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Milano, la negazione del diritto di asilo

Il Naga denuncia una situazione insostenibile: le persone costrette a dormire fuori dalla Questura per accedere agli uffici

Frame dal reportage di Fanpage.it

In questo periodo estivo da molte città italiane veniamo contattati da persone che non riescono a presentare domanda di asilo o essere accolte nel sistema di accoglienza. Questo avviene non solo in grandi città come Roma, Milano, Firenze, Torino ma anche in città di provincia come Ancona, Trento, Rimini, Trieste, solo per citarne alcune. Ci troviamo di fronte ad una delle tante storture del sistema: da una parte procedure accelerate e accoglienza per i profughi ucraini, dall’altra barriere immateriali, razzismo e prassi illegittime per coloro che provengono da altri paesi e non sono bianchi.

A Milano, l’associazione Naga ha deciso di denunciare una situazione insostenibile. Con Fanpage si sono recati davanti alla Questura i Milano per far conoscere ciò che succede: il diritto d’asilo – scrive l’associazione – è un diritto fondamentale che viene violato quotidianamente dal Ministero dell’Interno impedendo alle persone di potere entrare presso gli uffici preposti alla presentazione della domanda di protezione internazionale. 

Sono infatti decine le persone che oggi notte dormono davanti agli uffici della Questura di Milano in via Cagni, per provare a entrare negli uffici e iniziare le procedure per la richiesta di asilo o del permesso di soggiorno per protezione speciale. L’accesso alla questure è contingentato a poche persone al giorno, anche per la mancanza di un numero congruo di mediatori culturali. Alcune persone – scrive il reporter Simone Giancristofaro che ha ripreso le code per Fanpage – “dormono da circa una settimana all’aperto e ciononostante sono ancora in attesa“. Solo la presentazione delle istanze permette l’uscita perlomeno temporanea da una condizione di irregolarità e finalmente di far cominciare il tortuoso e lungo iter della protezione internazionale e speciale.

«Purtroppo la situazione che riscontriamo ogni giorno davanti alla Questura di Milano – commenta Anna Radice, presidente del Naga – non è un caso isolato ma, piuttosto, un esempio di quello che, con alcune differenze nelle modalità, accade davanti alle Questure della maggior parte delle città italiane, soprattutto di quelle più grandi».

«Ciò che succede è il risultato della scelta, fatta a livello nazionale, di non mettere a disposizione le risorse necessarie limitando, di fatto, il diritto d’asilo» prosegue la Presidente.

Naga chiede con forza che le istituzioni mettano fine a questa grave violazione e rendano immediatamente possibile accedere alla questura.