Da marzo del 2022, le organizzazioni della società civile hanno utilizzato sempre più frequentemente le misure provvisorie nel tentativo di garantire che lo stato greco rispetti i diritti fondamentali e dia accesso ai sistemi di protezione internazionale ai gruppi di transitanti bloccati sugli isolotti del fiume Evros.
Misure urgenti indicate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) che il governo greco continua a non osservare.
Concesse misure provvisorie a 49 richiedenti asilo turchi e siriani su un isolotto greco nel fiume Evros. La Grecia non si è ancora adeguata
18 agosto 2022
Sintesi del caso
Il 16 agosto, alle 06:26, Border Violence Monitoring Network (BVMN) è stata allertato per un gruppo di richiedenti asilo siriani e turchi bloccati su un isolotto nel fiume Evros, vicino a Didymoteicho, in territorio greco. I cittadini siriani del gruppo hanno dichiarato che stavano cercando asilo a causa della guerra nel loro paese che li ha messi a rischio di gravi danni fisici e i cittadini turchi appartengono alla minoranza curda e sono perciò a rischio di persecuzione in Turchia. Hanno riferito di essere rimasti bloccati sull’isola a partire dal 14 agosto 2022. Il gruppo comprende 9 donne, 16 bambini e 8 persone particolarmente vulnerabili che necessitano di cure mediche. Una è incinta di quattro mesi, due sono asmatici, uno è diabetico e soffre di pressione alta, un altro soffre di pressione alta, due dei bambini hanno difficoltà respiratorie e un altro bambino soffre di una grave disabilità visiva.
Abbiamo trasmesso immediatamente queste informazioni alle autorità competenti: la polizia greca, Frontex, il Mediatore europeo, il Comitato nazionale greco per i diritti dell’uomo, UNHCR. I nostri operatori locali hanno chiamato il numero di emergenza 112 alle 18.23 del 16 agosto. Gli operatori del 112 ci hanno assicurato di essere a conoscenza della situazione e che era già in corso un’operazione di ricerca e salvataggio (SAR). La mattina seguente, il 17 agosto alle 9.27, il gruppo ha nuovamente condiviso la propria posizione che li mostrava ancora sull’isolotto, affermando che nessuno si era avvicinato a loro né la sera precedente né durante la notte.
La decisione sulle misure provvisorie
A seguito della mancanza di risposta o azioni da parte delle autorità, la mattina del 17 agosto la BVNM ha presentato richiesta di misure provvisorie presso la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), con il supporto dell’Iniziativa Rule 39 (CILD). Il gruppo di transitanti ha riferito una situazione di rapido deterioramento, avendo esaurito l’acqua potabile e necessitando cure mediche urgenti per i membri del gruppo. Alle 18:33 dello stesso giorno, la CEDU ha deciso per una misura provvisoria, stabilendo l’applicazione delle misure di cui all’articolo 39 con effetto immediato e fino a nuovo avviso, comunicando al governo greco che i richiedenti asilo non dovranno essere allontanati dalla Grecia e che devono ricevere cibo, acqua e cure mediche adeguate, secondo le loro necessità. La decisione della Corte richiama l’attenzione sul fatto che il mancato rispetto di una misura indicata dall’articolo 39 da parte di uno Stato contraente può comportare una violazione dell’articolo 34 della Convenzione. Quando i nostri operatori hanno ricontattato i servizi di emergenza, intorno alle 12:39 del 18 agosto, gli è stato risposto che le operazioni SAR erano in corso ma che fino ad allora non avevano individuato nessuno.
Mancato rispetto delle misure provvisorie da parte della Grecia
Come esposto dettagliatamente in un nostro rapporto recente 1, l’accesso alle procedure di asilo nella Grecia continentale si è seriamente ristretto a seguito di importanti cambiamenti politici avvenuti a novembre del 2021. L’effettiva mancanza di accesso ha costretto gruppi di migranti rimasti bloccati sugli isolotti del fiume Evros a trovare altri mezzi, spesso più pericolosi, per accedere al sistema di asilo. A partire dai primi di marzo del 2022, le organizzazioni della società civile (OSC) hanno utilizzato sempre più frequentemente le misure provvisorie nel tentativo di garantire che lo stato greco rispetti i diritti fondamentali e dia accesso ai sistemi di protezione internazionale in Grecia ai gruppi di transitanti bloccati sugli isolotti.
L’inchiesta di BVMN: isolotti, misure provvisorie ed erosione dello Stato di diritto in Grecia
La coalizione: «Chiediamo che la Grecia sia chiamata a risponderne»
Le misure provvisorie sono una misura urgente, di ultima istanza, che viene applicata solo in caso di rischio imminente di danni irreparabili. Nel caso di persone che richiedono protezione internazionale, tali misure svolgono un ruolo fondamentale nell’evitare situazioni irreversibili che impedirebbero alla CEDU di esaminare le loro domande, in particolare nei casi di respingimento (refoulement). Su indicazione della CEDU, le misure provvisorie richiedono legalmente alle autorità greche di avviare operazioni SAR per i gruppi di transitanti bloccati sugli isolotti, di fornire loro l’accesso alle procedure di asilo, alle cure mediche e alle condizioni materiali di accoglienza. Tuttavia, da marzo 2022 sono state stabilite misure provvisorie per 15 casi sulle isole Evros, riguardanti oltre 500 persone, ma solo cinque di questi gruppi sono stati effettivamente salvati dalle autorità greche.
Le autorità greche hanno recentemente adottato dichiarazioni comuni in risposta a domande sulla loro persistente inosservanza della CEDU, dichiarando spesso di “non essere stata in grado di trovare” i gruppi di migranti o che l’ubicazione dei gruppi di transitanti si trovava al di fuori del territorio greco. Questa argomentazione non è plausibile considerando le precise coordinate GPS fornite, così come le estese tecnologie di sorveglianza impiegate, secondo quanto riferito, al confine di Evros.
Inoltre, la decisione della Corte obbliga la Grecia a rispettare le misure provvisorie a prescindere dalle controversie territoriali. Il precedente caso verificatosi sugli isolotti di Evros e che ha attirato una grande e persistente attenzione mediatica e visibilità pubblica (vedi esempi qui, qui e qui) ha visto lo stato greco utilizzare questi argomenti nonostante la situazione di emergenza e la morte di una bambina di 5 anni. Queste tragiche conseguenze erano del tutto prevenibili ed evidenziano la gravità dell’inerzia dello stato greco nonostante i suoi obblighi di legge. Inoltre, l’attenzione senza precedenti dei media sull’ultimo caso sugli isolotti ha portato anche ad un maggiore coinvolgimento di gruppi e account social media di destra. Hanno cercato di distorcere la storia, definendola “fake news“, punibile in Grecia con cinque anni di carcere da quando è stata approvata una nuova legge nel novembre 2021. Non solo lo Stato greco non sta rispettando le misure provvisorie indicate dalla Corte, ma c’è un ambiente sempre più ostile per le OSC che richiedono queste misure e sollecitano lo stato greco ad osservarle.
Chiediamo urgentemente allo Stato greco di conformarsi alla decisione della CEDU, salvando il gruppo di transitanti e dando accesso immediato a cibo, acqua, cure mediche e sistemi di protezione internazionale.
Vogliamo ribadire che non dovrebbe essere necessario un intervento della CEDU per garantire la sicurezza di uomini, donne e bambini che cercano di accedere alla protezione internazionale in Europa. L’accesso alle procedure di asilo, compresa una valutazione individuale, il diritto di ricorso e un ricorso legale effettivo dovrebbero essere concessi a tutte le persone indipendentemente dallo status sociale, dal paese di origine, dall’età o dal sesso. Rimaniamo solidali con le persone in movimento e sosteniamo il rispetto indiscusso dei loro diritti fondamentali in linea con il diritto nazionale, europeo e internazionale.