagnolo.

Arrivo a Tarifa

La minore è arrivata nel 2018 a bordo di un’imbarcazione irregolare a Tarifa (Cadice) e da allora vive in Spagna. Sua madre è di nazionalità camerunese e risiede regolarmente nello Stato, ma alla figlia è stato negato il permesso di soggiorno e non possiede il passaporto.

Nel 2019 è stata inviata una lettera all’ambasciatore camerunese in Spagna attraverso un canale notarile in cui si chiedeva la registrazione della nascita della ragazza, il riconoscimento della nascita della nazionalità camerunese e l’ottenimento del suo passaporto.

Le autorità camerunesi, tramite l’Ambasciata del Camerun, hanno informato la madre che essendo la figlia nata in Marocco, “può recarsi in quel Paese per ottenere l’atto di nascita della figlia o, in mancanza, può recarsi in Camerun“.

Successivamente ha presentato all’Anagrafe Civile di Donostia la dichiarazione “con valore di semplice presunzione” di nazionalità spagnola, e, in subordine, una richiesta di registrazione delle nascite oltre il termine, “dichiarandosi incapace e negando la registrazione della nascita” della ragazza.

Nessuna risposta dal Marocco

Nel marzo 2021 la madre ha scritto all’Ambasciatore del Marocco in Spagna attraverso un canale notarile chiedendo la registrazione della nascita della ragazza, il riconoscimento di nascita della nazionalità marocchina e l’ottenimento di un passaporto per lei, ma quella lettera “non ha ricevuta alcuna risposta“.

Alla minore, inoltre, è stata negata la possibilità di iscriversi all’anagrafe comunale di Donostia, il che pregiudica la sua capacità di accedere ai servizi pubblici comunali, richiedere prestazioni sociali ed essere assegnata a un centro di cure primarie e l’assegnazione di un medico di famiglia. La ragazza non può cambiare scuola, non può svolgere attività extrascolastiche e non è in possesso della tessera sanitaria.

Il Tribunale di Gipuzkoa ritiene che “un autentico sforzo sia stato compiuto dal parte del richiedente per evitare gli ostacoli e tentare di riconoscere la cittadinanza camerunese della minore” e ritiene praticabile “un’ampia applicazione dell’art. 17.I c)”, ossia il riconoscimento della cittadinanza spagnola alla minore.

Pertanto, ritiene che ciò “costituisca l’unico meccanismo che consentendo il rispetto delle disposizioni legali contenute nei trattati internazionali di cui la Spagna è parte, possa realizzare efficacemente l’interesse superiore del minore sancito dalle disposizioni nazionali“.

Concordando che il minore rimanga nel limbo dell’apolidia, in una situazione di disuguaglianza rispetto agli altri minori, con una significativa riduzione dei loro diritti fondamentali e fondamentali, quali, tra gli altri, il diritto all’istruzione, con le attuali conseguenze che questo comporta per lei e che sono stati messi in evidenza, significa trascurare detto interesse a suo danno”, dice.